Rimane fermo che la TERRA DI CANAAN appartiene ad Israele?

Sì, sostiene Padre Giovanni Cavalcoli; avallando i piani della TERZA ERA MESSIANICA?

Dissento.

Il dialogo in merito iniziai il 2024.03.21 e conclusi il 31Marzo.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 21/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Palestina Gerusalemme/USA, Gaza, Hamas, Sionismo influente, colonie missione divina, Sykes-Picot1916

 

2024.04.18 <rsi.ch post adnk> Gli USA bloccano l’adesione della Palestina all’ONU con l’annunciato veto alla bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza appoggiata da 12 Paesi - L’ANP: “Una flagrante aggressione”. [CzzC: bloccano per permettere il possesso della terra di Canaan come voluto dal sionismo suprematista?]

 

2024.03.31 Davvero «rimane fermo che la TERRA DI CANAAN appartiene ad Israele»? «Per diritto naturale»? Anzi, per diritto divino perché «Dio ha donato a Israele la terra di Canaan»?

Commento.fb le «affermazioni» di Padre Cavalcoli.

Mi sta dispiacendo discutere così a lungo sulla risposta alla domanda in titolo, magari facendo perdere tempo a Sue maggiori priorità, caro Padre Giovanni.

Replico per un’ultima volta promettendo di non replicare ulteriormente su questo oggetto.

Il «DIRITTO NATURALE» non è esercitabile se non è codificato in una legge civile: non basterebbe nemmeno che sia codificato in una costituzione se non fosse esplicitato da una specifica legge che ne circoscriva le modalità di attuazione e le pene per i trasgressori.

Quindi rimane non risposta la domanda iniziale, che per immediatezza riprendo

1) Qual è la legge internazionale che sancisce il diritto di riprendersi anche a forza il territorio occupato millenni fa in base al criterio che sarebbe «un caso unico nella storia»?

2) Ha solo rilevanza religiosa, non laica-civile, l’affermazione che il possesso della terra di Canaan sia un «un dato della divina rivelazione, che è vincolante non solo per gli ebrei, ma anche per noi cristiani», una rilevanza religiosa foriera di guerra di religione, vista la terza era messianica che gli Ebrei ultraortodossi dicono di avere iniziato 75 anni fa; finché non ci sarà risposta positiva alla domanda iniziale, la suddetta affermazione è IRRILEVANTE per le leggi naturali dell'uomo che sono quelle scritte nei codici civili e, nel caso specifico, nel codice di diritto internazionale trattandosi di questioni di confini tra popoli diversi (vedi risoluzioni 476 e 478 del Consiglio di sicurezza dell’ONU).

3) In base al criterio di GIUSTIZIA caro a me e a Lei, possiamo convenire sul fatto che «le leggi dell’ONU per essere GIUSTE devono rispettare il diritto NATURALE»: ma sulla Terra hanno diritto di esistere anche gli uomini che hanno un diverso criterio di GIUSTIZIA e un diverso criterio di diritto naturale: quale sarebbe il codice universale del diritto naturale? Non lo è nemmeno la nostra dichiarazione universale dei diritti umani, visto che almeno un miliardo di persone si riferisce ad una diversa, senza contare che perfino su settimanali diocesani si sostiene ripetutamente che il DIRITTO NATURALE è cangiante
Si pensi a come diversamente giudica la GIUSTIZIA (laica ma anche quella di confessioni cristiane) sul diritto all'aborto esercitato senza se e senza ma.

4) Stante tale umana babele di GIUDIZI su ciò che è GIUSTO e non, su ciò che è NATURALE e non, nei comportamenti di fatto e di confine dobbiamo necessariamente basarci sull’unico punto di convergenza quasi universale, la legge scritta a livello ONU, cui aderiscono 193 Paesi (Vaticano, Taiwan e Palestina sono solo “osservatori”), legge che potrebbe anche non piacere a chi ritiene che non rispetti il suo criterio di diritto naturale; tale necessità di convergenza è affermata anche dal nostro Papa perfino riguardo al bombardamento difensivo: «è lecito, purché sia deciso dalle convenzioni internazionali, perché una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto»

5) il dire che «un popolo in linea di principio, ove non ci siano controindicazioni, può riappropriarsi anche con la forza del proprio territorio» non parrebbe conforme a quanto suddetto dal Papa, ma nemmeno rispetto ad altre considerazioni logiche

   - non sta codificato da alcuna parte condivisa quale sia la «LINEA DI PRINCIPIO» da applicare, vista la suddetta babele,

   - non esiste caso storico per cui si sia potuto dire che «non ci siano CONTROINDICAZIONI» a meno che non venga silenziato chi solleva controindicazioni che il potente silenziatore non ama vedere (dittature).

