modificato 14/06/2017

 

Facebook può/deve frenare i maestri di odio su web?

Correlati: comunicazione, cultura dominante, emergenza educativa e valoriale

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

L’web favorisce i mestri di odio? La Boldrini scrive a Zuckerberg e secondo il <fattoquotidiano> sbaglia obiettivo perché educare non è compito di Facebook ma delle istituzioni: la politica abdica alle proprie responsabilità, chiedendo ad altri di fare il suo mestiere. [CzzC: tenterei correzione fraterna sia alla Boldrini sia a Borracino del Fattoquotidiano.

- Che ci sia bisogno di educazione è da millenni che l’uomo lo sa ed oggi non è solo la Chiesa a preoccuparsi dell’emergenza educativa (ancorché qualche illuminato negliga il termine emergenza).

- Il processo educativo è fatto di comunicazione che si avvale di singole persone, contesto sociale (comunità educante), strumenti e metodi che variano a seconda del modello valoriale di riferimento (Weltanschauung), della tecnologia della comunicazione, della potenza dei maître à penser che conformano la cultura dominante.

- Ha ragione la Boldrini (e sbaglia fattoq a sminuirne l’intento) nel sostenere che occorre agire anche sugli strumenti, come quello dell’web che è divenuto potentissimo in pochi anni, rispetto ai secoli e millenni che trascorsero nell’evoluzione comunicativa dalla parola alla scrittura alla pittura alla stampa alla telefonia alla radio alla fotografia al film e alla TV alla registrazione e trasmissione digitale. Solo apparentemente gli strumenti sono neutri: anche le armi possono essere usate per potenziare legittima difesa o criminale offesa e dunque debbono essere regolamentate.

- Hai torto, cara Boldrini, se amplifichi l’importanza dello strumento ignorando quanto lo stato (soprattutto occidentale) stia trascurando la sua responsabilità educativa e di come si stiano vaporizzando i corpi intermedi dello stato (famiglia, associazioni di opere e di pensiero, di cultura e di politica, di fede e di sindacato, di volontariato e di sussidiarietà, ... ) da sempre pilastri dell’organizzazione sociale.

- Hai torto, cara Boldrini, se dissimuli la responsabilità che su tale disintegrazione valoriale-educativa hanno avuto (più di loro avversari che anche tu accusi di conservatorismo) i compagni nostalgici di quel ’68 che, partiti dal vietato vietare sono finiti a brandire lo scardinare, il sabotare, il tanto peggio tanto meglio e i “diritti acquisiti” da una generazione anche a detrimento delle successive con un immane debito pubblico, compresi i compagni del tuo partito adusi a far cadere i vostri governi.

- Non è acqua passata e mi piacerebbe sentirti, cara Boldrini, stigmatizzare dall’alto della tua responsabilità educativa gli allevati dai suddetti nostalgici che in questi giorni fracassano la biblioteca universitaria a Bologna con gli stessi metodi intimidatori dei loro compagni di 50 anni fa: non limitarti a scrivere a Facebook (curato anche da paesi n volte più pesanti del nostro), altrimenti dovremmo dirti di “scavare vicino invece di cercare lontano” per snidare e neutralizzare i maestri di prepotenza e di odio]