La nostra DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO - 1948 Parigi (diversa da quella islamica)

<wikipedia> 10/12/1948 le Nazioni stremate dall’immane sciagura della 2ª guerra mondiale hanno stilato per la prima volta nella storia dell’umanità un minimo di diritto condiviso (qui il testo): una grande Grazia,

- ancorché ancora largamente disatteso quantomeno negli Art.16 (ad es), Art.18 (ad es), Art.19 e Art.26.3,

- ancorché non siano menzionate parole come morte e guerra, la prima forse omessa per consentire di azionare la seconda anche oltre la legittima difesa,

- ancorché ricorra una sola volta la parola fratellanza (art.1: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza»), mentre ricorre 38 volte la parola individuo + 7 volte la persona e 2 volte la comunità; forse dobbiamo farci aiutare da chi fonda la dignità della persona come fatta ad immagine e somiglianza di Dio (vedi documento di Abu Dhabi 2019) per sostenere la fratellanza, la quasi dimenticata della triade Liberté, Égalité, Fraternité.

La dichiarazione universale è importante, ma non è vincolante; vincolante per noi invece è la Corte Europea dei diritti dell’uomo (Strasburgo) sulla base della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo (testo.pdf) (CEDU indica sia la Corte sia la Convenzione) primario organo del Consiglio d’Europa, da non confondersi con la Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) (Lussemburgo) che è organo UE e le cui sentenze potrebbero essere contraddittorie con la CEDU: quindi uno stato UE ha 3 riferimenti giudiziari: la sua costituzione, la CEDU e la CGUE. Da non confondersi inoltre con la CIG (Corte internazionale di giustizia – Tribunale dell’Aja /ONU) o con la ICC (Corte penale internazionale) pure con sede all’Aja ma non è ONU, ancorché il Consiglio di Sicurezza possa deferire alla ICC casi che non sarebbero di sua giurisdizione. Che dire poi di UNHRC? Da 2006.03 ha sostituito la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e che ha tra i suoi membri regimi al cui interno i diritti umani vengono palesemente violati (Cina, Arabia Saudita, Pakistan ecc.) e che ha mandato ai vertici l’Arabia Saudita: forza del diritto o diritto della forza?

DIRITTI CIVILI: termine inventato per superare violandoli certi diritti della dichiarazione in titolo?

Dopo quasi 70 dalla dichiarazione universale assistiamo ancora a gravi violazioni dei diritti umani, non rare in alcuni regimi a dittatura ideologica (Cina, Nordcorea, ... ) e dell’integralismo islamico (dove residuano consuetudini e norme che permettono discriminazioni, criminalizzazioni e massacri di innocenti), ma anche nelle democrazie occidentali; allo scopo cerco di approfondire alcuni articoli, pilastri della dichiarazione in titolo, per diritti particolarmente minacciati con gravi conseguenze per la libertà e il bene comune:

Art.16 libertà per donne e uomini di sposarsi senza limitazione di religione o razza

Art.18 libertà di coscienza e di cambiare credo,

Art.19 libertà di opinione e espressione

Art.26.3 libertà di educazione

mentre auspicheremmo che gli umani si accordassero almeno per bandire il male fisico mandatorio.

Per il testo della nostra dichiarazione universale CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 10/04/2024; col colore grigio distinguo i  miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: dignità della persona fondamento dei diritti umani, art18,19,26.3, ONU UNHRC HRW, UNW, inarrestabile il terrorismo finché ...

 

2024.04.09 ho letto la dichiarazione "Dignitas infinita" presentata da Fernandez <vatican euron cl>; mi piace assai che ripetutamente (#23 e non solo) sia richiamata la nostra dichiarazione universale dei diritti umani aggiungendo un ancoraggio della dignità umana all’immagine di Dio, ma mi spiace che nel dedicare l'intero paragrafo #47 all'aborto si sia dimenticato l'estremo baluardo da difendere fino al martirio, il DIRITTO all'obiezione di coscienza (Art 18 della suddetta dichiarazione). Mi spiace che nei paragrafi che trattano l’omo-trans-sessismo si sia dimenticato di difendere dignità e libertà umana col baluardo della libertà di espressione (Art.19) e di educazione (Art.26.3). Spiego meglio qui

 

↑2024.02.04 Cinque anni fa veniva firmato ad Abu Dhabi/2019 uno dei più grandi documenti di civiltà umana scritti assieme da persone diversamente credenti in Dio: prego affinché produca frutti concreti da parte di tutti i firmatari: ad esempio? Sinergia nel difendere il pilastro della dichiarazione universale dei diritti umani che è il suo art.18 e ..,continua qui con keys valori non negoziabili, art.16, art.19, obiezione di coscienza, scuole paritarie