6) Temo che non siano condivise dalla nostra Santa Sede le seguenti affermazioni riguardanti la terra di Canaan:

   - «Rimane fermo che quella terra appartiene a Israele»

   - «nel caso dell’invasione israeliana, il territorio appartiene a Israele» con riferimento all'occupazione/1967 dei territori palestinesi.

   Assieme al Papa e alla stragrande maggioranza degli stati dell’ONU diciamo che «rimane fermo che la terra di spettanza ad Israele è quella assegnatagli dall'ONU nel 1947» non tutta la terra di Canaan che i coloni ultraortodossi stanno colonizzando protetti dall’esercito israeliano.

7) Anch'io vorrei credere che in Palestina quelle «realtà sociologiche, culturali, civili, umane e religiose, appaiono evidentemente in un tale stato di AFFINITÀ che sembra del tutto logico e conveniente che possono formare un’entità federale»: magari!
Purtroppo dopo
milioni di profughi palestinesi cacciati dalle loro terre, dopo le operazioni piombo fuso, dopo massacri che sono istanziati alla corte internazionale come crimini di guerra e addirittura dal Sudafrica come genocidio, dopo l'eccidio operato da Hamas lo scorso ottobre, abbiamo seri dubbi che ci sia tutta quella suddetta AFFINITÀ; c'era in parte, finché sussisteva un parziale rispetto dello "status quo" su Gerusalemme caro anche alla Santa Sede.
Adesso (a prescindere dal
piombo su Gaza) abbiamo i sionisti ultraortodossi che sputano per terra quando vedono passare un frate, provocano i musulmani sulla spianata delle moschee, fanno fare percorsi diversi al corteo di nozze attraverso il MURO se lo sposo è cittadino israeliano ma la sposa è dei territori occupati (lo sposo che ciò mi testimoniò era la nostra guida in Terrasanta nel 2012) ...:
Quegli ebrei
ultraortodossi non vogliono accordi paritetici, non vogliono una federazione paritetica, vogliono controllare coi loro fucili la terra di Canaan.
A proposito,
chi sarebbero i SIONISTI? Già risposi, ma per immediatezza ri-ecco il link di rispostahttp://www.xamici.org/n1/Sionismo.htm

Mi sto dilungando troppo: per rispetto dei rarissimi che avessero avuto la pazienza di leggerci fin qui, lascio perdere Spagna ed Alto Adige a costo di apparire dialetticamente perdente; spero solo di avere notiziato come interessante il dato storico poco noto sulle Katakombenschulen e spero che gli "spagnoli" catalani non facciano uno stato separato dagli "spagnoli" di Madrid.

Noi, credenti nel Dio d’Israele, abbiamo l’obbligo morale di persuadere i nostri fratelli maggiori nella fede, gli Ebrei (che non sono tutti sionisti ultraortodossi) a rispettare la presenza indipendente del popolo palestinese nella Cisgiordania: il diritto internazionale deve garantire a tutti i popoli una propria terra, anche a quei martoriati palestinesi.

P.S.: nel caso che Lei pensasse che io sia pro Palestinesi e contro Israele pregiudizialmente, anziché in ricerca di un giusto discernimento delle responsabilità di tanto male che sta accadendo, ecco un assaggio di come presi le difese di Israele anche sfidando un noto missionario mio conterraneo (Padre Alex Zanotelli)

 

2024.03.30 Cavalcoli: caro Carlo, se c'è un popolo che possa vantare un diritto sul proprio territorio, storicamente documentato da 3000 anni di storia, è proprio il popolo ebreo. Però con tutto ciò io riconosco in linea di principio l'autorità dell'ONU, solo che le due risoluzioni 181 e 241 non rispettano quel diritto. Dal punto di vista del diritto naturale, noi possiamo avere il diritto di riappropriarci, anche con la forza, di un bene che ci è stato ingiustamente tolto. Tuttavia in questa rivendicazione occorre evitare gli eccessi, che possono sconfinare nella violenza e nella crudeltà. L'ideale sarebbe un accordo mediante una trattativa.

