Chi è il cristiano? Solo colui che osa credere che dietro le tenebre brilli la luce eterna?

Per Papa Francesco ed altri pastori legati al Magistero petrino la fede non è luce che elimina le tenebre, ma lampada che guida nella notte i nostri passi, nel senso che dà risposta alla nostra domanda di significato e di infinito con una presenza che accompagna, incarnata nella Chiesa, quindi è legame che Cristo stabilisce con te chiedendoti un .

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2014.04.10 Occorre discernimento per non  farci confondere da chi parlasse di luce dissipante le tenebre, ma tacendo il Cristo figlio di Dio morto e risorto per la nostra salvezza:

ad esempio?

- presentare il cristianesimo con la sintesi illuminata che sta bene a chiunque creda nell’Architetto dell’Universo(*), dai buddisti, agli induisti, ai jihadisti, alla new age, riduzione cara ai tifosi della cultura dominante;

- fare auguri teologici di Natale con babbo Natale senza Presepe,

- e spiace che perfino certe pagine diocesane nell’introdurre la Pasqua 2014, per definire chi sia il cristiano non trovino di meglio che queste parole di Karl Rahner nelle quali faccio fatica a vedere il volto del Salvatore crocifisso e risorto:

Il cristiano

è colui che non è così attaccato al tangibile

da volerlo godere fino alla morte,

ed è colui che non prende le tenebre del mondo

in maniera tanto seria

da non osare più credere

che dietro di esse brilli la luce eterna.

(Karl Rahner)

Quale religione non potrebbe dire altrettanto dei suoi fedeli? Oltretutto si tratta di osare, il che significa un atto di coraggio che contempla un rischio (qui non il rischio economico, ma che non sia vero) quindi l’atto di un homo faber fortunae suae, unico artefice del suo destino, non un uomo che aderisce conquistato da un’affezione, come un figlio dai genitori, come i primi apostoli che dopo l’incontro con Gesù dicevano «Se non crediamo a quest’uomo, non dobbiamo credere più neanche ai nostri occhi».

Sforzandomi, confido di riuscire ad intravedere in queste parole il volto della Passione e Resurrezione salvifiche di Gesù, e ringrazio l’ufficio diocesano per l’impegno della scelta didascalica, pur se non trovò di meglio che questo Rahner per introdurci al Mistero Pasquale 2014; se lo sforzo di vedere nella definizione di Rahner il volto di Cristo non mi riuscisse efficace, ringrazierei comunque l’ufficio, perché

Karl Rahner, per quanto mi appaia più affaticante che maestro di attrazione a Cristo figlio di Dio Salvatore, non separa la storia di Gesù dal mistero di Dio,

- queste parole di Rahner sono carine, non sfigurano il volto di Cristo come altre della cultura dominante tollerata dal teologo, magari con l’alibi delle licenze artistiche e della libertà di opinione, fino a definire teologico lo spettacolo imbrattante il volto di Cristo;

- sono parole ecumeniche, che ci avvicinano alla sensibilità del tavolo delle appartenenze religiose e dell’ISR-FBK;

- sono parole che ci incoraggiano alla speranza come tanti commoventi videoclip che circolano in rete su felicità, amicizia, pace, amore, bellezza della natura, ... sempre meglio di un androidgame sull’eterna lotta tra luce e tenebra.

Senza offesa per Karl Rahner e per l’ufficio selettore.

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(*) AGDGADU è una acronimo massonico che significa: Alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo e afferisce ad ogni raffigurazione personale del rapporto Dio-Umanità.