Ante e post elezioni 2018.03: riedificare un clima morale con progettualità e compagnia reali

Dalla riflessione del prof Salvatore Abbruzzese traggo alcuni spunti: il numero ad inizio paragrafo indica il tempo da inizio del brano registrato.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 08/02/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: dignità umana, moralità, solidarietà, sofferenza, libertà di coscienza, religione e laicità

 

2018.02.07 Trento/Nest

Primo brano di registrazione: l’intervento del prof Abbruzzese

01,30 il problema n.1 è riedificare un clima morale; importanti le parole del Papa al riguardo (qui dovrei linkarle)

03,30 c’è una gara a costruire la rappresentazione mediatica di eventi e personaggi, con tendenza al deterioramento: sublimare la propria immagine e presentare come imbecille o demoniaca o criminale quella dell’avversario

05,26 alla rappresentazione immaginifica occorre sostituire la descrizione reale dei problemi reali, il che non è facile, stante la prevalenza della consuetudine a filtrare i problemi per immagini mediatiche, spettacolarità che altera la percezione reale del problema (vedi quello di immigrati, sicurezza, ...) lasciandola a livello di rappresentazione

08,15 c’è una crisi di lungo periodo che ha logorato la fiducia verso le istituzioni

09,20 veniamo da un lungo periodo di benessere

11 ma chi oggi è nel bisogno ha una percezione di marginalizzazione (essere stati allontanati da un benessere che sembrava a portata di mano) ben più grave della indigenza dei nostri avi

14 e c’è la percezione che lo sconvolgimento sia avvenuto da sistema (vedi governo Monti con toccata di nervi scoperti come la legge Fornero perché eravamo arrivati alla frutta, ancorché sia stata utile per evitare una crisi ancora più profonda) e che non abbia consentito di recuperare nulla del tenore e delle prospettive che avevamo negli anni 60-80.

16,30 vogliamo parlare della crisi bancaria? Ennesimo colpo che presenta un’Italia che non funziona: vengono meno le sicurezze sulla tenuta del sistema Italia, con la prospettiva di dover stare a soffrire nei problemi ancora per decenni.

19 mettiamoci pure le unioni civili, presentate come un cambiamento molto importante: negli anni 30 qualcuno diceva che il popolo non può sopportare uno sconvolgimento che sia contemporaneamente sulle cose materiali e spirituali

20,30 tutto ciò viene percepito con una perdita di benessere, di essere a metà del guado senza concreta speranza di uscirne.

21,15 la sconfitta del referendum costituzionale si può leggere come reazione suggerita dal timore di perdere uno dei pochi punti di stabilità che restavano e che ci era costato sangue.

23,15 la questione dei migranti rientra in questo quadro di incertezza e di inadeguatezza; i nostri progetti di integrazione sono ampiamente deficitari nella maggioranza dei casi: sapete cosa significa dal punto di vista sociologico un operatore che ha a che fare con 40 persone che vengono da n parti diverse? Abbiamo un primato nel volontariato, di modelli di incontro, ma anche gli accolti vivono la sensazione di essere a metà del guado, assistiti non valorizzati.

27,30 smettiamola di demonizzare l’altro: un filosofo francese “nulla è più prezioso ad un tessuto laico di avere ...”. [CzzC qui non ho capito bene, ma mi pare che parlasse della presenza mediatrice e riconciliatrice dei cattolici]

28,30 il caso Macerata lei bella, giovane, smembrata: l’industria mediatica ci sguazza, vende bene, ma sta preparando le pistole ...

30,15 sul piano sociale si registra un rifiuto ostinato del        al papa si dice “parla per te io voglio la bacchetta magica” c’è una esasperazione che non vuole guardare la realtà ... “i migranti si possono mandare a casa già domani ... bene ti voto

32 la guerra a puntate è una metafora del Papa si pensa    eppure ci vuole poco ... Si pensa che la crisi sia un affare dei banchieri che hanno truffato ...

32,40 in questa sofferenza guadagnano spazio le analisi più radicali; c’è da preoccuparsi e non solo dei pazzi: le analisi più radicali hanno il grande difetto che non sono controllabili; vedi quelli della P38.

35 il rifiuto della crisi può essere riparametrato per essere trasformato in energia della ripresa se ci sono progetti credibili in grado di catalizzare

35,30 è importante il ruolo dei cattolici: se l’IT non si è ancora presa a coltellate possiamo dire che è anche gran merito dei cattolici?

36,15 ricostruire un clima morale, cercare di riformare gli estremismi, avere dei progetti

 

Secondo brano di registrazione: domande a e risposte da prof Abbruzzese

00 Domanda di BF: dopo le elezioni i politici saranno ancora degli ologrammi mediatici o ci sarà una possibilità di dialogo?

00,50 Abbruzzese: le tornate elettorali sono solitamente delle iniezioni di realismo (attualmente il 47% dei giovani non andrà alle urne) e ci sarà un rapporto con chi già opera (ad es mondo cattolico che produce solidarietà): chi è per la ricostruzione si faccia avanti e dovrà cavalcare su progetti pesanti, perché non si può crescere all’1 virgola quando gli altri nostri simili viaggiano al triplo di crescita

05,55 MC qualche responsabilità dovremmo avere se abbiamo educato una generazione di giovani così disinteressati al voto e alla responsabilità civil-politica. Domanda #2: come giocare la ns responsabilità adesso prima del voto? Domanda #3 vedi dialogo con Vittadini con i giovani [CzzC: qui dovrei trovarne il link]: “trovate 5 punti che ritenete fondamentali, ma occorre avere chiara la realtà”. Domanda #4 che lavoro fare affinché tutto non si esaurisca nel “per chi votare?” Come essere parte attiva, presenza fattiva, in termini di accoglienza e di fare politica che non sia solo interesse personale?

14,40 Abbruzzese: noi cattolici siamo abituati a vivere nella crisi materiale, spirituale, morale, a capire la crisi degli altri, il che serve tantissimo, perché dinanzi ad un mondo così logorato c’è bisogno di un progetto ma anche di una compagnia: il mondo della Vespa non c’è più e noi cattolici abbiamo un’esperienza di saper vivere vicino agli altri: Giussani ha fatto un capolavoro nel trasformare il desiderio di un benessere nel desiderio di qualcosa di più profondo, il che oggi è prezioso quantomeno come 60 anni fa, è necessario, in questo momento in cui non possiamo distribuire più fondi, in un mondo moderno che costruisce per il soggetto, specialmente giovane, l’imperativo categorico dell’appariscente successo, ma al quale offre poco più della discoteca. Prendiamo questo desiderio di affermazione, ma trasformiamolo per un desiderio di vita autentica perché nessuno gli dice che altrimenti è per l’effimero