È importante che eventuali GESTI PUBBLICI pro simboli cristiani (ad es. pro CROCIFISSO) siano ben concordati con i Pastori

Pur riconoscendo il primato della coscienza, nella Chiesa di Cristo non credo al primato della coscienza individuale formata nel solo confronto con la comunità soggettivamente intesa, nemmeno quando tale comunità fosse costituita da gruppi “ortodossi”: nella sua Chiesa Cristo ha istituito la Guida.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 28/10/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: religione e laicità; radici cristiane; laicismo; Natalia Ginzburg, identità, via i crocifissi dalla nostra scuola elementare, via da ISR-FBK

 

↑2009.12.06 ricevo il seguente msg e rispondo

Da: NC Inviato: domenica 6 dicembre 2009 11:45

Oggetto: GESTO PUBBLICO PER IL CROCIFISSO

Carissimi amici, mi permetto di invitarvi a questa iniziativa che un gruppo di cristiani ha organizzato a Rovereto per affermare pubblicamente il valore del nostro segno religioso più importante, cioè il crocifisso ("Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso", scriveva S. Paolo ai Corinzi):

Martedì 8 dicembre 2009 – Festa dell'Immacolata Concezione - Rovereto Piazza Loreto

CAMMINIAMO INSIEME PER TESTIMONIARE IL NOSTRO AMORE AL CROCEFISSO

Ore 17,00: appuntamento in Piazza Loreto (Rovereto)

Ore 17,30: arrivo in Piazza del Mart

Promossa da:

·         Associazione culturale “Ambiente è Vita per Rovereto”

·         Associazione culturale “La Torre”

·         Coordinamento Culturale S. Andrea

·         con la partecipazione libera di altre Associazioni, Movimenti e Comunità.

   Il parroco di San Marco, don ..., è stato travisato dalla stampa: non ha affatto disapprovato l'iniziativa, ma soltanto precisato che non riteneva opportuna una adesione ufficiale della parrocchia, per mancanza di tempo e per distinguere l'intervento dei cristiani in campo pastorale - di cui sono responsabili i pastori - da quello in campo civile - di cui devono essere responsabili i laici cristiani -; per il resto ha augurato il miglior successo all'iniziativa.

   Il Vaticano del resto ha sollecitato i laici cristiani ad alzare la loro voce per questa vicenda del crocifisso oscurato.

   Si potrà discutere sulle modalità dell'iniziativa, sull'efficacia di una manifestazione a Rovereto o sulla opportunità di un coinvolgimento preventivo di tutti i gruppi cristiani del territorio, e sarà necessario aiutarsi in futuro per agire meglio in questa direzione; tutte cose giustissime, ma resta il fatto che questo gruppo di giovani laici cristiani, che ha già organizzato delle conferenze molto frequentate a Volano (specialmente sulla persecuzione dei cristiani in Cina, dimenticata da tutti), ha avuto il coraggio di organizzare un gesto pubblico in nome della loro identità cristiana in piena sintonia con il Magistero della Chiesa. Non so da quanti decenni questo non avveniva a Rovereto, dove le uniche manifestazioni pubbliche dei cristiani, al di fuori dei gesti liturgici, sono state danze di pace e bandiere arcobaleno molto politicamente corrette.

   Avete mai visto manifestazioni dei cristiani (salvo poche conferenze organizzate da noi e da nostri amici) per difendere la parità scolastica, la vita, la famiglia, la sussidiarietà, la libertà religiosa? Avete mai visto gruppi cristiani divulgare un giudizio culturale cattolico nei luoghi di vita sociale, lavorativa, politica? Le chiese sono ancora molto frequentate, ma fuori dalle mura rassicuranti della parrocchia ne verbum quidem: "vi disperderete ciascuno per proprio conto e mi lascerete solo" (Gv 16). Non voglio certo mettere in dubbio la validità e l'efficacia di tante iniziative di centri culturali e di opere presenti a Rovereto, ma porre una domanda sulla coscienza di sé realmente presente e pubblicamente espressa della comunità cristiana cittadina.

   Mi sembra dunque che non valorizzare questa mossa coraggiosa di questi amici cristiani sia un accettare sempre più la logica del quieta non movere et mota quietare (non agitare le cose tranquille e fermare quelle che si muovono) che piace tanto a chi vuole comandare indisturbato. Come diceva Iannacci: "che sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re". O Milosz: "Si è riusciti a far capire all’uomo che se vive è solo per grazia dei potenti. Pensi dunque a bere il caffè e a dare la caccia alle farfalle. Chi ama la res pubblica avrà la mano mozzata".

   Dal gesto sono escluse le connotazioni partitiche (fermo restando che farebbero bene anche i partiti a muoversi per il bene comune e quindi anche per difendere la libertà religiosa e i simboli della nostra oggettiva storia cristiana) e qualsiasi ombra di violenza. Conoscendo gli organizzatori posso assolutamente confermare questi requisiti.

   Un nota bene finale, scusate se mi permetto di farlo. Parteciperà al gesto tra i promotori anche la famiglia di NY, il giovane ... una testimonianza di fede in Cristo che ha commosso l'intero paese: varrebbe la pena partecipare anche solo per loro e per il richiamo che rappresentano per tutti.

   Grazie dell'attenzione, a presto. NC

 

RISPONDO-----------------------------

Da: CzzC Inviato: domenica 6 dicembre 2009 14:38

A: NC

Oggetto: R: GESTO PUBBLICO PER IL CROCIFISSO

Concordo pienamente «sulla opportunità di un coinvolgimento preventivo di tutti i gruppi cristiani del territorio, e sarà necessario aiutarsi in futuro per agire meglio in questa direzione» ma, con tutta trasparenza, dichiaro l’intento di non aderire all’iniziativa proprio perché questa volta mi pare che si sia agito senza raccogliere preventivamente i benestare dell’autorità locale e diocesana della Chiesa e senza un largo coinvolgimento di altre parti della fraternità cattolica (prerequisiti che sarebbero stati necessari per non alimentare le già abbondanti accuse di separatismo rivolte a taluni movimenti e associazioni all’interno della Chiesa.

Sono dispiaciuto ancora una volta per il metodo, pur condividendo il merito: se mi permetti una correzione fraterna, direi che ci dovremmo impegnare di più ad avere cura del metodo per salvaguardare il merito, a meditare su umiltà ed ubbidienza che non sono nemiche dello spirito di iniziativa; non si tratta di “politically correct” né di “formalità – formalismo”, ma di sostanza indispensabile alla testimonianza efficace dell’amore all’Ideale che ci accomuna.

Ciao. C.