REFERENDUM DI BOLOGNA 05/2013 contro le paritarie cattoliche

chi a favore e chi contro e le ragioni della libertà di educazione sancita dalla costituzione e dalla dichiarazione universale dei diritti umani.

Qui i referendari e firmatari (CGIL, M5S, ITdeiValori, SEL, Comunisti, Verdi, Valdesi e Metodisti, Gino Strada, Stefano Rodotà, M.Hack, Dario Fo, Paolo Ferrero valdese, Maurizio Landini, Carlo Flamigni), Corrado Augias, ..., che in sintonia con potenti matrici avverserebbero sussidiarietà cattolica e libertà di educazione.

Qui il manifesto degli anti referendari per la difesa del sistema integrato stato-paritarie.

Qui cosa significa “senza oneri per lo stato” dell’Art.33.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 06/11/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: vuolsi soffocare le paritarie brandendo art.33

 

↑2017.05.20 <tecnscuola repubbl>: adesso anche per M5S le materne paritarie possono ottenere finanziamenti statali. Vacilla il fermissimo slogan di M5S "neanche un euro alle scuole private" [CzzC: trucco per captare voti cattolici in vista delle tornate elettorali. Dopo avervi visti accaniti a soffocare le paritarie cattoliche a Bologna e a Torino, chi pensate di illudere? E fareste valere l’Art.26.3 della dichiarazione universale dei diritti umani solo per le scuole materne? E fareste cambiare idea anche al Rodotà che candidaste a Presidente della Repubblica? E anche a Valdesi e Cgil?]

 

↑2013.07.28 <fq> Nel consiglio comunale che si terrà lunedì prossimo a Bologna il partito democratico propone di continuare con il sistema integrato e di non considerare il risultato della consultazione referendaria del maggio scorso [CzzC: consapevoli dei maggiori oneri per lo stato/comune che dovrebbero essere sostenuti se si desse retta ai referendari]

 

2013.05.gg passa il referendum di Bologna contro le scuole paritarie cattoliche; tra i firmatari sostenitori anche Lidia Menapace (a meno di omonimia).

 

↑2013.05.26 <repubblica>: al referendum di Bologna Vito Mancuso dice che vota B (per mantenere il finanziamento alle paritarie), scelta diametralmente opposta al suo socio di tandem Augias. [CzzC: nel segreto dell’urna vede solo Dio, che conosce anche il libro e l’animo con cui Mancuso semina confusione annoverando i finanziamenti pubblici alle scuole paritarie nell’elenco dei pronunciamenti che la Chiesa cattolica avrebbe osato senza rispettare la libertà dell’essere umano]

 

↑2013.05.22 VT va in bianco su referendum di Bologna contro le paritarie cattoliche: dialogo in merito col direttore di VT (nostro settimanale diocesano) dopo aver notato che taceva su questo grave problema afferente la libertà di educazione

 

↑2013.05.gg Nota la densità relativa dei CGIL-lini nei firmatari pro referendum di Bologna per abrogare il sostegno pubblico alle scuole paritarie (cattoliche): sarebbe questo lo scopo di quel sindacato? Soffocare le paritarie o lasciarle solo per i ricchi? Anche a costo di miliardi di euro che lo stato spenderebbe in più se chiudessero?

 

↑2013.05.22 <tempi>: Augias peggio di Rodotà: le scuole le fa solo lo Stato, i cattolici facciano catechismo: egli rivendica su Repubblica «l’ideologia» dell’educazione unica: «Per l’insegnamento di una fede e dei suoi valori ci sono le parrocchie»

 

↑2013.05.20 Paolo Ferrero (ex ministro valdese come Valdo Spini) in prima fila nel referendum contro le scuole paritarie cattoliche «questa regalia di denaro pubblico ai privati».

[Si ri-agita anche S. Rodotà (candidato al Quirinale come «presidente di tutti» ancorché così partigiano con Margherita Hack, Dario Fo e Maurizio Landini), emulando il compagno Lunaciarskij (Commissario del Popolo all’Istruzione dell’Unione Sovietica) si scompone a giurare che «il vero ispiratore» di questa guerra referendaria non sarebbe la sua cricca di compagni, ma «l’articolo 33 della Costituzione - “senza oneri per lo Stato»: il giurista che legge la Costituzione alla lettera fregandosene dei danni (come qualche solone leggerebbe il Corano), intenderebbe togliere quel poco di sostegno per asfissiare le scuole paritarie cattoliche anche aumentando di n volte gli oneri che lo stato dovrebbe sostenere per erogare lo stesso servizio sociale con suoi dipendenti]

 

