RWANDA: 1M di massacrati in soli 3 mesi nel 1994; ora foraggia paramilitari M23 contro Congo per rapinare minerali?

Il genocidio del 1994 è ricordato da taluni (ad es. dai TdG) per criminalizzare i cattolici (molti dei persecutori e delle vittime erano tali), senza evidenziare gli illuminati piloti devoti della dea pecunia che furono all’origine di quel massacro e negligenti nel fermarlo: il massone François Mitterrand venne aspramente criticato per la collaborazione, soprattutto commerciale ed economica, con i vertici del regime degli Hutu persecutore dell'etnia minoritaria Tutsi.

Mozambico e Rwanda sono gli unici 2 paesi del Commonwealth a non essere ex colonie britanniche.

Sulla guerra civile Rwandese CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 15/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Africa; Commonwealth; male fisico, barbarie, potentati; complicità della Francia di Mitterrand, indifferenza dell’ONU;

 

2024.04.12 <CMC> segnali di speranza in Rwanda a 30 anni dal genocidio. Il 7 aprile 1994 iniziava la mattanza dei Tutsi e degli Hutu moderati. Cento giorni di ferocia a colpi di machete. Con la responsabilità del mondo che non ha mosso un dito, Francia in testa [CzzC: era presidente il massone François Mitterrand]. Eppure, come nell’Europa nazista in cui erano perseguitati gli ebrei, ci sono state migliaia di famiglie cristiane di etnia hutu che hanno salvato la vita dei loro concittadini di etnia tutsi, nascondendoli. [CzzC: potrebbe destarsi la fiammella della riconciliazione se non ci fossero ancora tante ambiguità della politica, come quella che sostiene i ribelli del gruppo M23 che attaccano il Nord Kivu del confinante Congo, dove i minerali dei conflitti grondano sangue innocente da decenni]

 

2024.02.27 <post google> nella Repubblica Democratica del Congo i ribelli del gruppo M23, sostenuti dal vicino Rwanda, stanno attaccando la città di Goma, nell'est del paese (Nord Kivu); 135mila persone costrette ad abbandonare le proprie case. Già da due anni si segnala la guerra in corso <manifesto 2023.10>

 

2022.12.09 <avvenire> Denis Mukwege, Nobel per la pace 2018 per le cure alle donne violentate, parla delle speranze del suo popolo/Congo che verrà visitato dal Papa e dei rischi di una nuova grande guerra africana: il Rwanda ha attaccato il Congo sostenendo gruppi paramilitari per creare caos onde rapinare i minerali preziosi di cui è ricco il Congo ed esportarli illegalmente. Tutto il mondo lo sa, ma nessuno sanziona l'aggressore.

 

↑2020.05.16 <corr rai google> Felicien Kabuga 84 anni si nascondeva in un appartamento alle porte di Parigi, ricercato per crimini contro l'umanità. Fu tra i fondatori di Radio Mille Colline/Rwanda, detta anche "Radio odio" e radio machete che incitava a “schiacciare gli scarafaggi” <fq> armò gli hutu e finanziò il genocidio dei tutsi: latitante da 23 anni [CzzC: latitanza senza complicità francesi?]

 

↑2019.04.04 <VT#13p20> Rwanda 25 anni dopo; nel vicino Congo negli ultimi 25 anni si sta consumando una guerra che ha prodotto 5 milioni di morti [CzzC: la storia non insegna a chi non vuol imparare, men che meno a chi è distratto dagli abbagli della dea pecunia].

 

↑2018.03.20 <ilManifesto>: Il Rwanda segreto della Francia. Nuove rivelazioni sul ruolo di Parigi prima, durante e dopo il genocidio del 1994. La condotta di Mitterrand, le armi, il modo in cui l’Operation Turquoise salvò profughi e criminali. In attesa che vengano desecretati, come promesso, i documenti ufficiali.

 

↑2017.07.07 <peacelink> La Francia (del massone Mitterrand?) fu «complice» del genocidio in Rwanda». Nel mirino il contingente militare Turquoise, inviato "per scopi umanitari" nel paese africano. La denuncia al tribunale militare dei sopravvisuti tutsi. Le indagini contro un muro di gomma.

