ALAIN FINKIELKRAUT filosofo distante da relativismo e pensiero debole

<wikipedia>: n1949 da una famiglia di ebrei polacchi scampati alla Shoah, laureato in filosofia alla École Normale Supérieure, noto per le sue posizioni che si distanziano dal relativismo e dal pensiero debole. Cura la rubrica "L'esprit de l’escalier" sul mensile di attualità «Causeur». Suoi riferimenti di pensiero: Hannah Arendt, Heidegger, Freud, Emmanuel Lévinas e Vladimir Jankélévitch.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 25/02/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: filosofia, fondamenti, relativismo, pensiero debole, educazione

 

 

2021.12.20 <tempi google> il filosofo francese Alain Finkielkraut: «Basta con l’asservimento dell’arte alle cause woke ...i terribili semplificatori che oggi conducono le danze non conoscono l’individuo, solo esemplari: il maschio bianco da una parte, e tutte le sue innumerevoli vittime dall’altra»; nel suo nuovo libro denuncia la fine della letteratura. <giornale15Dic> Anche Noam Chomsky contro la sinistra "woke". Il celebre linguista si schiera con il free speech: "Se di qualcuno non apprezziamo i punti di vista, non bisogna cacciarlo dal campus. Non si interrompono i suoi incontri. Non si vandalizza il suo ufficio. Non gli si mandano minacce di morte. Si lascia che venga nel campus e che parli".

 

↑2020.06.12 <tempi> Finkielkraut denuncia l’impennata ideologica dell’antirazzismo come comunismo del XXI secolo: a forza di demonizzare l’Occidente si trasforma in autorazzismo: se l’uccisione di Floyd è inaccettabile, non si può negare che in Francia «la realtà è ben diversa. Nei quartieri cosiddetti popolari, sono i poliziotti ad aver paura: vengono attirati e sorpresi da imboscate, da lanci di pietre dai tetti. Nella maggior parte delle università del Vecchio continente, studiare la propria cultura d’origine significa accusarla, decostruirla perché da lì verrebbero tutti i mali: schiavismo, colonialismo, omotransfobia. L’obiettivo del nuovo antirazzismo sarebbe di combattere l’egemonia occidentale all’interno dello stesso Occidente. [CzzC: discernerei, perché su schiavismo e colonialismo c’è una parte di Occidente illuminato che ha grosse responsabilità da quando iniziò a copiare ben più dall’islamismo che dalle radici cristiane il cinico sfruttamento dei sottomessi]

 

↑2019.11.24 <foglio> Islamogauchisme (islamo-sinistra) da Parigi al resto d'Europa l'alleanza tra gauche radicale e islam politico: predicatori à la Tariq Ramadan giudicano l’occidente troppo “giudeo-cristiano”, intellettuali à la Edwy Plenel considerano i musulmani la “nuova classe operaia. La giornalista francese Yves Azeroual ha focalizzato la nuova alleanza nel suo documentario “Islamo gauchisme, la trahison du rêve européen”, partendo dal caso Alain Finkielkraut che lo scorso 16Feb a margine della mobilitazione dei gilet gialli fu insultato e minacciato al grido di “sporco ebreo” prima da un musulmano noto ai servizi segreti per la sua appartenenza ai milieu salafiti, poi da vari individui militanti di estrema sinistra. [CzzC: non pare piccola l'intersezione tra islamismo e sinistrismo, quantomeno in attinenza al gusto per la violenza e all'odio per il cristianesimo, dal che la reciproca fascinazione; vedi l'articolo su <leFigaro2016.05.01> di Jacques Juliard]

 

↑2019.02.18 <repubblica foglio tg24 corriere> gli scardinatori infiltrati negli attuali gilet gialli hanno aggredito con insulti antisemiti Alain Fienkielkraut <tempi> che pur era stato uno dei pochi intellettuali ad aver sostenuto i gilet gialli della prima ora; poi paragonò la violenza delle ultime manifestazioni al golem (il mostro della mitologia ebraica, col che ha sbagliato in criminalizzazione). Spiega peraltro che gli atti di antisemitismo (aumentati del 74% nel 2018) non sono colpa dei gilet gialli

- non da loro sono stati segati i due alberi piantati in memoria di Ilan Halimi dove era stato trovato agonizzante (un giovane di origine ebraico-marocchina rapito, torturato e ucciso nel 2006);

- se la Francia conosce oggi quella che è stata definita una “aliyah interna” (emigrazione degli ebrei verso Israele) è per il montante antisemitismo islamista che viene dal Maghreb, dalla Turchia, dal Medio Oriente, dall’Africa e dalle Antille;

e da analogo ismo sono aizzati i fondamentalisti che hanno etichettato la ex giornalista di Charlie Hebdo Zineb El Rhazoui come “puttana degli ebrei” perché dopo l’attentato di Strasburgo ha osato dichiarare: “Bisogna che l’islam si sottometta alla critica! Che si sottometta all’umorismo!”» [CzzC: critica sì, per l’umorismo occorre pazientare di più perché equivocabile con ironia beffarda].

