PELAGIANESIMO: la volontà umana è capace di scegliere ed attuare sempre il bene, senza necessità della grazia divina

perché l’eventuale peccato originale non avrebbe macchiato la natura umana con trasmissione delle conseguenze ai singoli uomini.

È l’eresia condannata dal Concilio di Efeso (431). Il ruolo di Gesù secondo il pelagianesimo è quello di presentare un «buon esempio» in grado di bilanciare il mal esempio di Adamo e di fornire l'espiazione per i peccati degli esseri umani. L'umanità ha dunque la possibilità, per mezzo della sola propria volontà, di obbedire ai vangeli e dunque la responsabilità piena per i peccati; i peccatori sono criminali che hanno bisogno dell'espiazione di Gesù e di perdono.

La dottrina trae il suo nome dal monaco britannico Pelagio.

Le teorie pelagiane furono combattute da Agostino d'Ippona (354-430).

Non di rado il pelagianesimo va a braccetto con lo gnosticismo.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 18/06/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Don M.Farina maledice S.Agostinio perché avrebbe inventato il peccato originale in quanto platonista; però fede è diversa da fideismo

 

2023.06.14 <osservatoreromano> Elmar Salmann, studioso benedettino, disserta sul rapporto tra libertà e democrazia: Non è un caso che la tendenza al totalitarismo pervada gran parte del mondo, indifferentemente dalle diverse condizioni storiche e sociali ... La stessa dicotomia la attraversa la religione: siamo agnostici e spirituali. I due pericoli da cui continuamente ci mette in guardia Fr1: neopelagianesimo e neognosticismo. Per cui la religiosità comune ondeggia dal sincretismo orientaleggiante al rigorismo fanatico, e via dicendo attraverso un campionario spirituale da supermarket.

[CzzC: Convengo che le democrazie stiano perdendo attrattiva a favore dei totalitarismi: tra i tanti motivi di questa crisi ne additerei due

- il non aver messo alcuni pilastri valoriali al riparo del criterio di maggioranza

- una carenza educativa che genera un'indisciplina tale da incutere timore perfino negli insegnanti a scuola.

Il dittatore Erdogan appena vinte le elezioni ha proclamato «Nella nostra cultura la famiglia è sacra, strangoleremo chiunque osi toccarla» e intendeva la famiglia naturale; non pare che in Cina gli insegnanti abbiano il suddetto timore e che vengano spesi così tanti soldi pubblici per gestire drogati, azzardopatici, delinquenti comuni, parassiti sani.

Stando così le cose, anche chi gestisce imprese nel mercato finisce per trovare più profittevole un sistema totalitario a regole certe e mediamente più rispettate che un sistema democratico assai degenerato rispetto a com'era 80 anni fa quando combatté vincente i totalitarismi]

 

↑2022.10.26 <aleteia> Si può esporre in chiesa la bandiera arcobaleno della pace? È consigliabile informarsi su cosa significhi, perché tanto cattolica non sarebbe, piuttosto avrebbe origini nella Teosofia. Nella Genesi l’arcobaleno è il segno del patto stabilito da Dio con il creato, mentre nella Teosofia è simbolo della elevazione dell'individuo verso lo spirito universale e la pace sarebbe il risultato dello sforzo dell’uomo che si eleva a Dio.

 

↑2020.09.02 Traggo da <cavalcoliBlog> di Padre Cavalcoli: Luigino Bruni nell’articolo di Avvenire del 30 agosto intitolato «La civiltà della cicogna», dopo un’introduzione ben fatta sulla gratitudine a Dio, ci presenta la solita solfa luterana della salvezza per sola grazia senza meriti. In precedenza abbiamo visto come Luigino mostri di avere una concezione magico-kabbalistica della reciprocità Dio-uomo; qui sembrerebbe di voler rimediare a questo pelagianismo prometeico, ma cade nell’eccesso opposto di negare addirittura il merito.

