Intendo la CORREZIONE FRATERNA come forma di carità responsabile tra fratelli di umanità: aiutare a ...

aiutare a discernere per agire al meglio o al meno peggio, lasciarsi parimenti aiutare (correzione reciproca), il che riduce la probabilità che, magari in buona fede, si possa pensare/agire in maniera lesiva della verità e del bene comune; la correzione fraterna non si anima con spirito di condanna, ma con affezione e misericordia in aspirazione alla felicità e al significato della propria vita: in ciò mi sento aiutato dal camminare nella via del Signore illuminata dal Magistero petrino, che dialoga con chi la pensa diversamente. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr. Lc 22, 61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.

Cosa intendo primariamente per correzione fraterna? CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 27/02/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: carità in verità, feedback; trasparenza, discernimento, dialogo, misericordia; dissentire, giudicare o non giudicare? Errata corrige

 

2022.07.13 <padre Cavalcoli> il discorso/indirizzo inviato nel 1988 dal Card Ratzinger alla Conferenza Episcopale Cilena è ancora attuale. Il problema emergente trattato da Ratzinger è quello del confronto fra lefebvriani e modernisti, con particolare riferimento alla Liturgia e all’autentica interpretazione del Concilio Vaticano II. Ratzinger cogliere il positivo nei due partiti, mentre con grande franchezza ed acume denuncia gli errori.

 

2021.07.04 <padre> Cavalcoli: Il rimedio alla ambiguità del linguaggio (parte 2/3): L’ambiguità del linguaggio è segno di ipocrisia. Alla persona doppia la fermezza appare rigidità, la tenacia appare ostinazione, la certezza appare dogmatismo, la saldezza sembra cocciutaggine, l’evidenza è pura apparenza, la fedeltà sembra conservatorismo, l’affermazione del vero appare presunzione, la condanna dell’errore appare violenza, l’ambiguità e la finzione appaiono prudenza e saggezza.

 

↑2020.10.07 Padre Cavalcoli qui ora vede una positiva risalita di Luigino Bruni su Avvenire dopo gli scadimenti di alcuni articoli, in relazione ai quali il domenicano sin dal marzo scorso avevo azionato discernimento correttivo, ravvisando dissoluzione di valori cristiani (vedi la conclusione, nell’agosto scorso, con la «farfalla di un giorno»): ora Luigino brilla e si spera che continui così.

 

↑2018.09.02 A Radio1_Babele con titolo “Donne nell’Islam” udiamo Cozzolino intervistare la Teologa islamica Nibras Breghechi che afferma: «non è vero che per la loro emancipazione le donne nell’islam debbano fare più strada di quelle occidentali» [CzzC: commento e pongo domande all’autrice, aperto a ricevere sua correzione fraterna]

 

↑2014.12.17 <tracce>: A tutti capita di pensare che una persona che conosciamo dovrebbe correggere il modo in cui ragiona o si comporta. Che dovrebbe cambiare, magari staccarsi da una situazione che la danneggia e danneggia altri. È giusto dirglielo? Amare veramente l’altro non significa piuttosto accettarlo così come è? Benedetto XVI: «difendere la verità, proporla con convinzione e testimoniarla nella vita sono forme esigenti e insostituibili di carità». Difendere, proporre, testimoniare: tre parole che descrivono la chiamata che la verità ci rivolge nel rapporto con gli altri.

 

↑2013.mm.gg Dopo un anno di dedizione massacrante sono riuscito ad affidare ad un AdS un signore che si era rivolto a me disperato, pignorato, superindebitato, abbandonato da moglie e figli perché stava per distruggere anche il loro lavoro sperperando nell’illusione di amore per una procace ucraina che invero si vantava con le amiche di spennarlo. A un’assistente sociale narravo la fatica di ricostruirgli un minimo criterio di saggezza (mi ritiravo in auto con lui perché non ci sentissero i suoi vicini quando i miei tentativi di correzione fraterna diventavano grida): fui redarguito con un asettico «ma lei deve rispettare la sua libertà di sbagliare».