- [CzzC: un accordo mediante una trattativa è sempre l'ideale, anche perché diversamente significa disaccordo, conflitto, guerra. Il diritto naturale al riappropriarci del maltolto va contestualizzato su scala temporale: nell'arco di pochi anni solitamente tale diritto è contemplato dalle leggi ordinarie, mentre sarebbe foriero della suddetta conflittualità pretendere di farlo valere dopo secoli «anche con la forza»: gli ebrei in Palestina furono per secoli una sparuta minoranza finché non fu loro assegnata a tavolino una terra dopo la Shoah, terra sottratta agli arabi e ottomani che la abitavano da secoli in maggioranza.
Vogliamo ridare la Spagna ai musulmani che la
civilizzarono per 8secoli (vedi Cordoba) un numero analogo a quello dei secoli che videro gli Ebrei padroni di Gerusalemme? Durante i suddetti 3000 anni la padronanza degli Ebrei su Gerusalemme fu tutt'altro che continua: per lunghi periodi vissero mescolati con popoli idolatri senza avere un tempio, per altri periodi furono in esilio, ed anche nei periodi in cui avevano una capitale e un Tempio, convivevano mescolati con altre etnie e tribù, tanto che si disconoscevano perfino tra tribù di Israele al punto da ritenersi contaminati anche solo a parlarsi (vedi la Samaritana).
Vogliamo riconoscere agli
Altoatesini di lingua tedesca il «diritto di riappropriarsi, anche con la forza, di un bene che è stato loro ingiustamente tolto»?
Dopo le immani catastrofi della
prima e seconda guerra mondiale abbiamo istituito l'ONU proprio per evitare che si brandisca a forza di guerra il suddetto diritto, ma ci sono governi che se ne fanno un baffo delle risoluzioni ONU, brandendo il diritto della loro forza atomica, e tra questi governi annoveriamo quello di Israele; è di pochi giorni fa la risoluzione dell'ONU di cessare il fuoco: vedrà, padre Giovanni, quanto ne terranno conto i sionisti (che non sono tutti gli ebrei)
Auguro a Lei, e ai Suoi fratelli di cuore
BUONA PASQUA]

- Cavalcoli: caro C., comprendo le sue difficoltà. Ho molto rispetto per l’ONU. Apprezzo pienamente il richiamo che mi fa circa il rischio di favorire azioni di forza. Tuttavia la documentazione storica relativa al possesso della terra di Canaan da parte del popolo ebraico è inoppugnabile e costituisce un caso pressoché unico della storia dei popoli.
Circa il diritto di proprietà di Israele riguardo alla terra di Canaan, abbiamo una documentazione di storia civile, religiosa e culturale risalente a 3000 anni fa, cosa più unica che rara fra tutti popoli della terra, se escludiamo i Cinesi e gli Indiani. La terra di Israele è sempre stata abitata da Israeliti. Il numero esiguo dei rimasti in patria non importa. I profeti annunciarono la diaspora e il ritorno in patria. Non si registrano casi nella storia, che io sappia, come per Israele, di un popolo che, cacciato o emigrato dal suo territorio, poi vi sia tornato. I vari popoli sono rimasti dove si sono fermati mescolandosi col popolo del luogo. Non così per Israele, che per 2000 anni nella diaspora ha mantenuto la propria identità. Caso unico nella storia.
Noi cristiani, inoltre, con gli stessi Ebrei, sappiamo dalla rivelazione biblica che quella terra è stata promessa ad Abramo e ai suoi discendenti. Sappiamo, con gli Ebrei, che invece i musulmani, che si basano sul Corano, pur discendendo da Ismaele, non posseggono quel diritto.
Sono d’accordo che Israele ha sbagliato nel rioccupare la propria terra con la forza delle armi. Quanto ai musulmani, essendo anche costoro discendenti da Abramo, non sembra sconveniente che gli Ebrei riservino a costoro un trattamento di favore. [CzzC: bontà loro?] L’idea di formare due Stati, proposta dall’ONU nel 1947 e ora dalla Santa Sede potrebbe essere una soluzione. Sarebbe bene, secondo me, che si formasse uno Stato federale sul modello svizzero o americano o tedesco.
Il paragone con l’invasione musulmana della Spagna nel Medioevo non regge, perché il territorio apparteneva agli Spagnoli. Anche il paragone con l’Alto Adige non regge, perché qui l’Italia è giunta a un accordo con l’Austria.

