ultima modifica il 12/12/2020

 

Pongo domande a Cristelli sul programma dei cattolici sedicenti adulti e democratici

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Rev. don Cristelli, mio stimato ex prof, oso tornare a disturbarti (con i soliti intendimenti di trasparenza e correzione fraterna reciprocabile) ponendoti alcune domande afferenti il tuo articolo (VT#01/2013 Pag 30: Dialogo aperto) con cui sintetizzi il meglio del programma dei cattolici democratici (che voterebbero più a sinistra di Monti): mi sembrano buoni gli auspici del programma, ma non ci proponi nemmeno una misurazione, né accenni alla più grave delle iniquità, quella dell’immane debito pubblico accumulato dalla nostra generazione, né accenni a quali bubboni tagliare dei privilegi della pletorica pubblica dipendenza che quel programma parrebbe surrettiziamente tutelare.

Anche se mi coinvolgo in cittadinanza attiva, solitamente non mi addentro nelle questioni partitiche (per più ragioni, una delle quali accennerò sul finire di questa mia pagina): dunque perché verrei a disturbarti per così poco?

Perché lo scorso novembre ti posi 4 domande, all’ultima delle quali il presente tuo articolo mi pare assai pertinente e che per immediatezza qui riprendo:

DOMANDA#4: esemplificami per favore, dandomi alcuni nomi (massimo i primi 10) che tu riterresti erroneamente non invitati a Todi, ...

Tu dicevi allora che «l'elemento coagulante è l'”Agenda Monti”, anzi lo stesso Mario Monti ...» e io ti dissi che ti avrei aspettato prossimamente su questo schermo per altre puntate di assist elettorale. Eccoti, eccomi.

Non avendo modo di raggiungerti via email, ti mando questa pagina per posta ordinaria, e ti chiedo venia se il cartaceo non ti permetterà di cliccare sulle parole sottolineate per accedere alla documentazione delle medesime.

 

 

Trassi da VT#01/2013 Pag 30: Dialogo aperto

 

Vittorio Cristelli

03 GEN2013

Cattolici in politica

Sembra, a sentire i mass media, ma anche le dichiarazioni esplicite della gerarchia ecclesiastica che, l'unico in grado di guidare i cattolici impegnati in politica oggi sia solo Mario Monti. L'hanno scelto e indicato il card. Bagnasco, presidente della CEI e il Vaticano con un esplicito auspicio sull'Osservatore Romano. E si è fatta subito l'equazione mondo cattolico = Mario Monti.

Si è fatto sentire però con un manifesto anche il mondo dei cattolici democratici [CzzC: non tutti cadudem, ma buona parte sì] che al progetto ... contrappone quello delle tre c: “Costituzione, Concilio, Cittadinanza”. Tra le varie sigle che vi aderiscono comprende “Agire politicamente, Città dell'Uomo, Cristiano Sociali e Rosa Bianca”.

...  Per quanto riguarda gli interventi e le “benedizioni” della gerarchia... mettono le mani avanti dicendo: “Non vorremmo che ancora una volta si creassero condizioni equivoche con una convergenza del sostegno ecclesiale su una sola posizione politica. Ne andrebbero contemporaneamente di mezzo la libertà della Chiesa e la creatività dei credenti impegnati in politica”.

[CzzC: caro don Cristelli, sono certamente varie le sigle che si definiscono cattoliche, comprese quelle sopra citate, “Nessuna delle quali però può arrogarsi il diritto di parlare in nome della Chiesa” come ben disse Paolo VI e tu ben citi; ma, memore di quanto appresi da te ottimo prof di filosofia (classico 1967) sui sillogismi (e sulla necessità di discernere tra “condizioni necessarie o tesi” e “condizioni sufficienti o ipotesi”), osservo che la giusta affermazione di Paolo VI non esclude né logicamente né moralmente che la CEI possa esprimere una preferenza tra le varie correnti politiche che si rifanno alla dottrina sociale e morale della Chiesa cattolica più o meno integralmente

DOMANDA#1: questa mia riterresti una considerazione giusta e pertinente, o viceversa?].

 

Stilano infine il loro programma elencando sinteticamente alcuni obiettivi che ritengono imprescindibili e irrinunciabili: la dignità condivisa del lavoro, il miglioramento della rete di sostegno per l'esclusione e la marginalità, il rilancio dell'impegno pubblico per scuola e sanità, la tutela della legalità come difesa dei deboli, una forte integrazione europea democraticamente strutturata, l'esercizio responsabile dei diritti di libertà delle persone, l'integrazione civile dei nuovi cittadini di origine straniera, una crescita armonica, sostenibile ed equa in termini sociali e ambientali, il controllo dello strapotere della finanza e la valorizzazione della cultura materiale e dell'agroalimentare di qualità e, infine, l'investimento sulla formazione e la ricerca.

