PREMIO STREGA: speriamo che premi il vero valore letterario senza prestarsi a colonizzazioni ideologiche

«Le parole non sono soltanto un fatto estetico per quanto importante, le parole sono trave di carico per un’ etica di ognuno e di ciascuno» disse l’Umberto Eco che così condividerei, se non avesse insinuato anche il contrario (continua).

È proprio col significato delle parole che la nostra ragione, elaborando la conoscenza maturata dall’esperienza (più che dalle ideologie) può discernere tra verità e menzogna; è col significato non equivoco delle parole che è permesso il dialogo convergente sul bene comune, altrimenti compromesso. Speriamo che anche i sistemi premianti l'uso delle parole non siano assegnati con pelosità.

 [Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 26/02/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: sistema premiante con pelosità viste anche nel Nobel della letteratura? conoscenza e comunicazione senza alterare il significato delle parole, razionalità, oggettività,

 

2019.07.08 <fb.F.Agnoli, lib> Lo scrittore Antonio Scurati, vincitore del premio Strega 2019 per un libro sul fascismo, saluta con il pugno chiuso, come a dire che chi non è fascista, deve essere comunista, costasse dimenticare la formazione culturale di Benito Mussolini, per anni uno dei leader del socialismo massimalista, correlato pure al socialista massone Alberto Beneduce, primo presidente dell'Iri; costasse cancellare gli stermini dei comunisti, persino quelli in Italia (dagli assassinati, a guerra finita, nel triangolo della morte, agli istriani ...).

 

↑2018.07.06 <fc google> premio Strega: dopo quindici anni vince una donna, Helena Janeczek trionfa alla settantaduesima edizione del Premio con un libro dedicato a Gerda Taro, la giovanissima fotografa morta durante la guerra civile spagnola.

 

↑2016.07.08 <rai♫ corriere google > Edoardo Albinati vince il premio Strega 2016 col libro "La scuola cattolica" un "mattone" di ~1300 pagine come lo ha definito, scherzando, Tullio De Mauro(┼2017.01) presidente della Fondazione Bellonci: 143/395 voti espressi dalla giuria (319 online e 76 cartacei). [CzzC: odo alla radio un giornalista domandargli se non si aspettasse una denuncia del Vaticano e mi chiedo quanto la cattofobia abbia portato voti a favore come potrebbe essere accaduto pere il Nobel a Dario Fo, ancorché i papasuccubi siano consapevoli di dover chiedere perdono a Dio ogni giorno per opere e omissioni peccaminose, anche a prescindere da quanto denunciato nelle autobiografie e nelle fiction]

 

↑1981.09.19 Il Nome della rosa: Padre Sommavilla su La Civiltà Cattolica smaschera il nichilismo di Umberto Eco, quell’allegro nominalismo nichilistico che l’autore insinua nel suo recente romanzo ora vincitore del Premio Strega 1981. Ad es. ultima riga nell'ultima pagina del romanzo: Stat rosa pristina nomine, nuda nomina tenemus. Non abbiamo che i nudi nomi, cioè che le nude parole, le quali non dicono nulla tranne se stesse, non significano nessuna verità. Era la tesi dello strutturalismo francese. Un nudo nome è dunque e soprattutto quello della rosa a cui spetta il primo dei nomi, cioè Dio, che è dunque lo stesso nome del nulla. Nella stessa ultima pagina si era sentenziato Gott ist ein lautes nichts («Dio è un puro nulla»: nel senso di caos primordiale e finale).