IGNÁC (IGNAZ) SEMMELWEIS: alla verità si arriva con più osservazione anziché con ideologico pregiudizio

Pur ostracizzato da luminari parigini dell’epoca, che misconobbero le sue osservazioni, egli nel 1847 dimostrò la possibilità di ridurre con la semplice igiene (in particolare delle mani) la trasmissione degli agenti patogeni.

Emblematica storia per smentire i tifosi di quel “Se la realtà dei fatti non si adatta alla mia idea-ideologia, tanto peggio per la realtà dei fatti”.

<post> Nel 1865 Semmelweis fu rinchiuso contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico e morì di infezione per le ferite riportate dopo essere stato picchiato dalle guardie dell’istituto. Oggi l’attitudine a respingere le prove di una nuova scoperta quando contraddicono lo status quo viene definito “riflesso di Semmelweis”.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 13/01/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: realtà superiore all’idea o viceversa? Conoscenza, metodo scientifico; comunità educante, libertà di educazione

 

2020.03.20 <post> oggi, in pandemia coronavirus, Google celebra Ignaz Semmelweis, considerato il primo scienziato a capire l’importanza di un’adeguata igiene per prevenire le infezioni, compresa la buona pratica di lavarsi le mani accuratamente.

 

↑2016.10.23 alla festa della scuola Veronesi vengo a conoscere la storia del dott. Semmelweis, emblematica per la ricerca della verità, cui si arriva, anche con stupore, praticando più osservazione che ideologia; dal che pure il metodo educativo trae i suoi fondamenti: amore alla libertà, con responsabilità che non schiva fatiche, sostenuti da una compagnia il cui primo nucleo è la famiglia. Riassumo dalla relazione di Paolo Molinari.

Se adesso io mi mettessi a parlarvi di educazione sono convinto che domani nessuno si ricorderebbe nulla di quello che vi ho detto, perché noi uomini siamo fatti così...invece se vi racconto una storia questa storia qui non ve la dimenticate più. È infatti il motivo per cui Gesù insegnava con le parabole. Lui sapeva come sono fatti gli uomini, sapeva che una storia si fissa nel cuore e nella mente. E quindi le tre cose che volevo dirvi sull'educazione ve le dico raccontandovi una storia. È una storia vera, presa dalla storia della medicina, la storia di Ignaz Semmelweis. Semmelweis era un medico, siamo all'inizio dell'Ottocento e in questo periodo non si sa assolutamente nulla della microbiologia, dei batteri ... né di come le malattie si diffondevano ... Pensate che in quel tempo il 20% delle donne morivano di parto, di febbre puerperale dopo il parto. Quando questa storia si svolge, Semmelweis è un giovane medico, vuol fare chirurgia, però appena si laurea c'è posto solo in ostetricia e quindi i suoi professori gli dicono guarda c'è un bel posto a Vienna, che era la capitale dell'impero asburgico ... in ospedale pubblico c'erano due reparti dove venivano fatte partorire le donne: in un reparto la percentuale di decessi era il 20% quella normale, ma c'era un altro reparto dove la percentuale arrivava all'80% e in alcuni periodi al 100%. Partorire lì significava morire, tant'è che la gente che lo sapeva lo definiva il reparto della morte e lì andavano a partorire soprattutto persone povere, ragazze di strada, il dato non stupiva, si dava la spiegazione che erano donne già ammalate, provate; Semmelweis non sa nulla di questo. Arriva il primo giorno del suo lavoro con l'emozione di uno che inizia e gli accade un fatto che gli cambierà la vita. Lui è in reparto e sente una donna che urla, va a vedere che succede e vede una donna in travaglio che sta lottando contro gli infermieri disperata. Lui chiede cosa stia succedendo e lei lo abbraccia e con sguardo disperato gli dice: non mi faccia portare in quel reparto altrimenti morirò di sicuro. Non si preoccupi siamo qui per il suo bene... lei disperata dice: lo faccia per i miei figli a casa perché se io muoio non hanno nessuno... la prego non mi faccia portare in quel reparto. È tale la disperazione e la concitazione di questa donna che sviene. Naturalmente la portano in reparto la aiuta poi se ne va. Il giorno dopo da buon medico va a vedere come sta questa donna che ha partorito, vede che è arrivata la febbre e in un paio di giorni morirà. Semmelweis è impressionato da questa cosa; ha un incubo ricorrente di questa donna che lo prega di non farlo partorire in quel reparto. E quindi dice non è accettabile questa cosa e vuole scoprire perché questo accade. È interessante perché questa persona è la prima volta che va in questo ospedale dove ci sono tanti medici, infermieri che vedevano questa cosa qui. Lui lo vede una volta e dice è inaccettabile. E questo già ci dice della statura umana di questo medico perché molti di noi avrebbero detto: se tutti fanno così ... se è normale così ... io sono al primo giorno di lavoro, faccio come fanno tutti gli altri. Lui lo vede una volta e dice non è accettabile, io voglio scoprire perché questo accade. Devo scoprire perché accadono questi fatti. E quindi cosa fa? Incomincia ad osservare e già qui è interessantissimo perché molta osservazione e poco ragionamento portano alla verità e molto ragionamento e poco osservazione portano all'errore. Ora noi viviamo in un tempo in cui pensiamo che le nostre idee valgano più della realtà; infatti noi spesso pensiamo i nostri figli, pensiamo i nostri studenti, pensiamo alle persone che amiamo ma raramente le osserviamo e quindi raramente ci accorgiamo di ciò di cui hanno veramente bisogno, delle loro fatiche, delle loro paure, dei loro bisogni; non per cattiveria ma perché non li guardiamo. Ecco quindi cosa c'entra molta osservazione...

