La filosofia e la metafisica sono DESTINATE a SCOMPARIRE? Quando HEGEL trasformò la metafisica da costruzione spaziale in costruzione temporale, ...

aprì la strada alla distruzione della metafisica. Ma ci sono due parole base di cui nessuna filosofia può sbarazzarsi tranne che con l'autoinganno: Essere e Verità. Se le domande concernenti l'Essere e la Verità scompaiono, la filosofia giungerà al suo fine.

Traggo da http://spogli.blogspot.it/2009_04_21_archive.html

Liberazione 21.4.09  Lectio magistralis di Agnes Heller  - La filosofia è un genere destinato a scomparire?

[CzzC: Ágnes Heller da Wikip: filosofa n1929 è massimo esponente della «Scuola di Budapest», nota in occidente come la teorica dei "bisogni radicali", critica del sapere feticistico fondato sull'idolatria dei "fatti" e dei "dati": trova continuità del pensiero da Hegel a Marx che nei marxisti cosiddetti "scientifici" o ortodossi risulta rimossa; si occupa in preferenza di etica, sessualità, famiglia nel quadro di un progetto rivoluzionario anticapitalista che muove dalla volontà di superare i rapporti di subordinazione e di dominio.

Vedi anche don Armando Matteo e le domande che gli ho posto avendolo ascoltato catechista diffidente in metafisica: «Le mamme smettano di giocare con la VITA ETERNA, troppo eterea per i giovani che vogliono vivere prima di morire».]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 27/02/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: conoscenza, verità, dignità umana, pensiero debole, fede e ragione, trascendenza, etica

 

2024.02.26 <linterferenza> Bauman ha colto le miserie antropologiche e le derive distruttive e classiste del sistema capitalistico, ma nei suoi scritti non vi è la condanna filosofica ed etica al mercato in sé, vi è quasi la speranza che il sistema  possa autocorreggersi attraverso l’analisi critica delle tragedie nell’etico come direbbe Hegel. La critica scissa dall’individuazione della causa strutturale del male rende improbabile l’elaborazione di una chiara alternativa. Una filosofia incapace di fondare una “ben tonda verità” non può che piacere al capitalismo che ha fatto della morte della verità la sua forza. La filosofia come eterna incompiuta diventa una via moderata al relativismo e organica al capitalismo: essa diviene liquida, mentre il capitalismo si struttura in modo solido, e nulla pare fermare la sua corsa. [CzzC: Bauman è morto 7 anni fa: se fosse stato ancora in auge avrebbe potuto replicare difendendosi, ma forse anche implementandosi]

 

↑2020.10.17 <blog di Cavalcoli> Alberto Melloni è un noto storico modernista contemporaneo, continuatore della Scuola di Bologna di storia del cristianesimo e della Chiesa fondata da Giuseppe Alberigo, la cui impostazione ermeneutica va d'accordo con lo storicismo di Wilhelm Dilthey, erede di Hegel, per il quale non esiste una verità assoluta, eterna e indipendente dagli eventi della storia: la verità sarebbe relativa al mutare dei tempi e delle circostanze storiche o, come si dice, veritas filia temporis.

 

↑2020.02.13 apprezzo questa chiarezza di p.Cavalcoli <p.cavalcoli> Pregi e difetti dell’Esortazione postsinodale "Querida Amazonia": riassumo alcuni pregi:

- Si prescrive un’evangelizzazione ed una liturgia inculturate, si condannano i soprusi fatti agli indigeni e alle risorse naturali dell’Amazzonia

- Si auspica un maggior impegno evangelizzatore dei laici, in particolare delle donne.

- Si condanna implicitamente la falsa concezione rahneriana e schillebeeckxiana del sacerdozio, come semplice «presidenza della comunità», carica scelta dalla comunità, accessibile ad ogni battezzato, comprese le donne (protestantizzazione).

Riassumo difetti

- Se è possibile liberare la devozione a Pachamama dall'idolatria e quindi usarla per giungere a Dio, si sarebbe dovuta rimarcare il dovere dei missionari di liberare le popolazioni amazzoniche dai culti idolatrici.

- Il n.104 presenta un delicato problema di ermeneutica delle parole del Papa che potrebbero far pensare che egli in qualche modo condivida la dialettica hegeliana della conflittualità come condizione e fattore di una superiore sintesi, che identifica gli opposti senza annullarli.   continua

 

↑2019.09.14 Lancio di un nuovo umanesimo, ma di che tipo? G.C. <cavalcoli> quello di un progetto ateo-gnostico, simile a New Age, che si potrebbe collegare con il pensiero monista-eternalista di Emanuele Severino? O l'umanesimo cristiano, quell’«uomo nuovo» nel senso della novità del Vangelo, frutto della Grazia? Più volte negli ultimi secoli sono sorti nuovi umanesimi distruttivi del negligenti l’umanesimo cristiano, come per esempio quello illuminista-massonico-marxista o quello rousseauiano o quello hegeliano.

 

↑2019.09.03 F.Agnoli su <vocetn> Nel nuovo libro dell’emerito arcivescovo Luigi Bressan la verità sui rapporti fra chiesa e nazismo: “Celestini Endrici contro il Reich. Gli archivi svelano”. Endrici fu un fiero avversario sia del comunismo sia del nazionalsocialismo; vedeva in entrambi due figli dell’ideologia hegeliana e della filosofia idealista, che aveva cancellato la dimensione del Trascendente, divinizzando lo Stato, la Nazione, e gli “uomini cosmico storici”.