 

↑2023.11.29 è interessante l’articolo del <corriere> titolato “L'Unione europea e l'Islam, i rischi da evitare” perché fornisce le percentuali sulla penetrazione progressiva dell’islam in Europa: MA, mentre mira a fare giustamente temere i rigurgiti di intollerante filonazismo, TACE sullo scontro di civiltà cercato e fomentato dagli islamisti che, insidiando pilastri della nostra dichiarazione universale dei diritti umani (articoli 16 e 18), predicano, ad esempio, che le donne musulmane non possono sposare un infedele e che occorre punire il musulmano abiuro della sua fede. A predicare così in casa nostra non sono musulmani radicalizzati filo-Isis, ma, ad esempio, l’italiana convertita all’Islam, Amina Natascia AlZer, che in Radio1Rai viene presentata come paladina di tolleranza ed integrazione, oppure Raes Sayed (rappresentante legale del Caim, Coordinamento Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza).

 

2022.10.13 commento la raccolta firme di actionAid contro la piaga delle spose bambine: non infesta solo il tribalismo islamico, ma se ne potrebbe azionare maggiore prevenzione se anche certi "islamici moderati" si ricredessero dal predicare che «sicuramente alle donne musulmane non è permesso di sposare un uomo che non sia musulmano, ma ci saranno dei motivi se Dio ci ha dato questa regola» («» tratto dal sermone in Rai della nostrana Amina Natascia Al Zer). Non è facile intercettare chi costringe a matrimonio le bambine, ma conosciamo bene chi insegna come suddetto, e dunque, anche senza chiedere firme, lo si dovrebbe correggere e magari si potrebbe riflettere meglio prima di concedere la cittadinanza a richiedenti che prescrivessero cotale razzismo religioso, contrastante la nostra costituzione e l'Art. 16 della nostra dichiarazione universale dei diritti umani. O sbaglio?

 

2021.10.07 <google> al Palazzo Ducale di Venezia, a Gaeta e a Granada si celebra il 450° anniversario della Battaglia di Lepanto. [CzzC: sottolineo l'importanza di quell'evento per la civiltà che è arrivata a formulare la nostra dichiarazione universale dei diritti umani, ancora negletta nei suoi pilastri (art.16, 18 e 19) dai perdenti di quella battaglia e di quella di Vienna 1683, che si rifanno ad una diversa dichiarazione dei diritti umani, così legittimando che si parli di strisciante scontro di civiltà]

 

2021.01.28 Coltivare la memoria è molto importante, parimenti educare al rispetto della dignità della persona, dignità quantomeno come contemplata dalla nostra dichiarazione universale dei diritti umani, la quale purtroppo non è accettata da tutti gli stati e da tutte le religioni, soprattutto per l'articolo 18 (libertà di credo e coscienza), tradendo il quale si viola anche l'art.19 (libertà di espressione) e di lì a valanga si può arrivare alla barbarie dei regimi dittatoriali, del terrorismo e dei genocidi, il che sta avvenendo anche oggi. Quest'altra dichiarazione dei diritti umani, ancorché sublimata da Unesco, non contempla i suddetti articoli.

 

↑2020.12.11 <hp google> il dramma della crisi economica in Iran,Le sanzioni Usa hanno causato agli iraniani una miseria non raccontata; la popolazione iraniana è schiacciata dal duplice peso delle sanzioni Usa e della crisi del Covid, mentre si trova sotto il giogo di un governo sempre più repressivo”. Le classi medie si sono spaventosamente impoverite e i più svantaggiati vivono a livelli di mera sussistenza. Che ne è dell'art.25 della dichiarazione universale dei diritti umani?

 

↑2020.11.20 commentando su fb il post con cui il Sign. NC notizia che lunedì 16 novembre si è celebrata la giornata internazionale della TOLLERANZA, istituita dall'UNESCO nel 1995 come osservanza annuale per ricordare i principi ispiratori della dichiarazione dei diritti umani, segnalo esempi di islamisti persecutori dei diversamente credenti, ma mi becco un «non capisco del tutto questo fervore ... dalle tue righe sembrerebbe emergere una forma di ritorsione, magari contro tutto l'Islam». [CzzC: annoto come classico esempio del politically correct che per comoda equidistanza taccia di intolleranza chi tentasse correzione fraterna alla intolleranza degli islamisti (non di tutti i musulmani); continua qui; parole chiave: intolleranza insegnata dall'alto, dichiarazione diversa, non sposare un infedele, Sharia, Indonesia, Malesia, Marocco, religione e laicità, vescovo Martinelli, reciprocità].