Semmelweis quindi comincia ad osservare, dice ci sarà qualcosa dietro queste morti, allora comincia ad osservare la stanza, gli strumenti, le pratiche, letti, lenzuola, tutto uguale... l'unica cosa differente è che in quello in cui muoiono il 20% ci sono le ostetriche e nell'altro, il reparto della morte ci sono gli studenti in medicina. E quindi lui nel suo diario scrive: la morte insegue gli studenti. Sembra il titolo di un film dell'orrore e comincia a osservare gli studenti. Va a dormire nelle loro stanze, mangia con loro, va a lezione con loro... immaginatevi questi che vedono questo qui che va a mangiare con loro, a lezione con loro, a dormire con loro... Dopo un po' di tempo che fa così, si accorge che gli studenti prima di andare a fare tirocinio in reparto vanno a fare lezione di anatomia sezionando cadaveri.

Ora a quel tempo si sapeva che sezionare era qualcosa di pericoloso, che se mi ferivo facendo l'autopsia morivo, perché il cadavere è pieno di batteri patogeni però loro pensavano a una ferita diretta, cioè se mi taglio e tocco il cadavere muoio, per cui pensavano i cadaveri sono pericolosi, e quindi Semmelweis annota ci deve essere qualche cosa che attraverso le mani o i vestiti degli studenti passa dai cadaveri alle donne che partoriscono.

Intuizione incredibile, non sa nulla, non è in grado di vederli, di misurarli, usando l'intelligenza dice: il cadavere è pericoloso, questi vanno ad aiutare le donne che poi muoiono, ci deve essere qualche cosa che io non so che evidentemente si trasmette. Semmelweis è convinto di aver trovato la risposta, va dal suo primario, il primario lo guarda e dice: ma tu sei fuori di testa... Cose invisibili? Cosa stai dicendo? Pensa a fare il tuo lavoro, sei appena arrivato, smetti di andare con gli studenti e fa’ il tuo lavoro.

