Papa Francesco: fermare l’aggressore ingiusto è lecito, purché sia deciso dalle convenzioni internazionali perché una sola nazione non può giudicare come lo si ferma

Quante volte sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto la vera guerra di conquista!.

18/08/2014 <Vaticaninsider Tornielli> Papa Francesco riguardo ai massacri di inermi in Iraq: «In questi casi, dove c’è un’aggressione ingiusta, soltanto posso dire che è lecito “fermare” l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo “fermare”, non dico bombardare, fare la guerra, ma fermarlo. I mezzi con i quali si può fermare dovranno essere valutati. Fermare l’aggressore ingiusto è lecito. Ma dobbiamo avere memoria, quante volte sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto la vera guerra di conquista. UNA SOLA NAZIONE NON PUÒ GIUDICARE COME SI FERMA UN AGGRESSORE INGIUSTO. Dopo la Seconda Guerra mondiale c'è stata l’idea della Nazioni Unite, là si deve discutere e dire: c’è un aggressore ingiusto? Sembra di si, e allora come lo fermiamo? Soltanto questo, niente di più. In secondo luogo, le minoranze. Grazie per aver usato questa parola. Perché a me parlano di cristiani, quelli che soffrono, i martiri. E sì, ci sono tanti martiri. Ma qui ci sono uomini e donne, minoranze religiose, non sono tutti cristiani, e tutti sono uguali davanti a Dio. Fermare l’aggressore ingiusto è un diritto che l’umanità ha ma è anche un diritto che ha l’aggressore di essere fermato perché non faccia del male». [CzzC: trovo magistrale questa invocazione dell’ingerenza umanitaria, anche nell’apparente ossimoro “fermare ma non bombardare”:

- è evidente che essa non deriva dalla volontà di negare l’uso delle armi (sarebbe fisicamente impossibile fermare il moto indotto da una forza senza una forza contraria)

- ma deriva dalla volontà di non giustificare eventuali eccessi bellicosi: lo sa bene anche il Papa che, esauriti i tentativi diplomatici, sarebbe impossibile fermare le armi senza le armi e sa che le armi moderne bombardano e che i bombardamenti significano guerra quantomeno per i bombardati;

il Papa sa che non deve invocare l’uso della forza in nome di assoluti religiosi (come vorrebbero Cacciari e Socci),

   - sia per evitare guerre d i religione,

   - sia perché deve rivolgersi a chi ha la forza sufficiente e la legittimità di intervenire pur non avendo motivazioni religiose;

- la forza non l’abbiamo ne io ne tu, né una singola nazione può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto. Dopo la Seconda Guerra mondiale c'è stata l’idea della Nazioni Unite, là si deve discutere e dire: c’è un aggressore ingiusto? Dopo la fondazione dell’ONU e dopo la dichiarazione universale dei diritti umani (1948), solo nel 1988 è stata abbozzata  una prima definizione di ingerenza umanitaria che è ancora controversa sul piano del diritto, figurarsi sul piano delle accezioni religiose e dei loro pretesi assoluti;

- nell’invocare l’uso della forza per fermare l’aggressore ingiusto, il Papa con quell’ apparente ossimoro (sottolineo il verbo “fermare”, non dico bombardare, fare la guerra, ma fermarlo) intende prevenire che il suo appello sia usato a pretesto per eccessi di bombardamenti di cui US e complici hanno già osato abusare pro neocolonialismo col pretesto dell’ingerenza umanitaria;

- è stato meno accorto il ministro italiano che blaterò la decisione di fornire armi ai Curdi per difendere i cristiani, perché

   - per quanto la fornitura sia opportuna, non è sotto egida ONU;

   - il suo effetto buono si sarebbe ottenuto anche senza blaterare intenti con affinità di parte religiosa, magari per personale brillantina;

- molto potrebbe cambiare a causa di quella blaterata, anche in probabilità di attentati Isis in Italia (gli Andreotti e Craxi della notte di Sigonella furono meno sprovveduti sulle possibili conseguenze di attentati all’Italia), perché è scivolata sul piano inclinato voluto dal Nemico colluso coi jihadisti: guerra di religione su valori assoluti anziché solo in difesa di valori universali anche laicamente condivisi dalla comunità internazionale]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 15/04/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: danni da potentati, profughi, pacifismo, diplomazia negoziale, ingerenza umanitaria; no soldati italiani contro Isis

 

↑2016.03.03 <Amica.fb>: i nostri soldati sono già in terreno libico; ma ci diranno che "non siamo in guerra" [CzzC: t terribilmente vero! Temo per i possibili danni al bene comune derivanti da italica guerra in Libia: le regole d'ingaggio controllate dal nostro governo non serviranno a proteggere i nostri concittadini che saranno dilaniati dal terrorismo di ritorsione: gli uomini sul terreno contro i terroristi jihadisti debbono essere o islamici o di quegli stati che li hanno foraggiati, o ... continua ... ]

 

↑2015.09.09 Via negoziale, no guerra: lezioni che dovremmo imparare dai nostri errori, ad esempio dalla guerra in Iraq: affrontando i nostri avversari attorno a un tavolo è la strada migliore anziché correre ad affrontarli sul campo di battaglia. [CzzC: ricevo da whitehouse.gov questo appello di Mike Breen, ex ufficiale dell’esercito che combatté in Iraq e poi ha lavorato con le famiglie di rifugiati iracheni in circostanze disperate in Siria, Libano e Giordania]

 

↑2015.06.gg [CzzC: per Comunità in Cammino di giugno scrivo articolo “Perché non bombardare”]