 

↑2017.06.14 da <lindro> per organizzare le sue forze di repressione in Congo, Kabila induce in forme di complicità perfino forze della missione di pace ONU (MONUSCO sotto controllo della Francia); per la difesa del suo regime ha creato una specie di Guardia Pretoriana (circa 20.000 uomini) in sinergia con l’organizzazione terroristica ruandese FLDR (Hutu power) [CzzC: ricorda che per l’immane massacro del Rwanda 1990-1993 il massone François Mitterrand venne aspramente criticato per la collaborazione, soprattutto commerciale ed economica, con i vertici degli Hutu; Hutu erano anche i due gruppi paramilitari rwandesi principalmente responsabili dell'eccidio: Interahamwe (addestrati da soldati francesi) e Impuzamugambi]

 

↑2017.03.27 <Avsi rainews>: La rivincita delle donne. Così rinasce il Rwanda a oltre vent'anni dal genocidio: la riconciliazione vede protagoniste le donne e i molti italiani che le sostengono a distanza. Margarita è una delle donne scampate al genocidio del 94. Oggi vive in una capanna e lavora in una cooperativa di artigiane ... continua

 

↑2014.04.06 20 anni fa l’orrore in Rwanda, un genocidio consumato nell’indifferenza dell’ONU e dei mass media: in tre mesi 800.000 massacrati. VT#14p17

 

↑2009.mm.gg <benerwanda>: 15 anni dopo sarebbe giunto il momento di rendere giustizia alle vittime del genocidio Rwandese. Se è troppo tardi per salvare il milione di uomini, donne e bambini che sono stati violati, torturati e sterminati dalla notte tra il 6 e il 7 aprile al 18 di luglio 1994, non è però tardi per raccontarne la storia. Perché la loro storia ci riguarda. Non siamo diversi da loro: le cause e le dinamiche che hanno portato a questo genocidio possono verificarsi anche da noi. Conosciamole, e riconosciamole. Non mentiamo a noi stessi con frase retoriche, “never again”. Perché il diavolo del genocidio è ancora in azione [CzzC: cvd pochi anni dopo le stragi di inermi in Libia, Siria e Iraq, innescate e trascurate da analoghi potentati inciuciati coi wahhabiti]

 

↑2005.06.11 <repubblica> Cancellato il debito pubblico di 18 Paesi in via di sviluppo: un passo importante, ma non basta. I paesi del G8 hanno deciso, in accordo con Banca mondiale e FMI, di cancellare il debito di 18 Paesi poveri africani e americani: BENIN, Bolivia, BURKINA FASO, Etiopia, Ghana, Guyana, Honduras, Madagascar, MALI, Mauritania, Mozambico, Nicaragua, NIGER, Rwanda, SENEGAL, Tanzania, Uganda e Zambia [CzzC: 5 su 18, in maiuscolo, sono del giro francese CFA, il franco delle colonie francesi africane (Colonies françaises d'Afrique)] <vita2015> cosa è successo dopo

 

2000.12.22 <repubblica> la famiglia di Mitterrand aveva interessi d'affari in Africa, non solo in Rwanda: il figlio (cinquantatreenne Jean-Christophe), sarebbe implicato in un traffico d' armi miliardario tra la Francia e l'Angola e forse anche il Congo: è in stato di fermo nei locali della sezione Reati finanziari della polizia giudiziaria.

 

↑200a.mm.gg <benerwanda>: molti miliziani Hutu Interahamwe rimangono nell’est della RDC, dove taglieggiano le popolazioni civili, stuprano donne e bambini, e costituiscono la causa principale del perpetuarsi fino ad oggi del cruento conflitto congolese, che ha portato alla destabilizzazione regionale, e allo  sfruttamento illecito delle ricchezze minerali della RDC da parte di numerosi attori congolesi, regionali ed internazionali.

