modificato 17/04/2017

 

Usque tandem? Fino a quando consentirete che ci siano leggi pro aborto?

Correlati: adeguata punizione? No194? What if? Prudenza no integralismo intollerante, Male minore

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Caro amico, alla tua pubblica domanda «Fino a quando consentirete che ci siano leggi che permettono di uccidere la vita umana nascente» risponderei che ...

 

 

Da: CzzC 15/12/2011

A: NCy

Oggetto: Usque tandem ...

 

Caro NCy,

    alla tua pubblica domanda «Fino a quando consentirete che ci siano leggi che permettono di uccidere la vita umana nascente» risponderei che, reiterando un tale appello retorico, nessuno dei pro-choice porteresti ai pro-life, mentre metteresti ancor più in difficoltà quei pochi dei pro-choice che comunque affiancano i pro-life nella concretezza dell’assistenza alle gestanti, alle madri ai nati.

Se mi dicessi che, argomentando così, sto negando le parole del Papa che mi evidenziasti, ti direi che, mi trovo d’accordo col Papa che afferma

«Rivendicare il diritto all'aborto, all'infanticidio, all'eutanasia e riconoscerlo legalmente, equivale ad attribuire alla libertà umana un significato perverso e iniquo: di un potere assoluto sugli altri e contro gli altri. Ma questa è la morte della vera libertà»,

perché anch’io sostengo che non esiste un diritto di uccidere, specialmente una creatura indifesa, ma ti farei osservare che il Papa con quell’affermazione

- non intende imporci il dovere

- di infliggerle una adeguata punizione alla gestante che abortisse

- o di metterla in condizioni di andare ad abortire in clandestinità

- o di mettere in gabbia la gestante propensa ad abortire, finché partorisca per poi far adottare il salvato

- e quindi sottintende il dovere di una legge che regolamenti il tutto.

Io avrei voluto una legge 194 diversa dalla attuale, che, dando corpo al buon preambolo, più concretamente sostenesse il diritto alla vita, ad esempio obbligando i consultori a segnalare alla gestante tutte le opportunità e i centri di aiuto cui potesse accedere per sostenere l’eventuale residua intenzione condizionale di portare a termine la gravidanza. Ma il referendum abrogativo fallì, indusse un’immane scompiglio all’interno del mondo cattolico ed aumentò le difficoltà per gli obiettori di coscienza.

 

Mi giunge voce che sta scaldando i motori un avvocato (speriamo sia più ingenuo che in malafede) per sollecitare la reiterazione di quelle nefaste conseguenze con un nuovo referendum NO194: perché? Per contare si dice, nel senso di misurare di quanto si scostino oggi i pro-life rispetto al 33% di 3 decenni fa.

Anch’io sono per ripartire e ricostruire, in strettissima unità col Magistero petrino, ma non con colpi di pancia sganciata dal cervello, bensì con un progetto di nuova evangelizzazione sul piano propositivo, mentre occorre resilienza con difesa ad oltranza sul fronte del diritto all’obiezione di coscienza.

 

Se mi menassi colpi bassi con «In base alla legge che tu difendi», ti ripeterei che Non difendo la legge, la vorrei cambiare, ma intendo aiutare il discernimento in merito, potendo dimostrare ragionevolmente che un nuovo referendum abrogativo, destinato al fallimento, amplificherebbe le conseguenze negative del precedente e dunque farebbe molto più male che bene al servizio pro-life e al diritto all’obiezione di coscienza.

 

Se mi invitassi a riflettere con «Se non ti convincono le mie parole, leggi la Evangelium Vitae e dimmi cosa ne pensi», ti risponderei che l’ho letta e te ne riferirò in dettaglio; fin d’ora osservo che il paragrafo da te evidenziatomi non ti legittima a sostenere come scelta buona e doverosa la richiesta di un referendum per abrogare la 194, mentre la EV spinge ad operare pro-life nonostante le leggi e possibilmente a correggerle, onde diminuire il numero di soppressioni di innocenti.

L’obiettivo di modifiche alla legge dovrebbe essere primariamente quello di diminuire il numero di aborti nei casi in cui la madre fosse disposta a rinunciarvi a certe condizioni sostenibili da una legge appunto diversa, ben sapendo che se una madre volesse abortire ad ogni costo, nessuna legge glielo potrebbe impedire, mentre una mancanza di regolamentazione potrebbe creare più vittime anche tra le madri e un turpe mercato speculativo della domanda come sta avvenendo con la prostituzione.

 

Tentai di farti riflettere che, per l’eterogenesi dei fini, anche un intento apparentemente buono può tradire il bene se non viene coniugato con la ragione e con una Guida sicura. Sono preoccupato per le conseguenze negative che certe azioni (comunicati stampa con contenuti catilinari sottintendenti l’invocazione di misure repressive, convocazione di liturgie di protesta ...) prevedo arrecabili alla nostra comune causa di effettivo servizio pro-life, previsione che non è certezza, ovviamente, ma che formulo a partire da una certa esperienza nei rapporti di causa-effetto.

 

Potresti consultati anche con don ... o con altri sacerdoti fedeli al Magistero petrino; io sono meno esperto in materia; lungi da me volerti ferire, ma, mi conosci, sono un fissato del rapporto fede-ragione-esperienza, della responsabilità di ponderare i rapporti di causa-effetto in via preventiva (what if) come ci insegnò Gesù, dell’utilità della correzione fraterna, reciprocabile.

 

Un abbraccio fraterno in Cristo.

 

05/04
2016

Vescovi cattolici polacchi stanno istanziando il divieto titale di aborto in supero della legge 1993 che lo consente solo nei casi estremi (rischio vita gestante, stupro, malformazione grave). [CzzC: cari fratelli polacchi, non fatevi ingannare da intolleranti che in buona o mala fede sono funzionali al nemico dei pro-life e che vi fanno commettere un errore simile a quello in cui provò ad indurci qualche intentatore di un nuovo referendum abrogativo della 194: rafforzate piuttosto l’assistenza l’aiuto alle gestanti e il diritto all’obiezione di coscienza: perché? Continua]

10/11
2011

Davanti a Dio non c'è peccato più grave dell’aborto. [CzzC: davvero? Ad avviso non solo mio, ma forse anche del Papa, e di Gesù che previde adeguata punizione con macina al collo, una gestante che abortisse perché certa di non avere le energie sufficienti per far crescere un ulteriore figlio con sufficiente dignità, fa peccato assai meno grave del prete pedofilo che abusa di un ulteriore bambino; e fa peccato assai meno grave del Vescovo che per adeguata punizione al pedofilo gli inflisse solo il cambio di area di caccia]