ANTONIO GRAMSCI: discernimento su alcune sue analisi e massime, ad esempio tratte dal suo libro “odio gli indifferenti

Ad esempio fa fatica a fondare la solidarietà a partire dal concetto che l'assistenza sia un diritto ma lasciando incerto il fondamento della dignità umana, con una egalité dimentica della fraternité.

Mi piace di più quando Gramsci dice che «la storia è una buona maestra, ma non ha scolari» o quando definì la feroce la dittatura che conquistò il Meridione.

<wikipedia> Antonio Sebastiano Francesco Gramsci (1891-1937), è stato un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano

05/10/2015  ricevo da un’amica uno stralcio sulla ospitalità-solidarietà tratto dal libro in titolo: lo commento in relazione ai fondamentali che alimentano la solidarietà in fraternità. CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 06/01/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: comunismo; alienazione; solidarietà in fraternità basata su dignità della persona; carità, cittadinanza

 

2021.12.18 <microstoriedigirgenti> da inuovivespri.it e dal libro "Terroni" di Pino Aprile: Agosto 1863, le torture ordinate da un comandante garibaldino piemontese nei confronti degli abitanti di Girgenti e provincia (e della Sicilia), dopo l'unità d'Italia ... torturate anche le donne parenti di chi si sottrae alla leva ... anche Giuseppe Garibaldi nel Comune di Torre Faro ordinò senza processo di fucilare gente disarmata perché non abbracciava la causa italiana [CzzC: ma più tardi denunciò ben prima di Gramsci i crimini del governo contro il cosiddetto brigantaggio]. “Questa è una piccolissima sintesi di un faldone di carte che il Governo italiano chiese ufficiosamente a quello americano di distruggere ma ciò non avvenne del tutto"

 

↑2018.04.29 <sibialiria> Constatava Antonio Gramsci che «la storia è una buona maestra, ma non ha allievi». Peccato. A ricordare, forse ci si mobiliterebbe per evitare le prossime guerre di aggressione, impunito «crimine internazionale supremo». Pensiamo ai «bombardamenti Usa di fabbriche di armi vietate», confrontando tre casi: Duma/Siria nel 2018, al Shifa/Sudan nel 1998 e Iraq nel 1991. «Non erano quello che credevamo»

 

05/10/2015  ricevo da un’amica uno stralcio sulla ospitalità-solidarietà tratto dal libro in titolo: lo commento in relazione ai fondamentali che alimentano la solidarietà in fraternità. CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO

 

↑2011.03.17 <fq> Scrisse Antonio Gramsci nel 1920: “Lo stato italiano è stato una dittatura feroce, che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti”. Il Risorgimento non fu per niente una “rivoluzione di popolo”, e fu usato dalla monarchia sabauda per costruire sì uno stato unitario, ma nell’interesse di una borghesia gretta e ottusa, subito pronta ad allearsi con i latifondisti meridionali, reazionari e sanfedisti. Il fascismo nacque, figlio carnale, da quella alleanza.

 

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SEGUITO DEL SOMMARIO

 

05/10/2015  ricevo da un’amica uno stralcio sulla ospitalità-solidarietà tratto dal libro in titolo: lo commento in relazione ai fondamentali che alimentano la solidarietà in fraternità.

Lo stralcio è tratto da Rocca 01/10: a pagina 13 e 14 del libro leggiamo: «L'Italia è il paese classico dell'ospitalità (...). Ma lo spirito evangelico non ha saputo trasformarsi nella forma moderna della solidarietà e dell’ organizzazione disinteressata e civile (...). L'assistenza, che è un diritto, diventa un regalo, una umiliante carità, che si può e non si può fare». Era il 7 gennaio 1918!

[CzzC: ringrazio l’amica per lo stralcio che mi offre occasione per trarre

- incitamento a praticare ancor più la caritativa (io non odio ma temo gli indifferenti),

- chiave di lettura per individuare le fondamenta della solidarietà.

Si evince subito quanto, rispetto ad oggi, il grande Gramsci del 1918, che qui richiama lo spirito evangelico, si fosse alimentato dalla linfa di quelle radici cristiane che generarono concetti e prassi di dignità della persona, libertà uguaglianza e fratellanza fondamento della nostra civiltà: ma il Gramsci adulto aveva reciso quelle radici perché, contrapponendo filosofia a religione (questa ritenuta superstizione, inerte espressione del passato priva di verità) e abbracciando da buon marxista l'hegeliana dialettica degli opposti, concepiva la lotta del proletariato contro la borghesia come incarnazione di tale dialettica, e prefigurava la vittoria di tale lotta come incarnazione dell’eticità della storia, altro che etica cristiana.

