La REALTÀ è superiore all’idea, o viceversa?

Ritengo più errata che giusta l'affermazione che «se la realtà è superiore all’idea, a perdere rilevanza non è solo la dottrina/teoria ...»; ritengo che siano l'esperienza/osservazione ben coniugate con ragione/razionalità a guidarci verso il vero e il bene: sono entrambe essenziali, non perderei tempo a disquisire su quale delle due conti di più, ma se mi costringessi a scegliere, direi che il metodo della conoscenza è imposto dall'oggetto e ricorderei quanto male abbiano fatto al bene comune coloro che minacciavano tanto peggio per quella realtà che non si fosse adattata alle loro ideologie.

CONTINUA in data 2017.04.23

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 24/11/2021; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: ideologia contro esperienza; verità, oggettività, metodo scientifico, tanto peggio per la realtà? Agnes Heller

 

2020.03.30 <internaz> è corretto dire che è una guerra quella contro il coronavirus? Quando forziamo il significato delle parole per descrivere un fenomeno, rischiamo di fuorviarne la comprensione e quindi i relativi sentimenti e decisioni operative; sulla scelta delle parole descrittive della realtà si gioca anche buona parte della propaganda politica contemporanea. Ad esempio: nel voler chiamare “virus cinese” il Covid-19, Donald Trump fa, per dirla con George Lakoff, una esplicita operazione di framing: inquadra il virus evidenziandone la provenienza per attribuirne la responsabilità.

 

↑2018.10.25 <avvenire> La filosofa ungherese Ágnes Heller pubblica la terza parte della sua trilogia sulla morale e dice: «Il male non può mai essere tollerato ...  Nietzsche è uno dei protagonisti del libro insieme con Immanuel Kant e Søren Kierkegaard. Quello che ho cercato di dimostrare è che, quali che siano le convinzioni di partenza, le scelte morali avvengono sempre in condizioni particolari, che possono perfino contraddire le premesse teoretiche. La questione è che non possiamo apprezzare il valore di una scelta fino a quando questa non entra a contatto con la REALTÀ, facendosi concreta, drammatica. Le teorie sono analogabili a un bastone a cui appoggiarsi mentre si procede su un terreno accidentato».

 

2017.04.23 Ricevo da NC una riflessione di nbq su "Magistero e tradizione, mai separati: precedenti storici", in relazione al dibattito che si è sviluppato intorno all'Amoris Laetitia e ai cinque dubia sollevati dai Quattro Cardinali. Rispondo

Da: CzzC    Inviato 23/04/2017 h17:44

A: NC   

Oggetto: la realtà è superiore all’idea

Grazie, C,

   nella riflessione che mi ha inviato noto un’affermazione preliminare discutibile, che mi parrebbe più errata che vera, anche se probabilmente sbottata in buona fede: «se “la realtà è superiore all’idea”, a perdere rilevanza non è solo una dottrina, ma la dottrina stessa». Permettimi un tentativo di discernimento in merito.

Cristo ha abbracciato in pieno la nostra esperienza ed è stato tutt’altro che idealista (vedi le tentazioni nel deserto, gli scontri con i farisei, la misericordia con le persone che gli idealisti della pura dottrina avrebbero emarginato o lapidato).

- Che siano le idee a doversi piegare alla realtà e non viceversa, non è solo una questione di Cristianesimo, è una questione di conoscenza, come processo logico-esperienziale di un soggetto che, in cerca della verità, accetta che il suo metodo di conoscere sia imposto dall’oggetto e, quindi, in certo qual modo, che gli sia dato non che lo generi lui:

- guai a noi quando l’idea - ideologia vuole prevalere sulla realtà dell’esperienza (ideologia contro esperienza)

- abbiamo ancora bruciante il ricordo di quante vittime innocenti siano state sacrificate alle idee naziste, nonché alle idee di quel materialista di nome Lenin che, copiando Hegel, millantava che «se la realtà non si adatta al materialismo storico, tanto peggio per la realtà».

- Cosa sarebbe una dottrina sganciata dalla realtà dell’esperienza della persona nella concretezza del suo sudato cammino di vita? Sepolcri imbiancati li chiamava Gesù; li sfidò sporcandosi le mani nel giorno di sabato per curare del prossimo il corpo ed il cuore: gli idealisti additavano lo scandalo del sabato profanato invece di vedere il miracolo della guarigione.

Per il resto ho iniziato a leggere tra monotelismo, monofisismo, monoenergismo ma ho mollato perché richiesto da maggiori priorità. Un caro saluto. CzzC

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Da: NC    Inviato: lunedì 24 aprile 2017 13:28

A: CzzC

Oggetto: Re: la realtà è superiore all’idea

Con le tue osservazioni mi fai riflettere come un prof di filosofia! Grazie!

 

↑2005.mm.gg libro Il rischio educativo (di Luigi Giussani): Tre i fattori costitutivi della proposta educativa dell’Autore: la comunicazione di una tradizione, dentro una esperienza presente, per liberare i giovani e metterli nelle condizioni migliori per valutare criticamente ogni aspetto della realtà. Dal «rischio» del confronto con l’ambiente circostante si genera la personalità di chi è educato: la sua libertà, cioè, «diviene».