JEAN GUENOLÉ MARIE DANIÉLOU 1905-1974

Da Wikipedia: Jean Guenolé Marie Daniélou teologo e cardinale francese. È stato accademico di Francia e, con Yves Congar ed Henri de Lubac, un esponente della Nouvelle théologie (Nuova Teologia).

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↑2013.01.07 traggo da il processo all’Isolotto del 1971.07: parlando delle difficoltà della Chiesa il cardinale Daniélou diceva che vi è oggi nella Chiesa un problema dell’autorità e dell’obbedienza: .... il laicato non è semplicemente il gregge che ubbidisce, come si diceva una volta, ma è la parte più viva e attiva della vita della Chiesa.. . [CzzC: parrebbe quasi un Leitmotiv L3, ma il cardinale che scriveva così allora, avrebbe di che ricredersi oggi, osservando

- come il clima del '68, ispiratore di queste profetiche aperture, abbia fatto vittime innocenti più di quanto abbia guarito infermi

- come i più dissenzienti verso il Magistero petrino

  - siano oggi i più acquiescenti verso gli attacchi della cultura dominante alla libertà religiosa e al diritto all’obiezione di coscienza (cfr Papa discorso oggi al Corpo diplomatico)

  - e sentano le parole “valori non negoziabili” o “radici cristiane” come lo strido del gesso sulla lavagna.

Il cardinale si accorgerebbe che appare sempre più evidente che i sedicenti profeti (populisti, velleitari, piazaroi, sindacalisti dei privilegi, grillini... democratici a parole, arroganti di fatto, come nelle assemblee 68ttine), fanno danni e più male che bene comune, mentre oggi non solo a livello aziendale, ma anche statale, sociologico, associativo, si afferma come METODO ben più efficace quello dei ruoli di responsabilità articolata e guidata, per cui

- ad ogni livello si agisce con intelligente e proattiva conformità alla programmazione indicata da una Direzione responsabile, attenta agli indicatori e capace di conciliare opportunamente una gamma di fattori in gioco molto più ampia di quella visibile dalla piazza (nella Chiesa questa Direzione è configurata dai Vescovi strettamente uniti alla Guida petrina),

- avendo ciascun aderente la libertà di passare ad altra associazione che meglio corrispondesse alle sue aspirazioni].