Per questo Gramsci parla di spirito evangelico non di Cristo (anche a chi nega la verità di Cristo fa comodo appellare la caritativa dei cristiani ed accusarli nel contempo di non aver saputo trasformare nella forma moderna la loro solidarietà). Potremmo dire oggi a Gramsci che ancor meno i non cristiani hanno saputo fare quella trasformazione, anzi, il misconoscimento delle radici cristiane ne fa propagare altre che, anche nei paesi marxisti, sanno sfruttare l’uomo con darwinismo sociale assai efficiente ma meno efficace per la suddetta dignità, tanto che nel secolo delle più ampie risorse tecnologiche ed alimentari, come mai l’umanità ebbe a disposizione, vediamo genocidi, schiavismo e scempio della dignità umana come mai l’umanità conobbe, mentre anche a casa nostra crescono sperequazioni e latrocinio generazionale.

Che l'assistenza sia un diritto, ha senso dire sulla base di un concetto di dignità della persona le cui fondamenta ancora una volta Gramsci aveva recise: tolto il fondamento dignitario (quello della solidarietà di Madre Teresa cui il moribondo disse «Per tutta la vita ho vissuto come un animale, ora muoio come un essere umano»; quello per cui Benedetto XVI a Berlino disse che ci sono valori da mettere al riparo anche dal principio maggioritario) l’assistenza più che un diritto diventa un valore relativo rispetto alla disponibilità del budget statale deciso, in relazione ad altre priorità, dal regime o dalla maggioranza democratica, per cui

- abbiamo la pur ricchissima comunista Cina che lascia freddamente perdere i cittadini improduttivi che non abbiano di che pagarsi le cure o l’istruzione oltre lo standard minimale comune (vedrai che eutanasia anziani introdurrà la Cina tra pochi decenni oltre le RSA)

- abbiamo il nostro Parlamento che leva alle famiglie il contributo per i figli handicappati perché deve spendere quei soldi altrove: vedrai che altri tagli farà, e non per crisi economica, ma per processo globale,

quel processo per cui ad una conferenza di Quartiere Solidale apprendemmo che la pur assistenzialista Svezia invita i cittadini a farsi un’assicurazione privata, perché fra 20anni il loro intervento statale nell’welfare sarà drasticamente ridotto rispetto ad oggi.

Oltre Gramsci ci sono tanti anche non marxisti che credono in un’alternativa al fondamento cristiano della solidarietà per mantenere l’assistenza attraverso un’organizzazione civile: e grazie a Dio che al posto dell’assistenzialismo cristiano oggi abbiamo l’welfare state, sia perché l’assistenza è di tutti e per tutti laicamente, sia per l’esiguità delle risorse cristiane, sia per l’enormità delle esigenze assistenziali moderne; ma che questa organizzazione civile sia anche disinteressata come auspicava il Gramsci ancora contagiato dalla suddetta linfa, formulo tanti auguri, ma temo che sia un’utopia (anche se faccio e prometto collaborazione con tali utopisti), visti i risultati storici del montante individualismo, ateismo, islamismo, induismo, capicomunismo: te lo immagini oggi Gramsci parlare di assistenza disinteressata a questi ismi? Gramsci era nel 1918, all’epoca mio nonno era profugo di guerra, e mi raccontò di quanto fosse stato ben assistito (allora erano abituati a vita dura, per cui bastava poco per farli sentire bene): se Gramsci si lagnava allora dell’umiliante carità, che si può e non si può fare, vorrei sentirlo oggi cosa direbbe

- dopo aver visto la fine del socialismo sovietico, i Laogai del capicomunismo cinese e del NordCorea, i muslim respingere la nostra dichiarazione universale dei diritti umani e inventarsene una loro per poter perseguitare i loro abiuri in onta all’art.18 della nostra dichiarazione universale;

- o dopo aver visto il nostro latrocinio generazionale che lascia senza lavoro il 40% dei giovani e carica sulle loro spalle il sostegno di un debito pubblico che oggi cuba >2,2T€ >130%/Pil.

Gramsci monterebbe di ira al vedere che quel latrocinio montò (vedi grafico) proprio dopo il contagio della rossa sessantonite e venne da pretese di assistenzialismo a mani bucate (bebypensioni, finte pensioni di invalidità, pletorica pubblica dipendenza, municipalizzate e partecipazioni in deficit, cattedrali nel deserto, colabrodo del sud, scala mobile, tutto gratis, ...) assistenzialismo che aveva gramsciani tra i suoi tifosi ben più che tra i suoi diffidenti (questi temevano per il debito pubblico e dunque per le conseguenze sulle future generazioni).

L’ospitalità ai rifugiati è un diritto-dovere: forse veniva praticata meglio, in rapporto alla disponibilità di ricchezza dell’ospitante, quando la cultura delle beatitudini era incarnata nella popolazione con la religione cristiana, non irrisa come oggi alla maniera della gramsciana ministra Taubira in risposta al ventilato pugno del Papa.