 

↑2012.08.03 Alla vigilia del voto cittadino a Maria Ausiliatrice del 5 agosto il Decano con la locale pastorale coraggiosa invita Alberto Folgheraiter (accademico degli Accesi) conferenziere su “La richiesta e la promessa, i voti dei singoli e delle comunità”. Ci sono date che segnano, come un marchio di fuoco, la storia delle comunità: 1348, 1575, 1630, la peste; 1703 la prima delle numerose invasioni dei francesi; 1836, 1855 il colera; 1914-1918, 1940-1945 le guerre mondiali. attorno a questi  temi ruotano gli “ex voto” comunitari, i più sofferti perché collettivi; i più longevi perché replicati negli anni. Se le catastrofi non erano riconducibili alla volontà dei singoli, pure le guerre, come le epidemie, parevano (allora) ineluttabili. Pertanto, agli umani non restava altro che “abbandonarsi alla volontà di Dio”, placarne “l’ira” con promesse di sacrifici o di oggetti devozionali, attendere “fiduciosi” che la notte avesse una fine”. [CzzC: di questo “illuminato” riassunto della fede ho inviato mio commento ad Alberto, in tentativo d correzione fraterna; nel frattempo, plaudito dalla cultura dominante, il Leitmotiv gli rende: per “La collera di Dio” e “I Dannati della peste” ha preso nel 2009 il premio Dimaro-Val di Sole]

 

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SEGUITO DEL SOMMARIO

Dice un proverbio cinese che l'INTELLIGENTE sa imparare dai propri SBAGLI per poi evitarli, lo STUPIDO no, ma ci sono anche i FURBI, quelli che imparano ad evitare gli sbagli osservando quelli degli altri, dal che la STORIA è maestra di vita e l'EDUCAZIONE è indispensabile anche per correggere gli errori e ridurne la riccorrenza.

[CzzC: cosa intendo primariamente per correzione fraterna:
un dono che ricevo da fratelli di fede e non, amichevolmente ma anche ostilmente in buona fede, per diretta loro iniziativa o in reazione a miei tentativi di correzione fraterna nei loro confronti: dico sempre ai miei figli che anche sul letto di morte ringrazierei chi mi facesse notare che potessi fare/dire/pensare di meglio (ad es. non russare girandomi sul fianco sinistro);
- intendo la correzione fraterna mai come offensiva o giudicante colpa sul prossimo, ma la capacità e il coraggio del retto giudizio ritengo virtù, non peccati, anche nel caso che il giudicato arrivi a ritenersi inadempiente il bene-meglio o adempiente il male-peggio e come tale finisca per sentirsi colpevolizzato;
- la intendo sempre reciprocabile e da praticare nonostante sia facilmente rintuzzabile con l’accusa di polemica, con la quale viene solitamente scambiata da chi vuole respingerla a mani pulite: per distinguere una polemica da una correzione fraterna potresti osservare ad esempio se c’è o no offesa alla dignità della persona o alla libertà di espressione;
- altri potrebbero intendere la correzione fraterna in modi diversi (ne parla anche Wikipedia); io mi rifaccio a
  a) come la accenna il Catechismo della Chiesa cattolica al #1435: “La conversione si realizza nella vita quotidiana attraverso gesti di riconciliazione, attraverso ... attraverso la confessione delle colpe ai fratelli, la correzione fraterna, la revisione di vita, ...”
  b) come la descrisse papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Quaresima 2012, da cui estraggo:

    - Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo.

    - Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9, 8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr. Mt 18, 15).

    - Il verbo usato per definire la correzione fraterna — elenchein — è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr. Ef 5, 11).

    - La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». È importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene.

    - Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6, 1).

    - Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24, 16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr. 1 Gv 1, 8). È un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr. Lc 22, 61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.

[CzzC: richiamo la correzione fraterna nell’agreement trasparenza della mia comunicazione web].