BARBARA POGGIO: svilisce i diffidenti dell’OMSgender didattica?

nega esistenza ideologia di gender? Conobbi il suo nome il 06/11/2015 estraendo da pag.17 del numero di novembre della rivista mensile della Cooperazione dove tifa senza se e senza ma per l’OMSgender didattica, graffia i cristiani con illazione a crociate e nega l’esistenza dell’ideologia di gender.

Anch’io diffido di toni e pregiudizi che vedono male anche dove ci sia solo una sana educazione contro il bullismo, per il rispetto delle opinioni e propensioni diverse anche in ambito sessuale, per le pari opportunità; ma sulla prolusione di Barbara userei opportuno discernimento (CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO) auspicando che Coop-Sait sul prossimo# corregga le offese. Salvo errori di omonimia, dovrebbe trattarsi della Barbara Poggio che in UniTN coordina il Centro di Studi Interdisciplinari di Genere (Csg).

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 05/12/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Cooperazione tra consumatori, resilienza a disegno di legge PAT#2/2014, gender inquisizione

 

2022.11.27 Su <VT#46.IV> "c'è bisogno di famiglia": presentazione del libro "Politiche familiari, coesione sociale, benessere" di Luciano Malfer e Michele Dorigatti al Festival della famiglia; intervengono anche Stefano Zamagni e Barbara Poggio con accenti e sensibilità diversi.

 

↑2015.10.gg <trentinofam>: Percorsi di educazione alla relazione di genere nell'a.s. 2015/16. Con determinazione n. 219 dell'8 luglio 2015 è stato approvato l'elenco dei percorsi formativi che saranno attuati nelle istituzioni scolastiche e formative del sistema educativo della provincia di Trento nell'a.s. 2015/16. Intervento dell'Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia autonoma di Trento (28/08/2015); Comunicato Stampa dell'Assessora Sara Ferrari (02/09/2015); Intervento del Forum delle Associazioni Familiari del Trentino (03/09/2015); Intervento della Diocesi di Padova (18/08/2015); Intervento della prof. Barbara Poggio (Uni_TN)

 

↑2015.09.25 <bussolaq>: come l’assessore Sara Ferrari in PAT vorrebbe la gender didattica trentina in correlazione col Centro di Studi Interdisciplinari di Genere (Csg) Uni_TN, la cui coordinatrice, Barbara Poggio, si batte pro ddlPAT2014.02.

 

------------------------------------

SEGUITO DEL SOMMARIO

 

Sulla prolusione di Barbara userei opportuno discernimento

 

Come nasce la crociata contro i corsi di educazione alle differenze nelle scuole e perché continua il tam-tam mediatico di messaggi contrari a una fantomatica “ideologia gender”?

di Barbara Poggio [omonima della Barbara Poggio di UniTN?]

... in questi giorni stanno circolando una serie di informazioni apocalittiche

[CzzC: anch’io come tanti altri genitori diffido di pregiudizi (vedi sommario), ma, Barbara, ben sai che certi episodi di spogliazione e toccamento, certi testi ritirati o respinti dalle autorità, sono fatti non apocalisse

 

rispetto alla diffusione di quella che viene impropriamente chiamata "teoria del gender" o "ideologia del gender"...

Conoscendo certa scuola di provenienza (me ne occupai sul significato del termine famiglia), non stupisce che tu sia arruolata tra i negazionisti dell’ideologia di gender, ma senza invocare i cristiani che tu ironizzi con le crociate, ci sono miliardi di persone atee e credenti (oltre Fr1 e Bressan), convinte della documentata esistenza di tale ideologia: sono tutti impropri paranoici per te?

 

Dietro questa temibile ideologia - che si dice sia promossa dalle istituzioni europee, dal governo e finanche dalla nostra amministrazione provinciale - si celerebbe una forza occulta, le cui finalità ultime sarebbero la distruzione delle famiglie ...

Non serve pensare a forze occulte, ci bastano quelle palesi ricche potenti e nominate, come il paralogista Obama, capaci di feroci reazioni inquisitorie, mediatiche, economiche, legali, fino a ledere libertà di coscienza di espressione e di educazione (Art.18,19,26,3 della dichiarazione universale)

 

Sotto accusa, perché considerati tra i principali strumenti di questa strategia, sono soprattutto i corsi sull'educazione di genere descritti come attività mirate a trasformare i bambini in esseri mutanti tramite l'iniziazione alla masturbazione e alla pornografia ... messaggi ossessivi e quasi surreali le cui conseguenze possono essere molto serie.

