NOMEN, NOMINA, VERBUM, LOGOS

«Le parole non sono soltanto un fatto estetico per quanto importante, le parole sono trave di carico per un’ etica di ognuno e di ciascuno» disse l’Umberto Eco, cui aggiungerei etica comunitaria: trovo condivisibile questo Eco, che però ha anche insinuato il contrario con “il Nome della rosa” nelle cui ultime righe, scimiottando nichilismo e strutturalismo francese, va in rima così Stat rosa pristina nomine, nuda nomina tenemus: non abbiamo che i nudi nomi, cioè che le nude parole, le quali non dicono nulla tranne se stesse, non significano alcuna verità; ed invece è proprio col significato delle parole che la nostra ragione, elaborando la conoscenza maturata dall’esperienza (più che dalle ideologie) può discernere tra verità e menzogna; è col significato non equivoco delle parole che è permesso il dialogo convergente sul bene comune, altrimenti compromesso.

Non a caso per evitare equivocità sono diventati fondamentali i cataloghi di standards internazionali (ISO)

 [Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 08/12/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: significato delle parole; conoscenza e comunicazione senza alterare il significato delle parole ad es famiglia; razionalità, oggettività; pelosità di qualche Nobel della letteratura; innominabili; Wikipedia

 

2022.01.09 <fc> Nella difesa dell’umano psicoanalisi e cristianesimo secondo Massimo Recalcati condividono un punto fondamentale: la resistenza allo scientismo dilagante, al feticismo del numero che lo caratterizza, al materialismo volgare degli algoritmi, ma anche la resistenza nei confronti del mito del consumo per il consumo, del profitto, del cinismo e del nichilismo che caratterizzano il discorso del capitalista. Contro l’oggettivazione dello scientismo e contro la mercificazione neoliberale, la psicoanalisi e il cristianesimo rivendicano il fatto che la verità ha sempre un volto singolare e un nome proprio. Questo è il cuore più profondo della psicoanalisi e del cristianesimo: non dimenticare mai la cura per il nome.

 

↑2020.12.11 <tempi vox gloria> Radio France rifiuta uno spot natalizio perché la parola «cristiani» è «scioccante», poi l’emittente pubblica fa marcia indietro: ma che Francia delle Liberté, Égalité, Fraternité sarebbe questa dove si rivendica il «diritto alla blasfemia», ma non si può parlare dei «cristiani»?

 

↑1981.09.19 Il Nome della rosa: Padre Sommavilla su La Civiltà Cattolica smaschera il nichilismo di Umberto Eco, quell’allegro nominalismo nichilistico che l’autore insinua nel suo recente romanzo ora vincitore del Premio Strega 1981. Ad es. ultima riga nell'ultima pagina del romanzo: Stat rosa pristina nomine, nuda nomina tenemus. Non abbiamo che i nudi nomi, cioè che le nude parole, le quali non dicono nulla tranne se stesse, non significano nessuna verità. Era la tesi dello strutturalismo francese. Un nudo nome è dunque e soprattutto quello della rosa a cui spetta il primo dei nomi, cioè Dio, che è dunque lo stesso nome del nulla. Nella stessa ultima pagina si era sentenziato Gott ist ein lautes nichts («Dio è un puro nulla»: nel senso di caos primordiale e finale).