Semmelweis è convinto di aver trovato una cosa importante e poi succede un fatto: il primario si ammala e deve assentarsi per un lungo periodo e a Semmelweis viene affidato il compito di dirigere il reparto. A questo punto sa di avere l'occasione, sa benissimo di rischiare moltissimo perché già il primario l'ha richiamato però lui è convinto di aver trovato la risposta. Quindi organizza quello che ora è fatto in tutti gli ospedali, ma allora non c'erano armadietti, non c'erano spogliatoi, quindi lui costringe gli studenti a cambiarsi i vestiti, gli fa lavare gli strumenti con una serie di sostanze molto acide che servono a distruggere questo qualche cosa; fatto sta che in quattro settimane che viene seguito il suo protocollo la mortalità scende a zero. Un risultato incredibile, non c'era nessun ospedale al mondo che aveva zero morti in un reparto di ostetricia. E quindi non solo aveva risolto il problema, ma aveva trovato la causa della diffusione delle malattie. Aveva trovato una cosa che avrebbe rivoluzionato il mondo della medicina. Quindi lui è entusiasta: aveva un'idea, fa l'esperimento, la gente si lava le mani, non muore nessuno. Torna il primario e lui è convinto, è evidente....tutti sono contro di lui: i medici e gli infermieri perché le sostanze che lui usava erano altamente corrosive e loro avevano le mani screpolate, segnate, rovinate per cui tutti lamentano ci fa rovinare le mani, le nostre preziose mani, i pazienti infuriati perché chi non aveva da cambiarsi i camici non veniva fatto entrare in reparto quindi alcuni medici non venivano fatti entrare in reparto, quindi non erano seguiti... arriva il primario che non vedeva l'ora e Semmelweis viene cacciato perché viene considerato un pazzo: erano tutti così preoccupati del loro piccolo particolare che nessuno si accorge che non è morto nessuno.

[CzzC: ricordo l’aforisma diEraclito: «Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti»].

Impressionante, ma tutti noi uomini siamo fatti così, abbiamo così paura di fare fatica perché cambiare è sempre una fatica, cambiare è faticoso perché richiede un lavoro, e noi abbiamo così paura, siamo così restii alla fatica ...viviamo in una società che ha abolito la parola sacrificio e la parola fatica che proprio ci fa orrore. Anche quando questa fatica è per un bene, per qualche cosa di meglio... la mia esperienza di direttore l'ho visto accadere continuamente. Quante volte ho visto un ragazzo, bambini in difficoltà, parlo con i genitori: qui dobbiamo affrontare la situazione, quindi vuol dire fare fatica, dobbiamo cercare di cambiare, fare qualcosa... e la maggior parte delle volte ho visto il rifiuto. Di fronte alla fatica NO. Preferiamo lasciare che le cose stiano come sono. L'unico problema che ho imparato nella vita è che tutte le fatiche che noi evitiamo ci torneranno dieci volte più faticose, perché qualsiasi nostra fuga di fronte alla realtà la pagheremo più avanti e con più fatica, più dolore, più.. .e questo è un dato reale perché noi siamo fatti così.

Però l'altra cosa che noi dobbiamo ricordarci è che non possiamo fuggire. Qualsiasi nostro ripiegamento di fronte alla fatica educativa lo pagheremo. Prima o poi lo pagheremo a caro prezzo, anche, di solito.

E qui per la fatica di cambiarsi il camice, per evitare la fatica di lavarsi le mani, preferivano continuare su quella che era sempre stata la loro modalità. E allora cosa succede? Semmelweis viene cacciato dall'ospedale, ma lui non si perde d'animo perché è convinto di trovato la verità e quindi va dai medici di base, crea un problema, delle domande, una cosa di opinione, fatto sta che questo arriva ai giornali e si scopre com'è... questo a Vienna, la capitale, coinvolge un sacco di gente Semmelweis va avanti fino a che l'imperatore decide di intervenire. Come accade anche ai nostri giorni la soluzione è: facciamo una commissione medica che stabilisca se Semmelweis ha ragione oppure no e lo stato, l'imperatore è talmente intelligente che capisce che potrebbe esserci in gioco anche una questione di interessi, e quindi questa commissione scientifica non viene affidata a medici qualsiasi ma viene chiesto aiuto agli accademici di Francia i più qualificati del mondo. Ai più grandi scienziati del mondo viene chiesto di analizzare questo fatto, queste cose che dice Semmelweis per giudicare se ha ragione oppure no. Bene si riuniscono i più bravi scienziati, i più bravi medici del tempo e quello che era il più famoso medico al mondo che era a capo della commissione conclude dicendo: Semmelweis è un pazzo che parla di esseri invisibili.