Nessuno mette sotto accusa i buoni corsi indicati in sommario, ma non dovresti svilire qui i tanti genitori che non diffidano dei buoni maestri, ma di certi contenuti e di certi maestri formati da tifosi Arcigay esperti soprattutto in sessualità meccanicistica e assai meno in buona educazione affettiva come intesa dalla stragrande maggioranza dei normali genitori (tutti ossessi matusa per te? Tutti bigotti?)

 

messaggi costruiti ad arte per generare paura ansia, preoccupazione, sfiducia

Macché paura! Trattasi di esercizio del diritto dei genitori alla loro priorità educativa riconosciuta dall’Art.26.3 della dichiarazione universale che ben ti guardi dal citare: sei forse tu ad avere paura di finire in minoranza? Perché qui potrebbe non bastare la posa sugli scudi della cultura dominante capace di pilotare le maggioranze?

 

messaggi costruiti ad arte per generare una visione dell'educazione scolastica ripiegata sui modelli e le culture interne alle famiglie, non aperta al mondo e al riconoscimento dell'altro un processo mirato a trasferire contenuti e nozioni asettiche ...

Non si vede a che titolo (universitario?) qualcuno si vanti educatore così superiore a tante famiglie normali da alluderle così chiuse: ad es. sono laureato non meno di te, nonno, padre di figli moderni, due dei quali all’estero: siamo famiglie aperte al mondo, al riconoscimento dell’altro, caritatevoli al prossimo; riconosciamo di aver sempre da imparare, ma poco da certa scuola ancora nostalgica del capriccioso vietato vietare fatta da cravatte che hanno sostituito l’eskimo.

 

educare: "e-duce-re", tirare fuori), e a stimolare la loro coscienza civica e sociale.

Forse non eri ancor nata quando noi imparavamo ad e-ducere i nostri figli  allevandoli in responsabilità e fraternità: l’esito statistico generazionale ci dimostra che avevamo un metodo più efficace per il bene comune di quello applicato dai suddetti nostalgici che ancora ci irridono e accusano matusa, come tu ci irridi alludendoci omofobi crociati.

 

Messaggi costruiti ad arte per sostenere che dimensioni come le relazioni affettive e la sessualità debbano restare all'interno delle mura domestiche (quelle stesse dove, peraltro, talvolta hanno luogo gravi episodi di violenza e sopraffazione sulle donne) e non possano essere oggetto di confronto e di dibattito in un'aula scolastica, significa anche limitare le occasioni per ragazze e ragazzi di sviluppare una coscienza critica e difendersi dalle banalizzazioni e dalle strumentalizzazioni mediatiche, così come per sviluppare anticorpi rispetto alle situazioni problematiche.

Perché hai bisogno di ricorrere a ingannevole trucco dialettico (Shopenhauer #6, dissimulazione)? Postuli che tutti i diffidenti della OMSgender education vogliano tenere l’educazione sessuale all'interno delle mura domestiche, anziché solo rivendicare una priorità educativa (Art.26.3). Io e i miei figli abbiamo avuto una buona educazione sessuale-affettiva anche a scuola, in Parrocchia, in incontri, da bei libri: perché tenti di offenderci trogloditi se diffidiamo degli omosessisti? Diffidiamo non del bene che anche Arcigay sa insegnare, ma del male che hanno dimostrato di inferire: qualche sghignazzante anche in Uni_TN?

 

Messaggi costruiti ad arte per consolidare gli squilibri di genere. Il principale nemico di queste campagne è infatti il concetto di "genere". Ma cosa si intende quando si parla di genere? Perché questa parola fa così paura, tanto che ormai in molti suggeriscono che sia meglio non usarla? Gli studi di genere dicono semplicemente che buona parte delle differenze che caratterizzano l'esperienza di donne e uomini non è inscritta nei nostri geni, ma è prodotta dalla società. E forse scritto nel DNA delle donne che debbano subire passivamente violenza da parte degli uomini?

Perché hai bisogno ancora di ricorrere all’arte di ottenere ragione con l’inganno (Shopenhauer#6, dissimulazione)? Postuli che chi diffida della OMSgender education voglia consolidare gli squilibri di genere, anziché solo rivendicare la priorità educativa (Art.26.3). Io credo che non solo buona parte, ma la maggior parte della media concezione di sé e dell’altro derivi dalla cultura dominante/società anziché dai singoli DNA; perché ancora ricorri ai trucchi per ottenere ragione (Shopenhauer#7, 11inferenza, 18mutatio) con l’ovvietà che la violenza contro le donne non è iscritta nel DNA? Il nostro ovvio no a questa tua domanda retorica vorresti surrettiziamente captare come un conseguente sì alla tesi che perora la OMSgender education senza se e senza ma? Ben sai che non è in discussione l’anti bullismo e l’anti violenza di quella educazione, ma l’induzione forzosa dell’omosessismo ideologico: non a caso i compagni di ideologia nel bando per i corsi di gender didattica spesati PAT vergavano l’obiettivo di scardinare gli stereotipi di gender (scardinare sarebbe indicatore della nostalgia di cui sopra)

 

E naturale che le donne debbano indossare il burqa o viceversa esibire il proprio corpo sulle copertine dei giornali o sul web?

