Commentai Alberto Folgheraiter dopo averlo sentito trattare dei “voti dei singoli e delle comunità

alla vigilia del 5 Agosto 2012 (voto di Rovereto a Maria Ausiliatrice) così: «io non vorrei scandalizzare le suore, ma io dico che molti ex-voto sono superstizione; oggi con un po’ di razionalità ognuno di noi si rende conto che non è rivolgendosi agli intercessori che si ottiene qualcosa».

Formulai commenti e domande all'oratore in umile tentativo di aiuto al discernimento e in qualche passaggio come tentativo di correzione fraterna. Aggiungo testimonianze di altri voti delle comunità.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 28/06/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Voti; feste e segni cristiani, SvotoRov, Dio punitivo?

 

2022.05.28 La grande rogazione di Asiago si svolge <TV200♫ at 11'37" et > il sabato mattina precedente l'Ascensione: nacque da un voto del 1631 in epoca di peste per i cui ammalati si prodigò anche la Beata Giovanna (n.1606 ad Asiago) [CzzC: diversa dalla Beata Giovanna Maria della Croce Bernardina Floriani n1603, nome del centro pastorale di Rovereto].

 

2012.08.03 conferenza di Alberto Folgheraiter dal titolo «La richiesta e la promessa – I voti dei singoli e delle comunità»

[CzzC: per fraterna cristiana trasparenza segnalai ad Alberto i miei commenti]

 

Nell’ambito del triduo in preparazione alla festa votiva di Maria Ausiliatrice (5 agosto) patrona di Rovereto ci viene proposta la conferenza in titolo per Venerdì 3 agosto alle ore 18 nella sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto: il relatore era affiancato dal Decano della città, e da Luisa Filippi, assessore alla contemporaneità.

 

[CzzC: rimando agli appunti per la traccia espositiva e qualche maggiore dettaglio, mentre qui riporto solo alcuni stralci finalizzati al discernimento mio e di amici, nonché per porre domande al relatore, che per brevità riassumo essenzialmente in due, Q1 e Q2]

 

Q1: Davvero, Alberto, trovi che ci sia da sorridere per il credente quando viene accampata la presunzione di miracolo?

Mi riferisco a Oggi ci fa un po' sorridere il fatto che si reputa che la città di Rovereto nel 1703 sia stata salvata dai Francesi per la protezione dell'Ausiliatrice: se ci fosse stato il ponte sarebbe andata a fuoco anche Rovereto; sarebbe stato un miracolo se ci fosse stato il ponte e i francesi non fossero riusciti a venire di qua; tante cose oggi non ci sembrano più straordinarie mentre tali apparivano in passato, ad esempio la cura delle infezioni con gli antibiotici.

[CzzC: Scontato che sorrida l’incredulo, a mio avviso è meno scontato che sorrida il credente sulla presunzione di miracolo, sia perché quantomeno ai miracoli di Cristo il credente crede (checché ne dica Mancuso per il quale non sarebbe necessario credere nella risurrezione di Cristo per essere salvi), sia perché, anche al credente che non riconoscesse i miracoli fisici di Lourdes (e la Chiesa non lo obbliga a credervi) accade di riconoscere miracolosa la mano di Dio nella sua vita: io la riconosco più che evidente, ma mi pare che anche tu, Alberto, forse aiutato dalle riflessioni di Fulvio e di don Sergio, nel finale ci hai donato una commovente testimonianza personale al riguardo].

 

Q2: Non credo che le suore si scandalizzino per il risibile che narrasti circa riscontri razionali e svelatura di trucchi sottesi alle icone, ma ti additerei altre occasioni di scandalo per ben altri scandalizzati, e ti chiederei in merito eventuale confutazione.

