RENATO CURCIO, tra i fondatori delle brigate rosse, formatosi intellettualmente e politicamente a Sociologia_TN
<wikipedia>: n1941, non conseguì la laurea, ma fondò con altri, come la moglie Margherita Cagol e Alberto Franceschini, il Collettivo Politico Metropolitano, che avrebbe dato origine, passando per l'esperienza di Sinistra Proletaria, al primo nucleo delle Brigate Rosse.
Arrestato nel 1974 ed evaso l'anno dopo, rimase nuovamente latitante per un breve periodo, e fu in seguito condannato a 28 anni di carcere. Pur non essendosi mai dissociato, ha dichiarato la fine della lotta delle BR e ha criticato alcune delle sue scelte. Negli anni '90 è stato quindi scarcerato con quattro anni di anticipo, dopo quattro anni di semilibertà; in tutto ha scontato circa 25 anni di reclusione. Si occupa di tematiche legate alla disabilità e all’immigrazione
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↑2015.10.23 <fasaleaks>: vite parallele: i rapporti tra le Br e le reti illegali di Lotta Continua e Potere Operaio. Alberto Franceschini, cofondatore, con Renato Curcio, delle Brigate Rosse, dalle quali si è dissociato all'inizio degli anni Ottanta, ha scontato interamente la sua pena. Non ha mai commesso reati di sangue. «Quelli di Lc e PotOp erano più violenti di noi. Loro massacravano senza rivendicare le azioni. Per noi, invece, le operazioni erano finalizzate alla propaganda. Diversi militanti di Lc parteciparono ad azioni delle Br senza che i loro capi ne fossero informati».
↑2013.01.19 <wikipedia google> con altri ex brigatisti e membri della sinistra extraparlamentare, Renato Curcio partecipa ai funerali di Prospero Gallinari, a Coviolo (Reggio Emilia), suscitando accese polemiche e una denuncia archiviata. Spesso è stato invitato a tenere conferenze sugli argomenti del proprio lavoro, causando a volte dure contestazioni e critiche per il suo passato