Ero sicuro che almeno su qualche punto ci saremmo incontrati: bene! Brava! Infatti burqa e conigliette non paiono conformi alla naturale dignità della persona intesa analoga a Dio (potrebbero essere conformi ad altra ideologia di sottomissione o di reincarnazione o di classi dalit o di culto alla dea pecunia): aspetto di leggere il tuo prossimo articolo contro il burqa dell’Arabia Saudita che paga le povere donne curde purché mettano il velo; o contro le top3 riviste della specie da te citata:.

 

È possibile pensare ad una società diversa, dove gli uomini e le donne non siano riconosciuti e valutati in base al loro corpo, ma piuttosto alle loro singole (e diverse) individualità.

Operiamo per una società migliore, dove gli uomini e le donne siano riconosciuti e valutati in base alla loro interezza dignitaria, corpo e mente, persone non solo individui, almeno come previsto dalla nostra dichiarazione universale dei diritti umani: aspetto un tuo prossimo articolo contro chi, pro dea pecunia delle loro finanze oleose e per farseli alleati anti Russia, riconobbe agli islamisti una diversa dichiarazione dei diritti umani che consente di violare i nostri Art.18,19,26.3, guarda caso gli stessi articoli che vogliono violarci gli ideologi propugnatori della OMSgender didattica senza se e senza ma.

 

La campagna contro la "teoria del gender" è una battaglia contro la possibilità che il mondo cambi e diventi meno squilibrato, perché il superamento delle asimmetrie preoccupa chi di esse si nutre. E, con buona pace delle milizie anti-gender, e del personale politico che insegue il consenso soffiando sul loro fuoco, non saranno le campagne di disinformazione, né gli allarmismi gratuiti, né i tentativi di censura a fermarlo.

Sosteniamo le intraprese educative che allenino al rispetto della dignità e libertà della persona: speriamo che anche la nostra PAT legiferi così, libera da influssi di ideologi dell’omosessismo: quella che tu vedi come campagna contro è, salvo isolati fanatismi, una campagna per la difesa di diritti umani fondamentali: libertà di coscienza, di espressione e di educazione; non giocarci con altro trucco dialettico (Shopenhauer #17 distinzione) confondendo asimmetria con discriminazione e squilibrio: di asimmetria vive la natura, equilibratamente, la discriminazione è ingiusta sottrazione di un valore che spetterebbe ad ogni persona nell’ambito dei nostri suddetti diritti (gli islamisti hanno un diverso sistema di diritti), ma non è discriminazione negare ai gay gli uteri in affitto, perché prima del diritto di ricchi e forti adulti viene il principio di precauzione a difesa del più debole, il bambino che, salvo casi di forza maggiore, ha diritto di essere allevato da idoneo papà maschio e mamma femmina, come ci conferma il grande neonatologo prof Dino Pedrotti, altro che stereotipi di gender.

 

Siamo certi che Sait-Coop anche attraverso il suo mensile Cooperazione tra consumatori rispetti sinceramente i suddetti diritti umani fondamentali e non abbia interesse a ironizzare o criminalizzare, come trasuderebbe da alcune frasi di Barbara, i non rari clienti che non se la sentono di affidare i propri figli senza se e senza ma ai propugnatori della OMSgender education, mentre intendono responsabilmente esercitare il diritto al consenso informato, il diritto di priorità educativa e il diritto di esprimere motivata cautela (diffidenza se occorresse), il che senza essere additati milizia anti-gender, ossessivi informatori apocalittici, consolidatori di squilibri di gender, messaggeri di paure chiusi all'interno delle mura domestiche con famiglie ripiegate sui modelli non aperti al mondo e al riconoscimento dell'altro: contiamo che Sait-Coop sul prossimo numero di Cooperazione tra consumatori dedichi due facciate ad una penna più equilibrata, che faccia sentire anche la voce dei tanti Trentini qui offesi e indifesi, ancorché apprezzanti le genuinità della nostra tradizione alimentare che Coop-Sait sa valorizzare non meno di Barilla.