modificato 23/01/2017

 

Non è giusto imporre l'ideologia del «gender»

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

la verità non è questione di maggioranza o di minoranza, ma se andiamo sul piano della verità tanto più l'ideologia del gender mostrerà l'assurdità della sua pretesa. [CzzC: occorre usare argomenti che siano apprezzati come più convincenti dalla maggior parte delle persone che usano ragione e diritto: salvare la priorità educativa dei genitori (art26.3 della dichiarazione universale dei diritti umani]

 

 

Traggo da l’Adige 17/02/2014 pag 54

 

Non è giusto imporre l'ideologia del «gender»

Carissimo direttore, è in discussione in questi giorni nelle commissioni del Consiglio Provinciale un progetto di legge sull’omofobia che tenta di introdurre e imporre l'ideologia del gender nelle scuole e nell’informazione pubblica. In pratica si vuole che tutte le nuove generazioni siano obbligatoriamente istruite sui contenuti di questa ideologia e si sentano in dovere di scegliere il loro genere sessuale e tutti i suoi possibili incroci anziché di riconoscere quello maschile o quello femminile che hanno per nascita. E si pretende che la società non consideri più il dato oggettivo della realtà corporea circa la mascolinità e la femminilità, ma accetti che ciascuno sia ciò che decide mentalmente di essere, anche in aperto contrasto con i dati biofisici oggettivi.

Ai promotori e ai sostenitori di questo progetto di legge non importa nulla del fatto che la stragrande maggioranza dei trentini non abbiano nessuna intenzione di far avere ai loro figli questo tipo di formazione e di farli arrivare alla necessità di una scelta del proprio «gender»; anzi, non importa nulla che la suddetta stragrande maggioranza ritenga l'ideologia del gender del tutto fuorviante rispetto ai valori più sentiti nelle famiglie e nelle comunità.

La legge è presentata come una tutela per i cosiddetti LGBTI; ora, fermo restando che chi scrive non ha dubbi sulla necessità di tutelare tutte le persone umane, al di là delle loro ideologie o convinzioni esistenziali, tale tutela non comporta affatto che la società civile faccia proprie le ideologie che ciascuno professa. Abbiamo il dovere di proteggere la vita di tutti, ma non di fare nostre le loro visioni del mondo. Uno è certamente libero di credere nella teoria del gender e quindi è libero di credersi donna anche se il suo corpo è maschile, e la società civile dovrà proteggerlo dalle ingiuste aggressioni di chi non riconosce questa libertà personale di opinione e di associazione con chi la pensa allo stesso modo, ma nessuno può pretendere che la società intera faccia sua questa convinzione personale, accettando e legittimando l'annullamento dei dati corporei oggettivi, e la promuova nell'educazione e nell’opinione pubblica.

Uno che è corporalmente «uomo» non può pretendere che la società lo affermi come «donna» o come «entrambi» o come «nessuno del due», sia perché questo ripugnerebbe al l'esigenza di dire il vero, sia per le conseguenze pratiche assurde che ne deriverebbero (pensiamo per esempio alla gestione degli ospedali o dei servizi igienici pubblici ...).

Del resto che bisogno c’è di una nuova legge? Risulta infatti che la tutela di tutti i cittadini sia garantita già dalle leggi civili del nostro paese (tranne, guarda un po', per i nascituri). Ora, anche nel caso in cui si volesse rafforzare ulteriormente queste garanzie, la domanda che sorge è questa: per quale motivo non ci si limita ad affermare la protezione delle persone che aderiscono a certe ideologie, ma si riconoscono pubblicamente queste stesse ideologie e le si impongono a un’intera società? La risposta è molto semplice: perché quello che si vuole è proprio questo, cioè non la semplice tutela delle persone, ma l'imposizione dell'ideologia del gender a tutti.

E proprio qui sta l'abuso politico di fondo: questo disegno di legge ha raccolto 7 mila firme in Trentino su un totale di 534 mila abitanti, cioè l'1,3%: e il rimanente 98,7%? Deve subire quello che l’1,3% vuole imporre agli altri 98,7%?

Certo, la verità non è questione di maggioranza o di minoranza, ma se andiamo sul piano della verità tanto più l'ideologia del gender mostrerà l'assurdità della sua pretesa.

Don Matteo Graziola