Nessuno si scandalizza se benedico un imprenditore che sfrutta la gente…

… che è un peccato gravissimo, mentre accade se si tratta di un omosessuale. È ipocrisia»

[CzzC: conscio che nessuno di noi è esente da ipocrisia, oserei tentare una reciprocabile correzione fraterna verso un probabile errore di PARALOGISMO: continua qui in data 6Feb2024, + i commenti successivamente aggiunti

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2024.02.25 ↑2024.02.25 Dobbiamo usare ATTESA (pazienza) con gli imMATURI, stante il PROFETICO RELATIVISMO CONTINENTALE sublimato da Padre Antonio Spadaro stamane in <FinestraSuSanPietro da 1’:30” mp3>: la benedizione prevista dalla Fiducia Supplicans non è un certificato di buona condotta, la si può chiedere a prescindere, come richiesta di aiuto, e sarebbe un errore rifiutarla [CzzC: anche a prescindere dalla innominata contrizione-pentimento, sottinteso];  … c’è bisogno di GRADUALITÀ, di ATTESA, di MATURAZIONE, … quanto sembra normale per il vescovo di un CONTINENTE può risultare strano, quasi uno scandalo, per il vescovo di un altro continente [CzzC: qui il pluralismo è detto come eufemismo per non chiamarlo relativismo continentale? Passi per la gradualità sinonimo di rana bollita, ma mi sentirei offeso da chi mi alludesse imMATURO se fossi un vescovo del continente africano. Rivoluzione teologica in progress? Continua qui con keys anche sinodo del 2015]

 

↑2024.02.13 Padre Cavalcoli ben fa qui ad allertare sull’interpretazione modernista della Fiducia supplicans sottesa alla introduzione che don Giuliano Zanchi (docente Uni_Catt e direttore della “Rivista del Clero italiano”) ha scritto per la edizioni San Paolo della suddetta dichiarazione; Cavalcoli la considera un’interpretazione indebita come sarebbe indebita quella opposta e scandalizzata dei Lefebvriani. Secondo Zanchi la pastoralità della Chiesa non consiste nel «momento applicativo e il risvolto funzionale di una essenza del cristianesimo pensata a monte dalla vita reale» e, così, può succedere che, la facoltà decisionale dei diversi individui si sostituisce all’universalità ed all’autorità della legge (quasi un fai da te) per cui, ad esempio, una scelta omosessuale diventa altrettanto normale e legittima di quella eterosessuale. [CzzC: perfetto, direi, ma a me pare che talvolta sia lo stesso Papa Francesco a non scoraggiare la suddetta interpretazione relativista con esternazioni che potrebbero essere confondenti circa il suo intendere la pastoralità. Ad esempio? Vedi l’errore di paralogismo che ha fatto a mio avviso con quel «Nessuno si scandalizza se benedico un imprenditore che sfrutta la gente». Continua qui appresso in data 2024.02.06] Da Padre Giovanni a CzzC: io credo che quello che lei chiama paralogismo del Santo Padre si possa sciogliere in questo modo: dobbiamo supporre che nell’industriale ci sia la buona volontà di correggersi, altrimenti non avrebbe senso benedirlo. Quindi l’affermazione del Papa, secondo cui il benedire un industriale non scandalizza nessuno, va interpretata in questo senso. Similmente anche la benedizione di un omosessuale o delle coppie irregolari suppone la volontà di correggere la propria condotta.

Da CzzC: Caro Padre Giovanni, Lei ci chiede se «è mai possibile pensare che il Papa ammetta di benedire il peccato». Oso rispondere, senza alcuna sfumatura polemica, ma argomentando solo come richiesta di aiuto al discernimento.

Ritengo che sia «possibile pensarlo» a fronte del fatto che si omette sistematicamente di citare peccato e contrizione dei soggetti finalmente ammessi alla benedizione.