 

↑1995.mm.gg <benerwanda>: Le Nazioni Unite, colpevoli di inazione nel 1994, hanno lanciato un anno dopo un (costoso e molto criticato) processo di giustizia internazionale ad hoc (il Tribunale Penale Internazionale per il  Rwanda, sito a Arusha in Tanzania); e si sono osservati vari esempi di applicazione del principio di competenza universale per crimini contro l’umanità che hanno portato alla celebrazione di processi a Rwandesi accusati del genocidio in Belgio, Canada, Svizzera … La ricostruzione storica degli eventi da parte di giornalisti, studiosi, testimoni (quali in particolare Philippe Gourevitch, Colette Braekman, il generale Romeo Dallaire, la sopravvissuta Yolande Mukagasana) ed organizzazioni (quali in particolare la Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Human Rights Watch, African Rights ed altri), nonchè il riconoscimento ufficiale del genocidio da parte dell’ONU, hanno dimostrato la realtà del genocidio dei Tutsi e le responsabilità di un grande numero di individui appartenenti all’Hutu Power. Vari studi hanno anche sottolineato le responsabilità delle chiese (ed in particolare la Chiesa Cattolica Rwandese) e di certi paesi (soprattutto la Francia).

 

↑1994.07.18 <benerwanda>: il Fronte Patriottico  Rwandese, movimento di opposizione armata predominato dai Tutsi, che aveva appena vinto la guerra civile, mette progressivamente fine al genocidio, e si appresta a prendere il controllo politico e amministrativo del paese. Centinaia di migliaia di Tutsi della diaspora cominciarono a rientrare in Rwanda mettevano fine ad un esilio trentennale cominciato con i primi pogrom anti-Tutsi del 1959 che avevano segnato l’inizio del dominio Hutu in Rwanda. Gli autori del genocidio, i promotori, i pianificatori, i miliziani e centinaia di migliaia di ordinari assassini, si riversano in Congo ed altri paesi vicini alla fine del genocidio, mentre l’esercito francese [CzzC: col massone Mitterrand] ne copriva la ritirata strategica. Con l’acritica assistenza della comunità internazionale, questi fuggitivi, guidati dalle gerarchie genocidarie ed inquadrati dalle milizie, rimasero per due anni in campi vicini alle città di Goma e Bukavu, sulla frontiera stessa tra Zaire e Rwanda, da lì proseguendo azioni militari. Nel 1996, questi campi furono chiusi con la forza dall’esercito ribelle congolese guidato da Laurent Désiré Kabila, la cui avanzata, sostenuta dall’Esercito Patriottico Rwandese e dai guerriglieri Banyamulenge (Tutsi congolesi), rovesciò nel 1997 il trentennale regime del giurassico, cleptocratico despota Joseph Désiré Mobutu Sese Seko, fondando l’attuale Congo (RDC).

 

↑1994.06.gg <benerwanda>: La Radio Televisione delle Mille Colline incitava la popolazione a “tagliare tutti gli alberi alti”, ricordando che “le fosse” erano “solo a metà piene”, e intanto i mass-media internazionali erano incapaci o addirittura riluttanti a spiegare quanto realmente succedeva in quel piccolo paese africano. Non svolsero affatto il loro dovere di informare compiutamente l’opinione pubblica internazionale, peraltro già distratta da altri eventi internazionali, quali i campionati del mondo di calcio negli Stati Uniti, la fine dell’era dell’apartheid in Sudafrica, o il prolungarsi del conflitto nell’Ex-Yugoslavia.

 

↑1994.05.15 <wikipedia>: Nel Regina Coeli GP2° implora i  Rwandesi di fermare il massacro: «essi stanno portando il paese verso l'abisso. Tutti dovranno rispondere dei loro crimini davanti alla storia e, anzitutto, davanti a Dio. Basta col sangue!»

 

↑1994.04.30 <benerwanda>: l’ONU pensava a salvare la propria faccia, non il popolo rwandese. Il 30 aprile al Consiglio di Sicurezza arrivò la bozza di una risoluzione che definiva ciò che stava accadendo in Rwanda come un ‘genocidio’. Questa parola venne però sostituita dall’espressione ‘crimine punibile dalla legge internazionale’. Una differenza cruciale: se fosse rimasto ‘genocidio’ l’ONU sarebbe stata obbligata a intervenire. Ma come ben spiegò l’ambasciatore britannico “se poi non attuassimo un pronto intervento faremmo una figura ridicola”. Così, a difendere i civili rwandesi rimasero un pugno di caschi blu, in maggior parte africani. Alcuni di loro pagarono la propria scelta con la vita.

