Linee guida UE sul LINGUAGGIO INCLUSIVO: no Natale o Maria

Nov2001 la commissione europea aveva diffuso un vademecum per purificare il linguaggio da parole che non riteneva politicamente corrette come il Natale, nomi cristiani come Maria e Giovanni, l'espressione «signori e signore»; vademecum ritirato a fine mese, ma comunque avendo raggiunto l'obiettivo di misurare l'effetto che fa, come 10 anni prima quando la commissione UE stampò 3 milioni di agende senza la festa di Natale.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 07/12/2021; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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↑2021.12.06 <open> Fr1 sul vademecum del linguaggio inclusivo UE ui UE inclkusivo

 

2021.12.01 <stampa repubblica google> La commissaria europea all'Uguaglianza, Helena Dalli, ha ritirato le linee guida sul linguaggio inclusivo con i riferimenti al Natale e ai nomi diversi per ♂♀. [CzzC: resipiscenza? Ma va'! Son troppo illuminati quei soloni per non aver previsto anche la ritirata tattica, avendo comunque raggiunto l'obiettivo di misurare l'effetto che fa, come 10 anni fa quando la commissione UE stampò 3 milioni di agende senza la festa di Natale. Bravo il Giornale che scoprì il suddetto documento, ma a mio avviso esagerò tre giorni fa ad usare il verbo vietato nel titolo «In Europa vietato dire "Natale"» (come sbaglia oggi a titolare «Abbiamo vinto: l'Ue si rimangia i divieti su "Natale" e "Maria"»), ma convengo che anche il solo sconsigliare (anticamera Overton del vietare) sia nella fattispecie indicatore di una colonizzazione ideologica che censura parole incarnate da secoli nel linguaggio naturale, assieme a parole come uomo, donna, padre, madre, termini che i suddetti piloti del mainstream aborriscono come stereotipi. I suddetti censori avevano previsto di trovare più esplicito benestare dai musulmani? Si compiacciano dei cristiani che han votato la censura e la giustificano come gentilezza inclusiva anti discriminazione pro multiculturalismo e per i cosiddetti diritti civili]. <vatican> Parolin: distruggere le radici.