↑2013.05.09 CzzC: Il senza oneri per lo stato non significa che lo stato debba negare il sostegno alle scuole paritarie se rendono un servizio alla collettività non inferiore a quello delle scuole statali ma con oneri statali inferiori. Eppure la magialenite, con cui qui MicroMega mi par convivere felice, ricorre alla menzogna, al disprezzo di un servizio apprezzato da tutti, pur di far fuori la scuola cattolica o di riservarla ai soli ricchi, costasse pure un pauroso aumento degli oneri per lo stato; peraltro, se ricordo bene, all’epoca dell’analogo referendum trentino, i fans dell’Articolo 33 contavano sulle silenziose maestre delle scuole equiparate che non vedevano l’ora di passare statali; gli andò male lostesso

 

↑2013.05.07 a Bologna tornano a soffiare i venti dell’ideologia (da Tempi):

LAICISTI SMEMORATI. «In Francia», ricorda Cardia, «è proprio la laicité repubblicana che legittima e favorisce una vasta rete scolastica “privata”, che raccoglie il 16 per cento della popolazione giovanile, finanziata in buona parte dallo Stato».

DIRITTO ALLA LIBERA EDUCAZIONE. «Il diritto dei genitori di educare i figli secondo le proprie convinzioni è sancito, oltre che dalla nostra Costituzione, dalle Carte internazionali dei diritti umani, a cominciare dalla Dichiarazione Universale del 1948. Per la quale “i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli” ».

VANTAGGIO ECONOMICO. Sono «i valori di libertà e di pluralismo, e il diritto dei genitori di educare la prole», spiega Cardia, «gli obiettivi posti nel mirino da proponenti e sostenitori dei quesiti referendari bolognesi, che utilizzano vecchie concezioni della laicità dello Stato e denunciano presunti privilegi delle “scuole private”»

 

↑2013.05.05 Stefano Rodotà: L’illuminato fresco candidato presidente della Repubblica, si schiera a favore dei referendari di Bologna che vogliono cancellare le scuole paritarie cattoliche: Rodotà sostiene i referendari anche se il loro successo facesse aumentare gli oneri per lo Stato: “non siamo di fronte a una questione contabile... spetta allo Stato adempiere ai suoi doveri nei confronti dei cittadini al di là delle convenienze»: [CzzC: sottintende il dovere di erogare il servizio scolastico; ma il dovere dello stato è di garantire buoni servizi ai cittadini, non di erogarli con suoi dipendenti; poveri noi se i servizi alla salute o quelli dei trasporti, sostenuti da fondi pubblici, fossero solo quelli erogati da dipendenti pubblici e non anche da aziende convenzionate; ma il nostro illuminato va a nozze con i paradigmi ideologici delle solite matrici laiciste e dunque con la sublimazione dello statalismo ad ogni costo, anche contro le convenienze di spesa, il bene comune, la priorità educativa dei genitori tutelata dall’art.26.3 della dichiarazione universale dei diritti umani. Perfino invidia sarebbe ravvisabile nell’ostinazione referendaria contro le scuole paritarie, ancorché molto apprezzate da fruitori di ogni classe sociale; paritarie che in IT sono al 90% cattoliche; non sia mai che gli scemi cattolici siano preferiti come educatori anche da non papa-succubi: facciamo che se la debbano interamente pagare quella scuola, così i cattolici risulteranno delegittimati nel loro presunto servizio al bene comune perché diverrebbe un servizio disponibile solo per ricchi.

 

↑2013.05.04 Emergenza educativa a Bologna (da Avvenire): mancano poche settimane al referendum del 26/05; i firmatari del «Manifesto del sistema pubblico integrato» capeggiati dall’economista Stefano Zamagni: «Il Comune di Bologna investe 127 milioni di euro per la scuola pubblica, 1/4 del suo bilancio – commenta –. Di questi fondi, 1.055.500 di euro (pari al 0,8%) sono destinati alle scuole paritarie convenzionate che accolgono oggi 1.736 bambini». Bimbi che senza quel contributo rimarrebbero a casa perché il Comune con la stessa cifra potrebbe garantire appena 145 posti, visto che il costo pro capite nelle scuole comunali è di 6.900 euro all’anno. Non è la prima volta che il sistema integrato bolognese finisce nel mirino: già tre ricorsi sono stati intentati negli ultimi vent’anni per sancire l’«incostituzionalità delle norme regionali e dei contributi dati in convenzione», ma tutte le volte sono stati respinti dalla Corte Costituzionale.

 

↑2013.04.gg Maurizio Landini campeggia sostenitore del referendum di Bologna per abrogare il sostegno pubblico a opere di sussidiarietà cattolica (scuole paritarie dell’infanzia) in compagnia di Gino Strada, Stefano Rodotà, Margherita Hack, Carlo Flamigni, Paolo Ferrero, M5S