Mi riferisco ad alcune frasi relative a

statua di ghisa della comparsa di Piné venduta per bronzo;

il ricorso al sacro è fatto per questioni di sopravvivenza in un’epoca in cui la morte di una mucca era vissuta più grave della morte di un figlio;

più ex-voto compaiono sulle pareti del santuario, più quel santuario è percepito importante, come se andate in un ristorante cui la guida Michelin assegna 3 stelle;

anche a Rovereto si continua a rinnovare la memoria del voto, anche perché la storia è una meteora e gli uomini hanno la memoria corta;

per fortuna il rapporto col sacro è diventato più maturo e, infatti, io non vorrei scandalizzare le suore, ma io dico che molti ex-voto sono superstizione; oggi con un po’ di razionalità ognuno di noi si rende conto che non è rivolgendosi agli intercessori che si ottiene qualcosa (come quello che chiedeva a S. Romedio di vincere al totocalcio ma non giocava la schedina);

[CzzC: S. Paolo non si scandalizzò del suo peccato né dei peccati di Pietro: c’è ben altro in giro di che scandalizzarci, e le nostre suore, che conosco intelligenti e moderne, chinandosi sulle nostre miserie si turbano non certo per le tue parole, ma, ad esempio, vedendo come tanti maestri di cultura dominante nostrani si scandalizzano dell’annuncio della nostra fede come diceva ai cristiani di Corinto l'apostolo dei gentili «Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani». Ma, se bastasse la carità per essere buoni cristiani, dato che questa non scandalizza nessuno, mi chiederesti perché mai qualcuno dovrebbe scandalizzarsi per i cristiani se non quando mancassero di carità; la risposta a mio avviso è che l’amore al prossimo da solo non basta per la sequela di Cristo, anche se nulla basterebbe senza la carità: le nostre suore, come chiunque segua il magistero petrino, operano consapevoli non che la carità è Dio, ma che Dio è carità, non studiano la veritas in caritate, ma la Caritas in veritate; dunque, purtroppo, c’è spazio perché qualcuno si scandalizzi delle espressioni della fede cattolica che non siano il solo volemose ben, come precisò S. Paolo, e, per non essere allusivo, cerco di additarti i possibili ambiti di scandalo o di contraffazione rovesciati rispetto a quelli da te additati alle suore.

- Tu mi dirai che non può essere la devozione alla statua di Piné a fare la differenza tra seguaci di Cristo veraci e meno veraci. Certo che no, ma anche se la rottura della statua di Piné avesse fatto uscire scheletri di scorpioni e di vipere anziché solo ghisa, quanto credi che importerebbe alle centinaia di giovani che ogni anno vi fanno il pellegrinaggio notturno? E spero che tu non mi dica che la fede di quei pellegrini, come quella delle processioni, non sarebbe vera fede, perché non sarebbe propriamente biblica, come continua a martellarmi un teoglibone del mio CPP.

La storiella della vacca più preziosa del figlio puzza di esagerazione da sociologia degli anni di Curcio, piuttosto che essere brillante per storicità riflettente la vera consistenza di un popolo; mi fa ricordare la storiella che il Cristelli, setacente don, narra nelle parrocchie per illustrarci i progressi della liberazione sessuale: sti ani le mame la matina en del let le diseva al marì «se no me dropé, mi leverìa». Da piccolo portavo la mucca al pascolo e da grande ho fatto fisica, non sociologia, ma ti assicuro che i miei genitori, nonni, bisnonni e trisavoli mai avrebbero pensato in quei termini di priorità tra vacche e figli da te attestate o di modalità di prestazioni muliebri attestate da don Cristelli: prendere qualche caso narrato in bettola per raffigurare l’immagine di un intero popolo a mio avviso è contraffazione.

- A proposito poi di gonfaloni medievali, mi pare che a Rovereto lo usino alla processione del Corpus Domini, quella per cui un illuminante cattolico trentino bisbigliò ke saria ora de finirla de portarlo en giro a ciapar aria.

Il calo dei nuovi ex-voto depositati alle pareti dei santuari è evidente, ma, pur non avendo fatto statistica in via Verdi, osservo che sia più correlabile al calo dei frequentanti le Messe che al calo della propensione dei residui credenti a lasciare nel santuario un segno di ringraziamento per grazia ricevuta; quanto poi alla correlazione con le stelle della guida Michelin, valgano le funzioni iperboliche di cui sopra.

La supposizione che anche a Rovereto si continui a rinnovare la memoria del voto perché la storia è una meteora e gli uomini hanno la memoria corta, mi pare sia stata amabilmente smentita dagli interventi di Fulvio e di don Sergio, non a caso applaudito.