Ma come è possibile che i più grandi medici del tempo non abbiano capito questo cosa che è evidente. Perché non l'hanno capita? Perché per riconoscere che uno studente appena laureato ha scoperto una cosa che in tutta la loro vita non avevano scoperto ci voleva umiltà. Riconoscere che Semmelweis aveva ragione voleva dire riconoscere che prestigio, che vuol dire denaro, che vuol dire potere, dovevano essere dati a lui. Era questione anche di potere, di denaro, e dall'altra era questione di idee perché siamo in pieno Illuminismo e per l'Illuminismo esisteva solo ciò che si poteva misurare e dato che i batteri di cui parlava Semmelweis non si potevano vedere, lui parla di cose invisibili che non esistono, perché per lui esisteva solo ciò che si può misurare. E quindi per difendere i propri interessi, per difendere le proprie idee, questi non riconoscono un dato evidente: mi lavo le mani e non muore più nessuno.

Ci vorranno decenni perché la medicina, Pasteur, scopra l'esistenza dei batteri e perché il mondo medico arrivi a praticare negli ospedali quello che Semmelweis aveva scoperto. Pensate quante donne sono morte che si sarebbero potute salvare, morte perché questi hanno preferito difendere i loro interessi piuttosto che la verità che avevano davanti. Pensate alle migliaia di figli orfani a causa di questo; pensate alla mole di dolore, di fatica che il mondo ha sopportato perché questi hanno deciso di difendere i propri interessi rispetto alla verità che avevano davanti.

Ecco questo secondo me dice due cose fondamentali anche nell'esperienza educativa:

- la prima è che alla base di qualsiasi gesto umano c'è la LIBERTÀ e la libertà e la cosa più affascinante e allo stesso tempo più drammatica dell'uomo. Affascinante perché è la possibilità come dice il titolo della vostra festa sempre di iniziare sempre qualche cosa di nuovo. Semmelweis arriva, tutti hanno sempre fatto le cose in un certo modo e lui dice non è accettabile e inizia qualcosa di nuovo, io voglio trovare la verità. Qualunque sia la nostra storia, qualunque sia il nostro passato, noi possiamo sempre decidere, possiamo sempre partire di nuovo, perché noi siamo gli unici esseri viventi che siamo condizionati dalle circostanze, ma non ne siamo determinati. Noi possiamo sempre decidere qualunque sia la nostra condizione e la nostra situazione. Drammatica perché è inviolabile non c'è nulla che possiamo comprendere, conoscere, solo la nostra libertà ci permette di comprendere e conoscere. Anche questo dato evidente, la storia di Semmelweis ce lo fa capire che pure la libertà dei più grandi scienziati del tempo non gli ha permesso di comprendere una cosa che anche un bambino capirebbe. Ma pensate per esempio, è impressionante, il vangelo della resurrezione di Lazzaro, era morto, il Vangelo dice che puzzava, era in decomposizione, non c'erano dubbi sulla sua morte. Arriva Gesù lo resuscita, cosa c'è di più evidente: un morto che resuscita. Poi il Vangelo dice: alcuni dissero: Mio Dio, mio Signore, altri andarono a Gerusalemme: dobbiamo ucciderlo. Anche di fronte a un morto che resuscita la libertà dice: No questo non è Dio, è un impostore. La libertà è intimorabile, per questo è alla base di ogni gesto umano. Ed è drammatico per questo. lo ho quattro figli, posso essere il migliore educatore del mondo, ma i miei figli sono liberi. E qui non posso dire non potranno mai fare male, perché sono liberi, come sono libero io, è la drammaticità dell'uomo. Questo è ciò che permette. Dio ci ha fatti così, è drammatico, ma è ciò che permette qualcosa di nuovo. Qualunque sia la nostra storia, qualunque sia la nostra educazione noi abbiamo la possibilità di essere qualcosa di nuovo.