 

↑2018.12.11 Troppo POCHI CELEBRANTI il 70° anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani hanno avuto il coraggio di DENUNCIARE che diritti fondamentali sono ancora puniti con pene capitali (pene hadd), puniti non da schegge impazzite, ma da legislazioni di stati con i quali facciamo affari in armi, finanza e petrolio:

- pene hadd per DONNA musulmana che sposasse un infedele (contro il Art.16 della dichiarazione),

- pene hadd per un musulmano che ABIURAsse (contro Art.18),

- pene hadd a chi fosse presunto di aver usato ESPRESSIONI profananti il profeta o i relativi libri sacri (contro Art.19)

Quasi un razzismo religioso. Troppo pochi celebranti hanno denunciato, perché? A mio avviso

- perché si disturberebbero interessi pecuniari e strategici rilevanti

- e perché, mentre si può parlar male impunemente dei simboli della nostra fede, sarebbe dissuaso ben diversamente chi parlasse male di un’altra vendicativa

Comunque viva il suddetto 70° della nostra dichiarazione, viva la nostra dichiarazione dei diritti umani, diversa dall’altra.

 

↑2018.12.10 <internazionale> Anniversario triste per i diritti umani, un testo in molti casi ignorato o aggirato, oppure attaccato in nome della negazione dell’universalità. Già nel 1948 ci furono 10 defezioni sui 58 stati di allora (si astennero Arabia Saudita, Sudafrica, Unione sovietica e i suoi satelliti Bielorussia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia e Ucraina; non parteciparono al voto Yemen e Honduras). Alle critiche per il trattamento degli Uiguri la Cina ha recentemente risposto a che i diritti umani sono un’invenzione occidentale; una parte del mondo islamico continua a subordinare i valori universali alla sharia. Secondo Amnesty international, “oggi la dichiarazione universale del 1948 non sarebbe approvata”.

 

↑2018.11.30 newsletter: 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata all’ONU il 10/12/1948: ha favorito tanti progressi, pur fra delusioni, e addita tanta strada ancora da fare. Continua.

 

↑2018.11.10 plaudiamo alle celebrazioni del 70° della dichiarazione universale dei diritti umani/1948, (curate ad es. da <FondazCrtr>), ma auspicheremmo che i celebranti additassero la sua non universalità ai tanti occidentali che, pur sedicenti illuminati, cedono al ricatto islamista di Paesi che non l’hanno sottoscritta mentre si son fatta sublimare da Unesco una loro diversa dichiarazione dei diritti umani che esplicita «la sharia come unico riferimento per la sua interpretazione», onde poter violare quantomeno i nostri Art.16 (diritto di una donna di sposare un infedele), Art.18 (diritto di abiurare impunemente la propria religione), e Art.19 (libertà di espressione): vorremmo vedere più incisività nel denunciare le responsabilità di ben pagati maestri in scontro di civiltà e quelle degli occidentali che li foraggiano in armi e finanza.

 

↑2018.07.19 <storia> La parabola della Costituzione europea dalla Dichiarazione di Laeken(2001) al Trattato di Lisbona (2007) <tgcom2015.11, google Le innominate radici cristiane dellʼUnione europea. [CzzC: già nel 2004 per il preambolo della Costituzione Europea <dossetti> silenzio sulle radici cristiane: non fu accolta nemmeno la minimale la proposta di inserire "specialmente cristiane" dopo la generica espressione "eredità religiose": la formula restò così: «ispirandosi alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europ, i cui valori sempre presenti nel suo patrimonio, hanno ancorato nella vita della società la percezione del ruolo centrale della persona, dei suoi diritti inviolabili e inalienabili e del rispetto del diritto»

 

↑2017.10.20 «Garantire i diritti umani: le sfide della Corte Europea»: <CrTR VT YT> al Teatro Zandonai di Rovereto il giornalista Paolo Del Debbio intervista Guido Raimondi, Presidente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo: [CzzC: appunti]

 

↑2017.05.16 <sussidiario>: i Sikh non possono portare in pubblico il pugnale "kirpan", ancorché sia simbolo obbligatorio per la loro fede, dice la Cassazione. Introvigne discetta se sia violazione della libertà religiosa. [CzzC: plaudiamo alla citazione dei valori da parte dei vertici del nostro potere giudiziario, ma è singolare che lo facciano a partire da un coltello, mentre restano inerti su patti stato-islam senza esplicita sottoscrizione dei valori conclamati dalla nostra dichiarazione universale dei diritti umani ... continua]