- [CzzC: non ho difficoltà a sostenere quanto scritto in termini di DIRITTO UMANO CIVILE: mi dica quale legge internazionale sancisca il diritto di riprendersi anche a forza il territorio occupato millenni fa in base al criterio che sarebbe «un caso unico nella storia». Se mi trova tale legge, chiedo venia. Altrimenti NON REGGE il confronto tra i nostri criteri, cioè tra il criterio del diritto sostenuto da legge umana ed un presunto DIRITTO TEOLOGICO foriero di GUERRE DI RELIGIONE. Con lo stesso criterio "teologico" rivendicano diritti territoriali i branditori della Sharia per cui una terra che fu islamica dovrebbe per forza ritornare tale (vedi Cordoba, e non solo condivisa in preghiera), anzi, tutta la terra dovrebbe essere sottoposta all'Islam con concessione della tassa di protezione per quelli del "libro".
«"
due popoli - due stati"» dice la Santa Sede e la stragrande maggioranza dei Paesi civili, non una federazione «sul modello svizzero o americano o tedesco», suggerita dai sionisti in subordine alla attuale occupazione della Cisgiordania.
«
Il paragone con l’invasione musulmana della Spagna nel Medioevo non regge, perché il territorio apparteneva agli Spagnoli»? Semmai appartenne ai Romani, prima dei quali non c'era un popolo degli Spagnoli, ma c'erano varie tribù diverse per dèi e per lingue perfino non indoeuropee come il basco, e dopo i Romani vennero i Visigoti: gli Spagnoli furono creati sulla carta con conflitti che durano ancora (ad es. con i Catalani diversi per lingua e per propensione politica).
Ma analogamente accade nella terra che chiamiamo oggi di Palestina: forse che prima di Abramo non era
abitata da Hittiti, Fenici, Sidoni?
«
Anche il paragone con l’Alto Adige non regge, perché qui l’Italia è giunta a un accordo con l’Austria»: regge eccome, perché, se non ci fosse stata unità di fede, con i preti cattolici di lingua italiana e tedesca che predicavano entrambi "no sangue, solo trattativa" la guerra dei tralicci sarebbe diventata una lunga guerra di terrorismo; i tedeschi del Sud Tirolo hanno accettato la trattativa

   - sia perché capaci di perdono cristiano a fronte delle vessazioni patite perfino con le Katakombenschulen

   -sia perché indennizzati con l'autonomia fiscale 9/10 e legislativa migliore al mondo che nemmeno l'Austria avrebbe potuto loro concedere.

   I Palestinesi dal 1948 ad oggi sono stati "indennizzati" con poco più della DIASPORA e del MURO.
Mi spiace per questa
difficoltà di comprensione tra me e Lei, padre Giovanni, che stimo moltissimo sul piano della dottrina cattolica.
Confido in un miglioramento di comprensione anche sul piano del diritto internazionale.
Ancora
BUONA PASQUA con tutto il cuore, un abbraccio fraterno in ciò che abbiamo di più caro