 

↑2015.04.14 <CMC, tracce>: Riguadagnare i fondamenti: incontro con Alain Finkielkraut: sarà ancora il cristiano convertito Charles Peguy, riscoperto dall’ebreo Finkielkraut ad aprire i temi di questo dialogo sul nostro tempo, sull’uomo contemporaneo. Péguy ci dà il coraggio di resistere all’ideologia per affrontare la crisi antropologica ed educativa delle nostre società.  L’incontro, aperto al contributo di tutti è parte del ciclo “Riguadagnare i fondamenti”, inaugurato dal Patriarca Caldeo Sako e proseguito con Margarethe von Trotta. Il CMC ha tratto il titolo del ciclo sia da Benedetto XVI -“riguadagnare i fondamenti è l’urgenza più grande che abbiamo” sia da Papa Francesco “solo chi è certo dell’essenziale potrà essere disponibile a cercare forme e modi per comunicare la verità incontrata

 

↑2014.01.27 Anita B. il film sulla "trappola" che allontana gli uomini dalla verità. Anche il non voler ricordare è una forma di negazionismo.

Segnalo anche il film Hannah Arendt: Alain Finkielkraut scrisse che in Occidente il peggiore antisemitismo non si manifesta nei rozzi “naziskin”, ma in quanti, soprattutto a sinistra, sono pronti a commiserare gli ebrei morti, restando inerti pro ebrei vivi attentati; per fare vera “memoria” uno deve chiedersi: ma da che pianeta è venuta quella genìa di belve che pianificò ed eseguì materialmente l’Olocausto? Risponde l’ebrea Hannah Arendt raccontata nel film di Margarethe Von Trotta.

 

↑2011.12.28 <tempi>: Il Messia? Compagnia o morte. Dice Alain Finkielkraut «Pico della Mirandola mette nella bocca di Dio una splendida dichiarazione di indipendenza umana che si camuffa di devozione. Avviene nell’ Oratio de hominis dignitate, 1482. "Io non ti ho fatto né celeste né terrestre, né mortale né immortale, al fine che tu, sovrano di te stesso, compi la tua propria forma liberamente, al modo dell'artista o dello scultore". è la vera Bibbia dell'età moderna». L'uomo artefice di sé. La verità è figlia del tempo. Abolizione del definitivo. «L'uomo è l'essere dove l'agire non scaturisce dall'essere ma dove l'essere scaturisce dall'agire. L'uomo come l'essere che fa eccezione all'essere». Riassume il cardinale Angelo Scola: «Dio è diventato una parola. L'intenzione estrema del momento sfavorevole. Non una presenza normale».

   Che genio questo Pico della Mirandola. Eppure questo genio di indipendenza e di libertà così moderni, non pare tanto diverso dal genio di Agostino. Che mille anni prima, aveva detto con lo stesso entusiasmo di Pico: «Dio crea l'uomo per introdurre nel mondo la facoltà del dare inizio: la libertà». L'osservazione dell'uomo di Ippona è sostanzialmente identica. Anzi. È più acuta, più completa. Dove sta infatti lo spartiacque tra Agostino e Pico? ...

 

↑2009.08.gg 30° MeetinRimini: La conoscenza è sempre un avvenimento. Alain Finkielkraut afferma: «Un avvenimento è qualcosa che irrompe dall’esterno. Un qualcosa di imprevisto. È questo il metodo supremo della conoscenza. Bisogna ridare all’avvenimento la sua dimensione ontologica di nuovo inizio. È un’irruzione del nuovo che rompe gli ingranaggi, che mette in moto un processo».

 

↑2007.12.31 Alain Finkielkraut: «Essere INSEGNANTI non è solo un mezzo, è uno scopo, una liberazione, un'apertura, è la FELICITA' del DIVENIRE ALTRO, è, come richiama l'etimologia della parola SCUOLA, la forma suprema del piacere. Lo abbiamo dimenticato. In questa dimenticanza, più ancora che nell'incapacità di offrire ai nostri bambini un AVVENIRE privo di angosce, sta - mi sembra - il nostro fallimento più grave. Poiché, a differenza di un'economia mondializzata, questa incapacità ci è interamente imputabile» [CzzC: La querelle de l'école, Stock/Panama, 2007, pag. 221; tratto dal calendario di Tempi - luglio 2009: vedi anche educazione mancata]