Che in alcuni casi le pratiche devozionali siano contaminabili da superstizione è indubbio, ma mentre il razionalista con questo algoritmo vuole cancellare la ragionevolezza della preghiera (ognuno di noi si rende conto che non è rivolgendosi agli intercessori che si ottiene qualcosa) probabilmente nostro Signore si impietosisce e soccorre anche i superstiziosi, sorridendo invece, a parti rovesciate, dei tanti maestri di pensiero che si bevono gli oroscopi o del Gran maestro del GOI che per avanzare sulla strada della ricerca della verità si rivolge a Dan Brown, o degli inviti alla solidarietà fatti dai potenti labari illuminati che però concludono così: quando infine senti i limiti della tua natura finita, e che non potendo essere sufficiente da solo a compiere il bene che vorresti fare, la tua anima si rattrista, vieni nei nostri templi. Vero è che chi fa da sé fa per tre, ma ti chiedo se sei veramente sincero nel sostenere che non è rivolgendosi agli intercessori che si ottiene qualcosa. Ad ogni buon conto, prima durante e dopo aver fatto tutto il mio possibile, preferisco rivolgermi a nostro Signore Gesù Cristo per il tramite di Maria Ausiliatrice, che mi riempiono la vita di energia e di significato anche nella tribolazione e mi lasciano libero di voltar loro le spalle quando volessi; so invece di qualcuno che cedette a ben altri intercessori, confidandomi all’incirca così: mi sa che i devoti di codesti intercessori stanno peggio, sono più intimoriti e meno liberi di coloro che nei tuoi libri descrivi così Pertanto, agli umani non restava altro che “abbandonarsi alla volontà di Dio”, placarne “l’ira” con promesse di sacrifici.

Se chiedessi alla Madonna di vincere la schedina, sta’ tranquillo che la giocherei, perché noi poveri cattolici papa-succubi, cui piacciono le grandi adunate sventolanti bandierine bianche e gialle, non crediamo nella predestinazione ma nella Grazia di Dio coniugata con le Opere della nostra responsabilità, e ci diamo da fare con tutte le nostre forze, pur ammettendo la necessità di una guida petrina, ancorché non democraticamente eletta e pur riconoscendoci peccatori bisognosi di un perdono mediato dal confessore.

 

Ma amiamo anche la par condicio: se quest’anno nel triduo preparatorio della festa votiva di Maria Ausiliatrice è stato invitato ad istruirci uno che ha fatto soldi con libri irridenti in alcune parti la pietà popolare, ci piacerebbe che il prossimo anno venisse invitato, anche senza soldi, uno che ci testimoni come la fede e la devozione popolare facciano molto bene al BENE COMUNE oltre che allo spirito dei devoti, perché

converrai anche tu che ben poco danno possono arrecare al bene comune i lumini accesi per voto, al confronto dei lumi accademici accesi anche con la compiacenza di tifosi degli gnomi del potere mediatico e della finanza cinica; non conosco nome (ma forse me ne potresti fare qualcuno) di luminari accademici che si siano accesi inviperiti contro quegli gnomi (ad esempio Soros) abilissimi nel mungere stati e risparmiatori con ciniche speculazioni, privatizzando utili, socializzando perdite, inventando titoli tossici per un ammontare n volte multiplo del PIL mondiale;

converrai anche tu che, tra le poche voci che abbiano allertato il mondo circa il pericolo per il bene comune configurato da certi giochi d’azzardo costruiti sulla pelle del prossimo, ci sono le encicliche sociali e relativa dottrina di quel magistero petrino che, guarda caso, non irride i lumini di cui sopra accesi davanti alla Madonna, ma che è inviso e insidiato dai lumi suddetti, intonanti contro quel magistero i soliti Leitmotiv.

 

Se i miei discernimenti ti apparissero passibili di correzione, sappi che io amo essere corretto: ai miei figli dico sempre che se sul letto di morte qualcuno mi insegnerà a respirare meglio, spero di avere fiato per dirgli grazie.

 

Un abbraccio fraterno in Cristo.

CzzC