 

↑1994.04.21 <benerwanda>: “Qui si sta pianificando un massacro; con i pochi militari che ho a disposizione non posso fermarlo, ma se ne avrò almeno 5.000 impedirò lo scoppio della violenza”. Il generale Romeo Dallaire, capo dei caschi blu in Rwanda fece più volte questa richiesta ai suoi superiori all’ONU, inutilmente. Per occuparsi della questione il Consiglio di Sicurezza aspettò il 21 aprile, dopo che anche le prime pagine del Washington Post e del New York Times avevano parlato di almeno 100.000 uccisioni. Ma il rapporto del segretario generale Boutros Ghali consegnato ai membri del Consiglio non teneva affatto conto delle richieste di Dallaire, e spiegava il tutto come semplici eccessi della guerra civile in corso nel paese.

 

↑1994.04.06 <benerwanda>: inizia uno dei più mostruosi crimini della storia dell’umanità: il genocidio dei Tutsi (accompagnato dai massacri degli Hutu moderati) commesso dagli estremisti dell’Hutu Power. Almeno 800k persone (1M secondo alcune stime) furono massacrate nello spazio di cento giorni, ad un ritmo cinque volte superiore a quello del genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

 

↑199a.mm.gg François Mitterrand <wikipedia> viene aspramente criticato per la collaborazione, soprattutto commerciale ed economica, con i vertici del regime degli Hutu in Rwanda, segregazionista nei confronti dei Tutsi, prima della guerra civile Rwandese (1990-1993) che portò al loro genocidio. La famiglia di Mitterrand aveva interessi d'affari in Africa, non solo in Rwanda (il figlio venne arrestato negli anni 2000 per traffico d'armi con l'Angola).

 

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SEGUITO DEL SOMMARIO

La guerra civile Rwandese 1990-1993 pareva conclusa con gli accordi di Arusha, ma l’assassinio del presidente Juvénal Habyarimana infuocò lo scontro che sfociò nel genocidguerra civile Rwandese io  Rwandese del 1994. Le vittime furono prevalentemente dell’etnia minoritaria Tutsi contrapposti alla maggioritaria degli Hutu. In origine la differenza era solo socio-economica (Hutu agricoltori, Tutsi allevatori, ma c’erano anche matrimoni) poi sotto il colonialismo belga divenne una differenza razziale (i Twa 1% erano di bassa statura (come i pigmei), gli Hutu di media altezza, e i Tutsi erano di altezza maggiore, con lineamenti del volto e del naso più sottili e non fu più possibile cambiare gruppo. I Tutsi divennero i ricchi al potere, gli Hutu i poveri che dovevano subire tutto. Dopo sanguinose rivolte e massacri, gli Hutu, con l'accordo dei belgi, presero il potere nel 1959–1962 e iniziò la lunga persecuzione dei Tutsi, molti dei quali fuggirono nei paesi vicini. Hutu erano anche i due gruppi paramilitari principalmente responsabili dell'eccidio: Interahamwe (addestrati da soldati francesi/Mitterrand) e Impuzamugambi.

Altri conflitti nell'area che appaiono strettamente correlati alla guerra civile Rwandese, e al conflitto fra Hutu e Tutsi, sono la prima guerra del Congo (1996-1997) e la seconda guerra del Congo (1998-2003). A causa della forte correlazione fra questi eventi e altri successivi (alcuni dei quali ancora in corso), alcune fonti forniscono diverse datazioni per la guerra civile Rwandese, o addirittura la considerano non ancora conclusa.

Ci furono anche dei Giusti:

- <wikipedia>: Pierantonio Costa (1939) diplomatico, ambasciatore in Rwanda durante il genocidio

- <wikp>: Romeo Dallaire (1946) canadese, comandante forze ONU in Rwanda durante il genocidio