Ritengo che sia «possibile» perché sarebbe bastato esplicitare nei documenti e nelle esternazioni che la benedizione è data «ovviamente purché ci sia contrizione per quella prassi»; sarebbe bastato per evitare equivoci, e per evitare che più di un Vescovo abbia dovuto dire «non si benedice il peccato», «la "Fiducia supplicans" è da riscrivere», Vescovi che cercavano non di obiettare al Papa, ma di contenere equivoci e disorientamento nei fedeli.

SOTTACERE l'esistenza del peccato nella fattispecie permette di evitare di dover cambiare il Catechismo (§2358): ma è giusto così?

Analogamente, affermare che è solo un personale pensiero-desiderio quello che l'inferno sia vuoto, permette di affermare l'esistenza del Demonio, lasciando però pensare che all'inferno non ci sia nemmeno Lucifero.

Condire il frasario con abilità psico-socio-relativa potrebbe legittimare qualcuno a pensare che si tratti di relativismo.

Post scriptum: la libertà di PENSARE è universale per tutti, fintantoché non ci saranno le macchine che leggono nel pensiero; non è così per la libertà di ESPRESSIOINE (art. 19 della nostra dichiarazione dei diritti umani) che dipende da leggi, giudici, regimi, rapporti gerarchici: plaudiamo alla Sua capacità e determinazione, Padre Giovanni, nel parare dubbi critici sulle esternazioni del vertice responsabile del nostro "depositum fidei", ma io laico, che non ha fatto voti, sono più libero di dire che talvolta certe alte esternazioni mi sanno di disorientamento, finanche di presa in giro di chi fino a pochi anni fa si fidava di più delle parole del Papa.

A proposito di PECCATI: non sono tutti uguali, convengo che ci sia una gerarchia di gravità, convengo che si usi l'aggettivo "gravissimo" per i peccati di corruzione e di sfruttamento delle persone; ma si abbia la trasparenza (opposta dell'«ipocrisia») di modificare il Catechismo se altri comportamenti non sono più tacciabili come DISORDINATI dato che, chi li pratica proclamandoli benedizione per la Chiesa, ottiene Messa di ringraziamento in Chiesa subito dopo aver sublimato quella prassi con la "benedizione" del Comune.

E che dire del kick-off con la massoneria, tre mesi dopo l'ultimo veto?

Ecco, Padre Giovanni, cosa intendo con «un colpo al cerchio e un colpo alla botte», pregando con trepidazione perché sia per consolidare le doghe e non per sfasciare la botte.

 

2024.02.06 <msgr corriere fq stampa google nbq> Fr1: «Nessuno si scandalizza se benedico un imprenditore che sfrutta la gente, che è un peccato gravissimo, mentre accade se si tratta di un omosessuale. È ipocrisia» [CzzC: conscio che nessuno di noi è esente da ipocrisia, oserei tentare una reciprocabile correzione fraterna verso un probabile errore di PARALOGISMO: ci scandalizzeremmo assai se tu, Santo Padre, benedicessi un imprenditore che sfrutta la gente mentre si VANTA sul web per questa sua PRASSI anziché contrirsene; non ci scandalizziamo se benedici UN gay, ma ci SCONCERTI se, SENZA CAMBIARE PRIMA il catechismo (§2358) e dopo che hai scritto che la benedizione deve essere lampo e mai subito dopo le nozze gay, udiamo queste tue esternazioni vedendoti inerte quando, come a Budrio, Zuppi consenziente, si celebra una «Messa di ringraziamento» subito dopo le nozze in Comune di due gay che su youtube VANTANO♫ la loro PRASSI come benedizione per la Chiesa. Pur sconcertati, Padre, vogliamo crederti sincero quando condanni la PRASSI u2g (uterus to gay): ma vorrai mica vietare la benedizione ad una coppia gay che ti si presentasse col frutto dell’u2g, se già gliela concedesti senza? Forse hai studiato più psicologia di prossimità RELATIVA, che logica argomentativa fondante un pronunciamento καθολικός (universale), ma saprà Dio come valorizzare sia i francescani sia i domenicani per il bene della sua Chiesa]