Omelia dell’Arcivescovo di Trento Mons. Lauro Tisi  2019.10.06 memoria di Rosmini

pronunciata nella chiesa di S. Marco di Rovereto Domenica 6 ottobre 2019 - Memoria dell’ingresso di Antonio Rosmini  come parroco a Rovereto il 5 ottobre 1834

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 24/01/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2019.11.29 ricevo da NC questo testo che mi permetto di annotare sottolineando il Deus caritas est, fermo restando il cbdi perché non sono riuscito a trovare il link al testo originale.

Le parole del profeta Abacuc “Violenza, rapina, fino a quando, Signore, dovremo sopportarle?” vanno in onda ogni giorno sulla nostra bocca, come un mantra che ci scambiamo sui posti di lavoro, alla fermata dell’autobus, quando ci incontriamo informalmente. È un mantra continuo che ci scambiamo, fatto di pessimismo, di negatività, di percezione di una realtà caratterizzata da violenza, rapina, cattiveria. Anche noi diciamo la frase di Abacuc, - “Fino a quando Signore” -, magari declinata in un modo meno elegante: “Dov’è Dio? Dorme? Dio non abita più la storia …”.

Sembra che Dio abbia abbandonato le nostre comunità e la nostra Chiesa.

La profezia di Abacuc oggi è una meravigliosa provocazione. La profezia di Abacuc si è materializzata. Il Signore pone un termine al male, un frangiflutti al male: Gesù Cristo, morto e risorto, che dona lo Spirito, che ha preso in mano la Storia, che impedisce alla Storia di sprofondare nel nulla, che è una barriera al male nella Storia, la abita per portarla a un centro, a una pienezza. Ѐ la presenza di Cristo risorto, che anche dentro l’azione della Chiesa, continua a portarla verso il compimento, verso la pienezza.

Noi non camminiamo verso la fine, ma verso il fine [CzzC: apprezzo la finalità, che ha un significato diverso da obiettivo; mèta, salvezza)] e sarà molto bello quando Dio sarà tutto in tutti. I Cristiani dovrebbero sapere che tutto va verso una pienezza, un compimento. I Cristiani dovrebbero essere prigionieri della speranza, avere la percezione che gli eventi stanno andando, come dice il profeta Zaccaria, verso un centro, verso la pienezza, verso un compimento.

Rosmini queste percezioni le ha sentite, le ha frequentate con il suo grande spirito, con tutto se stesso. Esse hanno fatto sì che Egli amasse profondamente la vita e la Storia, perché sapeva che la vita e la Storia, nelle loro varie sfaccettature, sono cariche di positività e di bene, perché sapeva che la vita e la Storia sono uscite dalle mani di Dio e le mani di Dio, dopo averle create, si sono abbandonate alla commozione: «E Dio vide che era cosa molto buona».

Rosmini ha saputo raccontare questo: che la Storia e la Creazione hanno dentro l’imprinting di Dio, che sono tutte impregnate del meraviglioso disegno di bellezza e di bontà, che Dio ha messo nella Storia e che ha manifestato nel compimento della Storia: Gesù Cristo morto e risorto. Gli uomini nella Storia hanno il compito di svelare quel meraviglioso disegno di bellezza, di forza, di bontà che Dio ha immesso nella Storia. L’azione di Rosmini sia sul fronte spirituale, sia sul fronte culturale, politico e letterario è un’azione che lui produce, profondamente convinto che la Creazione e la Storia sono la terra di Dio, l’arte naturale di Dio, sono intessute di Dio, impregnate di Dio.

Ѐ interessantissimo che Rosmini  abbia amato tutto questo e l’abbia portato avanti in mezzo a mille difficoltà. Ben venga dunque oggi il profeta Abacuc ad aiutarci a illuminare la vita di Rosmini che, come Abacuc, ha interpellato il suo Signore. Le difficoltà e i travagli della vita non hanno piegato Rosmini, perché ha amato questa vita, l’ha raccontata, perché ha capito che la vita e la Storia sono il luogo dove fare esperienza di Dio, di un Dio che è tenerezza, misericordia, carità.

La grande lezione che Rosmini dà alla Chiesa di Trento oggi scossa da mille difficoltà, in preda a tanti disorientamenti, anche a momenti di rassegnazione, è: “Alzati Chiesa di Trento, alzati! Non avere paura, cerca nella Storia le trame del tuo Signore, la tua storia è nelle mani di Dio, la storia che abiti è buona, è positiva, è compimento!” Questa è la profezia dei Cristiani che in un mondo che grida violenza e morte gridano l’opposto: “Stiamo camminando verso il compimento!”

E allora aiutiamoci vicendevolmente, frequentando la vita, a vedere i segni del Regno che viene. E dove li troviamo questi segni? Li troviamo nelle corsie degli ospedali, nei gesti di umanità che le abitano, nelle diverse strutture dove la gente si alza e va a lavorare ogni giorno, dove uomini e donne lavorano in una vita spesso fatta di onestà e di ricerca del bene comune.

Non lasciatevi rubare la speranza. Coraggio! Il bene abita questa nostra terra. Certo non lo trovi né sui social né sui media. Lo trovi se frequenti gli uomini, là dove l’uomo conosce la prova della vita e dove spesso dà il meglio di sé.