- Cavalcoli: caro C., il diritto di un popolo al possesso della propria terra è un diritto naturale, che discende dal fatto che la terra è proprietà dell’umanità, ma a causa della difficoltà nel possesso dei beni è conveniente l’esistenza della proprietà privata. Quello che avviene per i singoli, avviene per i popoli.
Nel caso di Israele, unico tra tutti i popoli della terra, la sua proprietà della terra di Canaan, a partire da Abramo, è un dato della divina rivelazione, che è vincolante non solo per gli ebrei, ma anche per noi cristiani.
Per quanto riguarda i musulmani, essi posseggono già i territori dell’Arabia. Tuttavia, dato che discendono da Ismaele, figlio di Abramo, si può capire che essi avanzino qualche diritto sulla terra di Israele. Di ciò ho già trattato.
Per quanto riguarda il diritto positivo, pensiamo per esempio alle leggi dell’ONU, queste, per essere giuste devono rispettare il diritto naturale. In base a questo diritto, come ho già detto, un popolo in linea di principio, ove non ci siano controindicazioni, può riappropriarsi anche con la forza del proprio territorio. Riconosco tuttavia, per essere concreti, che gli ebrei non possono credere di essere quegli ebrei di 3000 anni fa, che hanno occupato la loro terra con la violenza, credendo in ciò di compiere la volontà di Dio.
Lo Stato di Israele di per sé ha una buona fondazione laica, che ammette la libertà religiosa e il pluralismo sociologico. In base quindi ai principi stessi di questo Stato, gli ebrei dovrebbero conservare quell’accoglienza, che essi praticarono già all’epoca dell’Antico Testamento. Da qui si può trarre la conclusione della Costituzione nella terra di Canaan dello Stato di Israele, insieme con lo Stato laico palestinese. Ma rimane fermo che quella terra appartiene a Israele.
Io sono pienamente d’accordo con la proposta della Santa Sede, ma bisogna ricordare che il Papa raccomanda caldamente la pacifica convivenza dei popoli tra di loro. Che cosa significa questo sul piano istituzionale? Che due Stati confinanti, che si trovano entrambi nella terra di Canaan, oltre a ciò due Stati composti di cittadini tra i quali si registrano sia non credenti e sia credenti delle due religioni ebraica e musulmana, queste realtà sociologiche, culturali, civili, umane e religiose, appaiono evidentemente in un tale stato di affinità che sembra del tutto logico e conveniente che possono formare un’entità federale, tale da regolamentare convenientemente i loro rapporti umani e civili. Io non so che cosa pensino quei sionisti, che lei mi cita. Quello che mi interessa è esprimere queste idee. Se questi sionisti le accettano, ne sarò contento.
Le guerre di religione furono causate dalla pretesa di protestanti e cattolici di dominarsi vicendevolmente dal punto di vista civile. Quello che io propongo non ha nulla a che vedere con questo progetto, che oggi è certamente ingiusto. Ciò che io propongo è invece una convivenza civile federativa tra due Stati laici, che rispettino la libertà di religione, dando spazio anche ai cristiani e ai non credenti.
Per quanto riguarda il popolo spagnolo, nessuno discute seriamente circa l’esistenza di un popolo spagnolo. Che poi questo popolo, come per esempio il nostro popolo italiano, sia il risultato della mescolanza di alcuni gruppi razziali, questo è certamente vero. Ma resta il fatto che qui siamo davanti a una totalità i cui caratteri fisici sono precisi e distinti da quelli per esempio dell’inglese o dell’italiano. Quanto ai musulmani, non c’è dubbio che siano stati degli invasori. Che gli ebrei abbiano invaso la Cisgiordania, nessuno lo può negare, ma io andrei molto piano a paragonare questa invasione con quella musulmana della Spagna. Mentre infatti il territorio della Spagna apparteneva agli spagnoli, la terra di Canaan appartiene agli ebrei. Con tutto ciò, come ho detto, gli ebrei hanno sbagliato ad invadere la Cisgiordania. E’ vero che la Palestina era già abitata da molte tribù diverse e la stessa Bibbia lo riconosce. Il fatto che i figli di Abramo abbiano iniziato ad occupare la Palestina, di per sé è stato un atto di obbedienza alla volontà di Dio, come viene detto nella Bibbia. Il problema esegetico che oggi si pone dal punto di vista storico-critico è: che giudizio dare del fatto che gli ebrei abbiano occupato la Palestina cacciando le tribù ivi esistenti? Certo, allora gli ebrei erano convinti di fare la volontà di Dio con questi atti di violenza. E ciò è attestato dagli stessi Salmi. Infatti, questi metodi violenti erano comuni ai popoli di allora.
Non è difficile riconoscere che il territorio alto atesino sarebbe tedesco. Come sappiamo l’Alto Adige è diventato italiano a seguito dei trattati di pace. L’azione degli italiani effettivamente contrasta col diritto che gli altoatesini avrebbero avuto si restare sotto l’Austria. Io credo che in questo caso abbia prevalso l’uso giuridico relativo ai trattati di pace, che pongono termine alle guerre. Per quanto riguarda il paragone con l’invasione israeliana della Cisgiordania, ribadisco la mia opinione che il paragone non regge, perché, nel caso dell’Alto Adige, noi italiani abbiamo invaso un territorio tedesco. Invece nel caso dell’invasione israeliana, il territorio appartiene a Israele. Lo sbaglio di Israele è stato quello di invadere il territorio con la violenza, andando contro le risoluzioni dell’ONU.
Riguardo al diritto internazionale, ne riconosco l’importanza essenziale ai fini di mantenere la pace e la giustizia tra i popoli, a prescindere dalla differenza delle religioni. Tuttavia noi cristiani, insieme con i nostri fratelli ebrei, abbiamo ricevuto da Dio una rivelazione, tra i contenuti della quale c’è il fatto che Dio ha donato a Israele la terra di Canaan. Se teniamo conto di questo fatto, il diritto internazionale mantiene il suo valore. Tuttavia noi, credenti nel Dio d’Israele, abbiamo l’obbligo morale di persuadere i fratelli mussulmani a rispettare la presenza del popolo ebreo. [CzzC: e simmetricamente no?] Il diritto internazionale deve garantire a tutti i popoli una propria terra.