 

↑2019.11.16 <silvanogabrieledanesi> Che sia il lógos al centro della riflessione massonica sarebbe dimostrato dalla particolarità che all'apertura dei lavori di Loggia sull’ara è posto il testo del Prologo del Vangelo di Giovanni, un testo greco che inizia mettendo in luce il rapporto tra il Principio (arché) e il lógos, il rapporto tra il lógos e la molteplice realtà manifesta che costituisce il punto centrale della riflessione filosofica, in quanto rapporto tra l’immutabile e il divenire, tra “la legge alla quale deve sottostare tutto ciò che sopraggiunge”. Theoría (contemplazione) del lógos inteso come theoría dell’arché, della phýsis e, infine, dell’ólos, il Tutto, per un cammino iniziatico, che ha come obbiettivo la conoscenza, intesa come theoría e come epistéme (la vera luce, la luce sacra della somma sapienza). [CzzC: mi parrebbe gnosi per iniziati, e anche non poco pelagianesimo]

 

2018.mm.gg in Eretici, parlando di Oscar Wilde, Chesterton scrive: "La stessa lezione (di chi cerca pessimisticamente il piacere fine a se stesso) viene dalla desolata filosofia di Oscar Wilde. È la religione del carpe diem, che non è la religione della gente felice, ma delle persone estremamente infelici. La gioia non coglie i boccioli di rosa mentre ancora può farlo; i suoi occhi fissano la rosa immortale che vide Dante". Lo scontro tra bene e male diventa in Chesterton uno scontro anche tra ottimismo laico e ottimismo cristiano. Così infatti scrive in Ortodossia (1908): "Tutto l'ottimismo di quest'epoca è stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo. L'ottimismo cristiano invece è basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo". Una delle teorie di Shaw che Chesterton non poteva accettare fu quella del Superuomo (pelagianesimo?).

 

↑2017.10.23 <fc> IL PERICOLO DEL PELAGIANESIMO: IN COSA CONSISTE? L’antica eresia di Pelagio, vissuto a Roma nel IV secolo, consiste nel ritenere che l’uomo, pur segnato dal peccato d’origine, con la scelta di adesione a Dio e alla sua parola nella fede si salva con le proprie forze ovvero, si danna a causa delle sue scelte libere. È un’eresia perché esclude il carattere di dono gratuito della salvezza e dimentica la misericordia come nome del Dio di Gesù Cristo, che è venuto a salvare non i giusti, ma i peccatori, quali noi sempre siamo. Il pelagianesimo ci porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte. Spesso ci porta pure ad assumere uno stile di controllo, di durezza, di normatività ... La dottrina cristiana non è un sistema chiuso... ma è viva, sa inquietare, sa animare ... si chiama Gesù Cristo».

 

↑2013.10.15 Papa Francesco: Adoriamo Dio, amiamo il prossimo: anche oggi ci sono tanti idolatri, anche fra noi cristiani... se tu sei vanitoso, se tu sei un carrierista, se tu sei un ambizioso, vanitoso, perché ti credi perfetto, fa' un po’ di elemosina e quello guarirà la tua ipocrisia. La strada del Signore è adorare Dio, amare Dio, sopra di tutto e amare il prossimo. E’ tanto semplice, ma tanto difficile! Soltanto questo si può fare con la grazia. Chiediamo la grazia [CzzC: esattamente l’opposto del pelagianesimo].

 

↑2013.07.04 <uccr> Ecco cosa pensano alcuni teologi di Vito Mancuso, il teologo del politically correct. [CzzC: riprendo in particolare

Enzo Bianchi amareggiato nel vedersi citato a sproposito nel libro scritto con Corrado Augias, ha commentato: «le risoluzioni che propone Mancuso si collocano nello spazio della gnosi in cui la storia è di per sé storia di salvezza e in cui non c’è da parte di Dio né rivelazione né grazia».

e Bruno Forte [quello cui lo aveva indirizzato e raccomandato Martini] nel 2008.02 dopo aver letto un suo libro diceva: «ha suscitato in me un senso di profondo disagio e alcune forti obiezioni, che avanzo nello spirito di quel servizio alla Verità, cui tutti siamo chiamati». Il suo pensiero è «una “gnosi” di ritorno, presentata nella forma di un linguaggio rassicurante e consolatorio, da cui molti oggi si sentono attratti».

e direi anche pelagianesimo oltre che gnosi]

 

↑2008.02.08 <espresso> anche se è del cardinale Martini la lettera che Vito Mancuso pose a prefazione de “L'anima e il suo destino", libro di dove non ci sarebbe più peccatoredenzione mentre l'uomo si salverebbe da sé, dopo mesi di silenzio la Chiesa dice no. Don Baget Bozzo, suo ammiratore d'un tempo: «Caro Vito, che senso ha chiamarsi ancora teologo, se non per pura commercializzazione del prodotto, quando si ha una così bassa concezione della teologia?».