 

↑2016.12.10 Nell’anniversario della dichiaraz. univers. dei diritti umani dimentichiamo una delle più gravi violazioni? Quella del diritto di cambiare credo (art.18), violazione conciliabile con la dichiarazione islamica dei diritti umani che Unesco sublimò per i regimi della Sharia che apposta non hanno sottoscritto la nostra dichiarazione. Continua

 

↑2015.11.13 <ansa> terrorismo a Parigi  al grido di "Allah è grande”. [CzzC: il nostrani pensatori negazionisti alla Campanini diranno anche qui che Allah non c’entra; crederei loro di più se l’islam, almeno quello più dotto (università), almeno quello dei capi regime (ad es wahhabiti) con i quali facciamo affari d’oro, mentre boicottiamo i loro avversari (Russia, Assad) sottoscrivesse e predicasse la dichiarazione universale dei diritti umani, la fine delle persecuzioni di abiuri e di infedeli, la fine degli insegnamenti di odio e del verbo uccidere nelle loro scuole e libri di testo]

 

↑2015.09.24 Dopo aver letto [infoconsapevole, tempi, beppegrillo, giornale], che stanno mandando un rappresentante dell’Arabia Saudita al vertice del Gruppo Consultivo di UNHRC (Commissione ONU per i diritti umani), ti inviterei a leggere ed eventualmente condividere e diffondere questo appello: «al vertice di UNHRC possano accedere solo rappresentanti di Paesi che hanno sottoscritto la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani»

 

↑2010.12.16 Il bell'ideale della FRATELLANZA, che si ritrova nel motto nazionale di molti Paesi, ha trovato una risonanza minore nello sviluppo del pensiero filosofico rispetto ad altri ideali quali la LIBERTA', l'UGUAGLIANZA, il progresso o l'unità. Si tratta di un principio che in gran parte è rimasto lettera morta nelle società politiche moderne e contemporanee, soprattutto a causa dell'influenza esercitata dalle ideologie individualistiche e collettivistiche. [CzzC: non a caso la suddetta carta dei diritti parla più di individuo, meno di persona e poco di comunità e fratellanza (perché termini di matrice troppo cristiana?)]

 

↑2008.11.13 <vatican>: conferenza stampa di presentazione delle solenni commemorazioni in Vaticano del 60° anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Perché il Vaticano non la firmò? A parte il fatto che la Chiesa cattolica difende i diritti umani soprattutto dei più deboli anche più di certi grandi Stati che fanno valere il diritto della forza sulla forza del diritto, il Vaticano non ha firmato semplicemente perché, non avendo una popolazione significativa, non è uno Stato nel vero senso di questo termine avente diritto di essere membro dell’ONU: infatti partecipa all’ONU solo come osservatore.

 

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SEGUITO DEL SOMMARIO

Traggo da http://www.interlex.it/testi/dichuniv.htm (qui in pdf)

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948

Preambolo

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

Considerato che è indispensabile che i diritti dell'uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo dei rapporti amichevoli tra le Nazioni;

Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'eguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un migliore tenore di vita in una maggiore libertà;

Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di queste libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;

L'Assemblea Generale proclama

la presente Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo come ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo e ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2

1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

2. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.

Articolo 3

Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4

Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5

Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.

Articolo 6

Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

Articolo 7

Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8

Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

Articolo 9

Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Articolo 10

Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.

Articolo 11

1. Ogni individuo accusato di reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie per la sua difesa.

2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12

Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

Articolo 14

1. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni.

2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15

1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16

1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento. [CzzC: occorrerebbe aggiungere il divieto di matrimoniare minori di 16 anni]

2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
[CzzC: credi che i padri fondatori di tale diritto intendessero un significato tanto elastico della naturalità della famiglia da approvare l'u2g?]

Articolo 17

1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà privata sua personale o in comune con gli altri.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18 [CzzC: vedi approfondimento su Art.18, 19, 26.3]

Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19 [CzzC: vedi approfondimento su Art.18, 19, 26.3]

Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere. [CzzC: fermo restando il rispetto degli altri diritti umani, che non possono essere violati con abuso della libertà di espressione].

Articolo 20

1. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

Articolo 21

1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio Paese.

3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Articolo 22

Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 23

1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale.

4. Ogni individuo ha il diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 24

Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

Articolo 25

1. Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

Articolo 26 [CzzC: vedi approfondimento su Art.18, 19, 26.3]

1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.

  L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.

Articolo 27

1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

Articolo 28

Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e la libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

Articolo 29

1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.

2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.

3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

Articolo 30

Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati.