SENTIRE con cuore e ragione

Sentire è ordinariamente inteso come provare una sensazione, un’emozione, venire a conoscenza; è un verbo che bramo significare anche nel senso di sentire dentro la mia vita il riflesso del reale vivo fuori di me, che mi chiama ad interagire per sostenere la dignità delle umane creature, in un contesto di verità e bellezza sovente offuscate ma sussistenti, parti integranti del processo conoscitivo di cui il mio sentire è componente.

Trascuro l’accezione solipsistica del sentire, e quella della presuntuosa autonomia delle emozioni personali rispetto alla causa esterna o interna che le provoca: ad esempio? Non tifo per le emozioni suscitate da un’opera artistica il cui autore dissimula il suo intendere o desidera che gli ammiratori provino le sensazioni più variegate, perfino contraddittorie o offensive, onde massimizzare il valore venale della sua opera, o abusa delle propensioni emotive dello spettatore per fini di lucro (vedi pubblicità con provocazioni lesive della suddetta dignità della persona umana e offensive di ciò che alcuni hanno di più caro).

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 12/05/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: dignità della persona, la conoscenza è un avvenimento; lo stupore conosce

 

2023.05.03 <cl> prefazione di Bergoglio al libro "Il senso religioso" di Giussani. «Chi sono? Perché la presenza del male? Cosa ci sarà dopo questa vita?». Sono domande che scaturiscono dalla esigenza di senso che da sempre urge nel cuore dell’uomo nelle varie culture: dalla risposta a tali domande non censurate dipende l’orientamento da imprimere all’esistenza. È ragionevole porsi queste domande, "ragionevole – forziamo l’espressione –, ma non raziocinante", parliamo di una ragione che non si esaurisce nel metodo scientifico o filosofico; un ragionevole che, per arrivare alla conoscenza, esercita il vivere insieme una compagnia vivace che, attraverso molteplici esperienze e segni, permette di arrivare a quella che Giussani chiama «certezza morale - esistenziale», che suscita stupore: solo nell’incontro si placa la mia sete. [CzzC: bello anche questo commento di Costantino Esposito, ma avrei preferito che distinguesse tra razionale e ragionevole come ha fatto Bergoglio].

 

↑2013.03.21 narrerei un mio sentire: l’erompere della vita attraverso il profumo della prima erba di primavera scintillante di rugiada mattutina che mi inebriò per tratto fuggente mentre transitavo in auto da Marco per andare in assistenza a ...