 

↑2009.04.21 Stralcio in anticipazione della Lectio magistralis che la filosofa terrà oggi pomeriggio a Roma in occasione dei suoi 80 anni. L'iniziativa è organizzata da Francesca Brezzi, docente di filosofia morale all'università di Roma Tre (oggi alle 15,30 e domani alle 9,30 alla Sala Igea di Palazzo Mattei, piazza dell'Enciclopedia italiana 4)

Una volta nella sua famosa Tesi 11 su Feuerbach, Marx scrisse, che fino ad ora i filosofi hanno solo interpretato il mondo, ora sta a noi cambiarlo. La prima parte della tesi descrive esattamente - a mio parere - la specificità della filosofia come genere letterario. Davvero la filosofia, almeno la filosofia tradizionale, considera l'interpretazione-mondo come sua propria missione. Per meglio dire, i filosofi hanno sempre aspirato ad interpretare il mondo. La filosofia assomiglia in un aspetto a tutti gli altri generi letterari. Una volta che esiste, che è, una volta che viene incorporata almeno in alcune opere di filosofia, tutti coloro che hanno aspirazioni filosofiche hanno bisogno di intraprendere lo stesso tipo di descrizione del mondo, anche se due filosofi non lo faranno nella stessa maniera [...].

Inoltre si potrebbe obiettare che la filosofia non interpreta il mondo ma lo spiega, dato che la specificità del genere filosofico è la dimostrazione, l'argomentazione. I filosofi analitici e non solo loro indicano l'argomentazione come differentia specifica della filosofia. Ovviamente, loro sanno anche che, non solamente i filosofi utilizzano l'argomentazione ma fanno così anche gli attori di un dramma ed anche tutti noi nella nostra vita quotidiana. Perciò essi precisano, che un argomento convincente è l'essenza della filosofia. Ma, convincente per chi? Un argomento che è convincente per un Platonista non è convincente per un Aristotelico. Definire la caratteristica di un genere filosofico facendo notare l'argomento convincente non è errato e fuorviante solo per la ragione che se un argomento è convincente o non convincente dipende dal destinatario dell'argomento, ma anche per un motivo più profondo. Vale a dire si presuppone che una filosofia possa essere falsificata tramite buoni argomenti. Si potrebbe dire, che forse ciò può accadere, ma questo effettivamente danneggia una filosofia - Ha forse danneggiato Platone che Aristotele utilizzando buoni argomenti ne abbia provato l'errore, o ha danneggiato Spinoza che Leibniz abbia provato il suo errore, o Leibniz che Kant l'abbia rifiutato o Kant che Hegel abbia dimostrato la sua infondatezza, tutti loro utilizzando buoni argomenti? [...]

Ripeto che tutte le filosofie hanno il loro proprio mondo. Con Hegel, comunque, l'organizzazione spaziale del mondo del filosofo, quello gerarchico (che sale le scale dal basso verso l'alto) dove non c'è posto per il tempo, si è fermato o è giunto al termine (Agostino era una grande eccezione, dato che fu lui che mise insieme la metafisica tradizionale con il Libro della Creazione della Bibbia). La costruzione spaziale era richiesta dall'ambizione a presentare l'Eterno come incarnato nel mondo filosofico. Quando Hegel trasformò la metafisica da costruzione spaziale in costruzione temporale, aprì completamente la strada alla distruzione della metafisica. Questo è il significato dello slogan "la fine della filosofia". Quando Marx o Kierkegaard parlavano della filosofia stavano pensando ad Hegel. La cosiddetta decomposizione della filosofia hegeliana risultò essere il primo stadio della distruzione della metafisica. Quindi l'interpretazione in prosa del mondo è la caratteristica generale delle filosofie. Ma all'interno di questa cornice generale sono possibili molte cose. Sebbene dopo Aristotele i dialoghi abbiano smesso di giocare un ruolo considerevole, da Bruno a Leibniz ci sono ancora opere filosofiche scritte in dialoghi. All'interno del genere c'è anche il sottogenere di aforisma, c'è, più che mai, la filosofia narrativa, e, ovviamente, ci sono anche lavori filosofici che si concentrano su argomenti e sulla risoluzione di un problema. I limiti del genere sono elastici, ma esistono. Per rimanere nell'ambito dello scopo dei generi letterari. Una novella non è un lavoro di filosofia, non è nemmeno un dramma. Neanche se il lettore trova in essi l'espressione delle più sagge idee filosofiche. Ed un opera di filosofia non è un poema o una novella, perché è scritta perfettamente. Ma perché no? Uno senza dubbio potrebbe dire, che anche una novella è una descrizione del mondo o un'interpretazione del mondo? Tuttavia, la filosofia, come speciale genere di descrizione del mondo, interpretazione del mondo, ha le sue proprie persone e la sua propria grammatica. Tradizionalmente, chiamiamo queste persone "categorie". Heidegger le chiamò parole base [...].

Tutte le parole base possono essere nuove. Ma ci sono due parole base di cui nessuna filosofia può sbarazzarsi tranne che con l'autoinganno. Queste due parole sono Essere e Verità. Esse non possono essere superate, rifiutate, o sostituite, anche se alcuni filosofi credono di essere riusciti (qualora questo possa venir chiamato successo) a superarle. [...]Se le domande concernenti l'Essere e la Verità scompaiono una volta per tutte, senza ombra di dubbio la filosofia giungerà al suo fine.

traduzione di Ester MonteleoneS