- [CzzC: continuo in data 31Marzo, Pasqua]

 

2024.03.21 <Cavalcoli.fb>  Israele popolo di Dio - Seconda Parte (2/2)

Come mai Israele fa ancora resistenza a Cristo? Quello che d’altra parte si stenta a capire è come mai Israele, dopo 2000 anni che è venuto il Messia, ancora non lo riconosce. Consolano e danno speranza le parole di San Paolo: «Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore, ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto» (II Cor 316). «La parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele; né per il fatto di essere discendenti di Abramo, sono tutti suoi figli» (Rm 9,6-7). Continua a leggere:>

[CzzC: lo scorso 10 Dicembre durante la festa ebraica della Chanukkah, udii un rabbino sermonare in Radio Rai citando la TERZA ERA MESSIANICA; temiamo che sia proprio la motivazione messianica, non solo motivi di sicurezza, quella che più fa incaponire le destre israeliane a rifiutare due stati in Palestina e a spingere la colonizzazione dei territori palestinesi occupati nel 1967.

Ci chiediamo se sia in forza del suddetto intento, perseguito da Israele e avversato da Hamas, che vengono considerati effetti collaterali le stragi di inermi da ambo le parti, come se fossimo ai tempi di Giosuè alla conquista della terra di Canaan.

Il SIONISMO esige che esista uno stato come entità ebraica; ma non ci costi troppo sangue di inermi!

- Cavalcoli: Caro C., vedo che lei solleva la questione dei confini dello Stato d'Israele. Nel mio articolo ho già espresso la mia opinione, che è giusto che lo Stato d'Israele abbia quei confini che corrispondono alla millenaria appartenenza ad Israele di quel territorio che è descritto dalla Sacra Scrittura, che in questo caso possiamo considerare come documento storico.

- [CzzC: giusto che Israele stia nei confini di stato assegnatigli dall'ONU nel 1947; non altrettanto giusto che estenda oltre i suoi confini occupando terre altrui con le armi; sappiamo che Israele giustifica l'occupazione di Betlemme, Jenin, Nablus, Ramallah, Gerico, Hebron e delle altre terre che sta colonizzando in Cisgiordania come BOTTINO della guerra che vinse nel 1967, il che però è contro la risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 22/11/1967 che ribadiva nel preambolo uno dei principi chiave del diritto internazionale moderno: l'impossibilità dell'acquisizione territoriale in conseguenza dell'uso della forza.
Se fosse «giusto che lo Stato d'Israele abbia i confini che corrispondono alla millenaria appartenenza descritta dalla Sacra Scrittura, cioè dal mare al fiume Giordano, che senso avrebbe la richiesta sostenuta anche dal Papa (oltre che da tanti governi civili) di "due popoli - due stati" stati in Palestina?]
Continua al
30Marzo

 

2020.09.19 <civilCatt> L'insegnamento della Chiesa non può offrire legittimazione alle rivendicazioni esclusive e suprematiste dello Stato d'Israele sulla Palestina [CzzC: territorio che la destra sionista invece vorrebbe prendersi come se fosse la terra di Canaan ai tempi di Giosuè] La Chiesa diffida di un linguaggio di diritti esclusivi che oggi in Israele-Palestina scavalchi i diritti degli altri. Riconosce invece l’autorità del «diritto internazionale», che stabilisce i criteri atti a promuovere la giustizia, l’uguaglianza e la pace in ogni contesto concreto. [CzzC: che sia questo riconoscimento la causa dei perfidi sputi?]

 

2016.06.30 ~dataCirca <juragentium> Sulla scia di Edward Said, lo storico ebreo Pappé è convinto che il movimento sionista sin dalle origini di Israele si è posto come obiettivo la cancellazione del popolo palestinese ...