- Il secondo punto è che la prima vera battaglia educativa non è verso i nostri figli, verso i ragazzi, ma dentro di noi perché la prima e unica battaglia è amare la VERITÀ più di se stessi. Questa è la vera battaglia. Che noi ogni giorno dobbiamo decidere se amare di più la verità o le nostre comodità, il nostro potere, i nostri interessi. Noi dobbiamo decidere se essere come Semmelweis, che per la verità ha sacrificato tutto, o come gli accademici di Francia, come i dottori per cui le mani che si screpolavano erano la cosa più importante, oppure come i grandi scienziati che di fronte a questa evidenza per difendere le loro idee e il loro potere...È così questa è la vera battaglia.

Non so se lo avete visto, andate a vederlo, il film La grande scommessa descrive l'origine della crisi economica che stiamo vivendo, che il mondo sta attraversando. Dei personaggi all'origine c'è la stessa cosa: chi ha organizzato questa cosa qui sapeva benissimo che poi sarebbe esplosa e ne avrebbero pagato le conseguenze migliaia di persone e più la cosa, questa menzogna, la bolla speculativa montava, chi doveva vigilare, chi doveva fare il rating, le banche, anche lo stato faceva finta di non vedere, perché erano tutti occupati a fare soldi, erano tutti occupati a difendere i loro interessi. Fino a quando è esplosa e come sempre l'abbiamo pagata, la sta pagando il mondo intero. Per cui questa scelta è concretissima, non è filosofia, noi la battaglia che dobbiamo combattere tutti i giorni è se amare la verità o difendere i nostri interessi. Da questa roba qui deriva tutto il resto. Quello di cui hanno bisogno i nostri figli, trovare degli adulti che testimonino questo, che possano vedere degli adulti che lottano per ciò che è vero, anche se ciò costa fatica, richiede di fare sacrifici.

E poi c'è l'ultimo punto che è quello della festa di questa scuola, perché noi umanamente non riusciamo a reggere questa vertigine, siamo tutti dei poveretti, tutti tradiamo questo amore alla verità, la Chiesa lo chiama peccato originale... Tutti noi siamo deboli. Allora ecco che l'AMICIZIA è una virtù. È per questo che Cristo ha fatto la Chiesa, perché la Chiesa è un luogo dove tutto il resto non è il mio nome ma ci sono anch'io. Dio conoscendo questa debolezza dell'uomo ha deciso che per sostenerci in questo lotta della libertà dobbiamo stare uniti, dobbiamo stare insieme. E quindi lo scopo del nostro trovarci oggi non è i figli, che i nostri figli fanno tutti la stessa scuola... questo non è lo scopo, questa è la circostanza che ci ha uniti, tutti i figli fanno la stessa scuola, ci troviamo per festeggiare. Ma lo scopo è sostenerci per favorire la verità: lo scopo dell'esserci, lo scopo di festeggiare questa scuola, non è ragione di unità, di potere, ma insieme avere un'amicizia che ha come scopo aiutarci ad amare la verità più di noi stessi. Perché se noi facciamo questo, anche i nostri figli crescono meglio, perché crescono in un modo che li aiuta a guardare la realtà, perché tutta la battaglia è qui: se valgono di più le nostre idee o la verità. Lo stupore è questo. Che cos'è lo STUPORE? Quando tu sei completamente affascinato da quello che hai davanti, non da quello che tu pensi o da quello che tu sei. Non da quello che tu immagini, ma da quello che vedi davanti a te.

Queste sono secondo me le tre cose fondamentali: la libertà, la lotta per la libertà si misura nell'amore alla verità, questa cosa è possibile solo dentro una compagnia. Per questo il primo nucleo è padre e madre, marito e moglie, crescere i figli insieme è proprio questa capacità di confrontarsi, parlarsi, educarsi a guardare i nostri figli. Però anche questo non è sufficiente perché una famiglia da sola è debole, quindi il valore di essere insieme, l'amicizia, la famiglia ha bisogno di avere altre famiglie con cui condividere questa lotta, questa battaglia.