[CzzC: caro prof, trovo buoni gli auspici che ci sciorini, ma non produci nemmeno una misurazione, non fai un solo accenno alla più grave delle iniquità democratiche, che è l’immane debito pubblico accumulato dalla nostra generazione sulle spalle dei nostri figli e nipoti, iniquità più grave dell’evasione fiscale che ne è una delle cause; nemmeno un accenno leggiamo nella tua citazione a quali bubboni tagliare nelle ridondanze privilegiate della pletorica pubblica dipendenza (la nostra P.A. ci costa 3 punti di PIL più della Germania: questa la causa maggiore del rapporto debito/PIL>120%, più che doppio rispetto al valore sostenibile in equità generazionale) taglio che, non potendo aggravare ulteriormente il rapporto debito/PIL, risulta indispensabile per poter alimentare gli investimenti produttivi, unici in grado di dare lavoro ai milioni di giovani disoccupati.

In assenza di tali punti programmatici, quello a te più simpatico sembra un programma di conservazione delle ridondanze privilegiate nella P.A.: forse non a caso la percentuale di pubblici dipendenti nei cadudem appare assai più alta della percentuale dei pubblici dipendenti tra i non cadudem.

Approvo in pieno l'investimento sulla formazione e la ricerca, ma, per essere efficace, equo e di qualità, tale investimento non potrebbe prescindere da un sistema premiante i migliori, il che non potrebbe prescindere dalla libertà di scelta e di legittima concorrenza nel sistema formativo (vedi public schools, vedi neo sistema formativo in Polonia), mentre alcuni dei cadudem sono tutt’altro che ostili ai referendum per l’abrogazione dei fondi pubblici alle scuole paritarie cattoliche, e si nascondono dietro lo pseudonimo di “rilancio dell'impegno pubblico per scuola e sanità”, ancorché consapevoli che la chiusura delle scuole paritarie farebbe aumentare gli oneri per lo stato, visto che un frequentante le paritarie pesa in oneri per lo stato meno della metà rispetto ai frequentanti le scuole gravanti al 100% sull’erario; la effettiva libertà di educazione rientra tra gli obiettivi imprescindibili e irrinunciabili che il Magistero petrino chiama valori non negoziabili, ma, purtroppo, sappiamo che ai cadudem la sola pronuncia di “valori non negoziabili” (come quella di “radici cristiane”) piace come lo strido d’un gesso sulla lavagna, a meno che non si intenda che ci sia un unico valore non negoziabile, quello dell’amore, per cui la carità è Dio anche sine veritate].

Merita ricordare ancora una volta l'affermazione decisa di Paolo VI: “Da un'unica fede possono nascere opzioni politiche diverse. Nessuna delle quali però può arrogarsi il diritto di parlare in nome della Chiesa”. [CzzC: OK come già detto]

[CzzC: DOMANDA#2: per politici sedicenti cattolici non ritieni discrepante, sia rispetto al Bene comune, sia rispetto alla dottrina sociale della Chiesa, ignorare la nostra responsabilità nel conflitto generazionale e i valori non negoziabili fino a surrogare punti di programma che scimiottano quasi il contrario?].

 

Pluralismo che è anche segno di piena democrazia perché le ammucchiate, pur necessarie quando c'è il rischio di fallimento, danno luogo solo a quella che Michele Di Schiena chiama “democrazia affievolita”.

[CzzC: don Cristelli, dovresti sapere che la peggior democrazia (ancorché non affievolita) è quella che rende prosperi i suoi fans facendo vittime innocenti o creando immani debiti sulla pelle dei posteri: in questo grafico andamentale si noterebbe una singolare correlazione tra l’aumento pazzesco del nostro debito pubblico e il potere governativo e sindacale dei cadudem inciuciati con certo socialismo garibaldino e con la scala mobile. So che estrapolare e sintetizzare distorce, ma a volte aiuta la memoria, perciò permettimi di osare una sintesi di questa tua riflessione catto-politica: “da buoni cattolici democratici votate sinistra, che è meglio di votare centrosinistra, che è meglio di votare centro; a me piacciono assai quei cattolici che democraticamente fanno netta distinzione tra il Gesù storico e il Cristo della fede, magari aiutati dalla moderna teologia di Vito Mancuso, avendo anche il coraggio della disobbedienza alla Gerarchia”.

[DOMANDA#3: mi trovi impertinente e/o offensivo per aver osato sintetizzarti così?

Se impertinente, pazienza; se offensivo, ti chiederei scusa fin d’ora.

Se tu mi additassi come uno che non vota come te (così come un sermonante sul CV2° additò il mio parroco che non approvava in toto la sua ermeneutica di rottura), ti direi che mi troveresti più probabilmente dentro che fuori la sequenza dei meglio di cui sopra: forse non voto come pensi tu, ma voto usando la ragione che tu mi allenasti; non ti direi per chi voto, per non consentire ai faciloni del pregiudizio partitico di escludere a priori la mia testimonianza de visu e digitale per ciò che abbiamo di più caro.

Mi piacerebbe leggere una tua risposta, anche reprensiva, che girerei agli amici del gruppo di mini rassegna stampa.

Un abbraccio fraterno in Cristo. Tuo ex allievo CzzC].