MAESTRI DI DUBBIO con certezze da favola: in nome delle scimmie, PER CASO ...

Del dubbio si avvale anche la prudenza, ma occorre parare l'inganno dei MAESTRI DI DUBBIO sistematico, incubatore di relativismo nichilista

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Pagine correlate: ideologia contro esperienza; responsabilità dell’informazione; pensiero debole, nichilismo e relativismo; finalità, universo

 

2020.12.18 <voce24n> Francesco Agnoli: la scienza conferma le intuizioni dei filosofi, ben più disegno che caso; vedi ad es. i 6 numeri dell'universo

 

↑2018.mm.gg Trassi da Avvenire 09/11/2011 p 35 – lupus in pagina, Rosso Malpelo di Gianni Gennari

Certezze da favola e nevrosi laica

   Sicurezze? Ciascuno ha le proprie. Per un credente serio, la fede è sicura, ma ciò non elimina le sue incertezze di uomo limitato. Forse 'c’era una volta' – come nelle favole – qualcuno che buttava le sue certezze in faccia ai non credenti, come se ne fosse lui autore e padrone. Non c’è più, salvo casi evidenti da neuro falsamente religioso. C’è invece, e impazza tanto, chi la vede al rovescio.

- Capita così che il vignettista de 'L’Unità' (6/11, p. 3) sentendo che il Financial Time esprime un desiderio politico «in nome di Dio» non esita ad approvare, ma precisa: lui lo fa «in nome delle scimmie»: di queste, e non di Dio, si sente figlio. È libertà.

- Lo è anche ('Espresso' 10/11, pp. 136-142), stesso tema, la sicurezza raccontata nell’intervista di Daniela Minerva a Luca e Francesco Cavalli Sforza, genetisti noti. Loro spiegano tutto con «il CASO». Tutto! Proprio tutto è successo «per caso». Il caso è l’assenza totale di una ragione percepita, almeno da noi, ma spiega tutto. Insistono, i due illustri. Che dire? Solo una domanda: è scienza, questa, o solo ideologia?

E già: l’ideologia ha messo il caso al posto di Dio e si squaderna con le sue certezze in pagina laica e progressista. C’è di peggio? Difficile, ma c’è.

- Capita infatti che in piena notte (8/11, attorno alle una) a Radio Radicale, quella di «in una voce tutte le voci», la voce di turno annuncia sicura, e non per caso stavolta, la definizione del Paradiso, evocato da una telefonata: «Il Paradiso? Te lo dico io cosa è! È quella cosa che serve ad essere fregati (l’espressione originale era più greve, ndr ) in vita con la falsa promessa di un’altra!» Marx? No! «Una voce» liberale? Sì, ma sicura di riassumere «tutte le voci». Da vera favola!