Nel Vangelo c’è anche un’altra meravigliosa illuminazione: Se aveste fede potreste spostare le montagne”. Oggi vorrei caratterizzare questo aver fede con una piccola annotazione: aver fede è avere  memoria di quella parola eterna di Dio che è stata pronunciata su di noi: «E Dio vide che era cosa molto buona». Ѐ aver memoria di Gesù Cristo morto e risorto, che abbiamo visto e toccato, a cui possiamo sempre accedere, è aver memoria di quel primordiale amore di Dio che ci ha generato, nessuno di noi è al mondo per caso. Siamo stati generati, ciascuno di noi, dal cuore e dalle mani di Dio, nessuno di noi è al mondo per sbaglio, siamo l’estasi, l’entusiasmo, la commozione di Dio creati da un amore che non si stanca mai di cercarci. I Cristiani raccontano questo: che dietro di noi c’è il meraviglioso amore di Dio, facendo riferimento a un evento: Gesù Cristo, morto e risorto per noi.

 Nella spiritualità rosminiana c’è la profonda coscienza di questo amore primordiale di Dio, che sta dietro il volto di ogni creatura. Ѐ questo che porta Rosmini a quel meraviglioso principio della passività, per cui lui sta nella storia continuamente in tensione verso il suo Signore, perché sa che la Storia è del suo Signore, e allora non perde mai la speranza e allora le contrarietà e le vicissitudini della Storia per lui sono il luogo dove cercare, amare, frequentare il suo Signore. Questa è la passività: non essere indifferenti e inerti, ma  sapere che la Storia è nelle mani di Dio, del Signore, è Lui che la guida e la custodisce e tu rimani nella storia come uditore della Storia, di Colui che la abita, che la accompagna e che vi è dentro come un grido e come risorsa infinita. Nella Lettera ai Romani è scritto: «La fede nasce dall’ascolto». I Cristiani ricevono la fede, è Gesù che ci è venuto incontro (passività rosminiana). I Cristiani non fanno il primo passo, noi  riceviamo la fede, noi rispondiamo. Questo è un appello per la nostra Chiesa: dobbiamo tornare alla passività rosminiana, dobbiamo confrontarci ogni giorno con Cristo, parola eterna del Padre. Emerge spesso una devianza pelagiana: pensiamo che per arrivare a Dio dobbiamo prendere noi l’iniziativa, partire da noi, darci noi le forze per arrivare a Lui. Invece Gesù ci è venuto a trovare a casa nostra, ci è venuto incontro, ci è venuto a cercare. La fede è ascolto, stupore, meraviglia.

La Storia è meraviglia, è abitata da un Dio meraviglia, tu sei una meraviglia. E allora cosa fa la Chiesa? Va e racconta questo Dio meraviglia. Oggi la Chiesa ha un grande problema: si perde nelle strutture, nell’organizzazione, in mille rigagnoli e non narra con passione il “Fuoco” che l’ha generata e se la Chiesa perde questo, perde Gesù Cristo, ha perso tutto (né oro né argento alla porta Bella del tempio). Io, oggi, come Vescovo, non vi do nessuno strumento organizzativo. Vi dico che io credo in Gesù Cristo, che Gesù Cristo mi abita, che mi commuove e che non lo mollo anche se lo mollassero tutti.

Ancora un’ultima provocazione evangelica: servi inutili: Rosmini è meraviglioso in questo. Per Rosmini la Carità è Dio [CzzC: vedi nota appresso], non è un po’ di solidarietà, non è neanche il nostro farsi prossimo, la Carità è Dio stesso, è l’Amore; solo Dio è Amore e l’amore per sua natura è gratuità, è tutta gratuità, è la liberazione dal demone dell’utilità.  La carità basta a se stessa. Non cercate nessun ritorno nella carità, perché l’amore basta a se stesso, appaga. Cerchiamo di riscoprire la dimensione del non utile nella carità.

[CzzC: a prescindere dal fatto che non saprei in quale documento Rosmini abbia così equazionato “la Carità è Dio”, qui a mio avviso il Vescovo non intende giustificare i teo-sociologi che hanno invertito il “Deus caritas est” con “la carità è Dio”, inversione che potrebbe servire a qualcuno per surrogare la nostra Salvezza nel fare la carità materiale, così come Mancuso la surroga nella giustizia; il Vescovo intende dire, a mio avviso, che la “Carità di Dio trascende ogni umano intendimento” come spiegato in questo documento dei Rosminiani, altrimenti il Vescovo non direbbe che la carità non è neanche il nostro farsi prossimo e che solo Dio è Amore, nessuno di noi è amore. Apprezzo tantissimo mons. Lauro, e mi spiace che questi distinguo possano far pensare ad inutili avvitamenti su sillogismi teologici, che non vorrei ringalluzzissero i suddetti teo-soc, che millantano la suddetta equazione più pro laicismo che pro teologia].

Ѐ chiaro a questo punto che solo Dio è amore, nessuno di noi è amore, perché dentro di noi conserviamo sempre degli anfratti dove vive qualcosa di diverso dall’amore, vive il peccato, vive l’egoismo. Gesù Cristo è Amore ed è pienamente uomo. E allora noi saremo sempre dei camminatori fino all’ultimo giorno, fino a quando, abbracciati da Dio, saremo finalmente anche noi solo amore.

Chiediamo a Dio di lasciarci conquistare da questa Carità rosminiana. Noi smettiamo di fare la carità e non la facciamo quando la pratichiamo per “ottenere”.  La carità non è l’utilità, è qualcosa di più: è la tua vita, il tuo Paradiso. E questo è ciò che ha permesso a Rosmini di sopportare tutto, di soffrire tutto, di non recedere da nulla.

Vieni, Signore Gesù, vieni con la tua bella carità, vieni con il tuo Amore, che non è utilità, ma è gratuità e bellezza [CzzC: pienamente d’accordo!]

Buon cammino a tutti!