A causa dell’ABBANDONO DI PLATONE? C’è ben altro che secolarizza, caro don A.Matteo

25/10/2011 narro un’esperienza a don Armando Matteo (catechista raccomandatoci da DiocesiTN per i giovani) e gli esprimo perplessità sull’adeguatezza di una certa eziologia, come quella che lui usa partendo dall’abbandono di Platone e Aristotele per spiegare la montante secolarizzazione: suppongo che altri fattori giochino un ruolo ben più efficace allo scopo. Ad esempio?

Ad esempio la menzogna di tante fiction mediatiche o video-ludiche (alla Dan Brown) ha radicato nella mente di un mio alunno di 12 anni un pregiudizio contro la Chiesa (vaccinandolo contro i suoi insegnamenti) tanto da indurlo a scrivere un truculento tema scolastico di fantasia criminale che si concludeva con questa scoperta dell’assassino “era stato il parroco di Serravalle” (il suo paese); e se scrive così il figlio di buoni genitori, che ha frequentato pure la catechesi parrocchiale, pensa al pregiudizio anticattolico inculcato in miliardi di lettori, spettatori e fruitori delle medesime fiction in giovani ed adulti, che su Cristo e la Chiesa non hanno occasione di incontrare alcuno dei christifideles che potrebbe scalzare i pregiudizi loro inculcati dalla illuminata cultura dominante pro Écrasez l’Infâme.

Ovviamente questo non basta a spiegare la secolarizzazione (che monta anche presso altre confessioni religiose, ma assai correlato da noi anche con il processo di protestantizzazione), ma la suddetta azione “culturale” con leggende nere criminalizzanti induce secolarismo ben più di quella causa che tu, don Armando, chiami abbandono di Platone. O sbaglio?

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 19/03/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: pensiero debole cristianofobico blasfemia artistica anticristiana, cattofobia, Taubira

 

2024.02.03 <Padre Cavalcoli> la falsità come principio della violenza. Il vantaggio di Aristotele su Platone è che Aristotele ammette un sapere certo e scientifico delle cose sensibili e mutevoli, circa le quali Platone resta in una posizione scettica affidandole solo all’apparenza, la doxa, non essendo riuscito a chiarire l’intellegibilità del divenire, che a Platone, legato qui a Parmenide, sembra contradditorio. [CzzC: il divenire, πάντα ῥεῖ, grade termine che mi corrisponde anche per formazione (vedi Change di Watzlawick); ma che dire di certi soloni come Emanuele Severino? Egli sosteneva che «la colpa dell’Occidente cristiano fu l’aver introdotto il divenire, provocando il bisogno dell’essere, l’angoscia di fronte al nulla»]. La falsità è una violenza fatta all’intelletto.  La violenza è l’imposizione di qualcosa di estraneo o contrario a un soggetto che non è fatto per riceverlo

 

↑2011.10.24 Chiedo discernimento <msg> a don ARMANDO MATTEO che INCOLPA la Chiesa per l'incredulità dei giovani: egli addita una emergenza educativa all'INTERNO della Chiesa, ignorando quella esterna e trascurando quanto fa la Chiesa per rispondere alla sfida educativa e per dare risposte alle domande di senso dei giovani.