PORGERE L’ALTRA GUANCIA non significa accettare con inerte rassegnazione l’ingiustizia …

che è stata perpetrata contro di te; ovviamente siamo in  tema di perdono cristiano, l’opposto dell’«occhio per occhio» aduso non solo al tempo di Gesù. Superato il significato letterale dell’iperbole in titolo, vediamo quel gesto come un atto di coraggiosa pazienza, che mira ad impedire il male maggiore che potrebbe compiere il violento aggressore con l’impennarsi del suo odio, sovente imparato da cattivi maestri.

Ai tempi di Gesù gli schiavisti schiaffeggiavano lo schiavo col dorso della mano anziché col palmo, ritenendo così di contaminarsi meno e di aumentare il significato sprezzante del gesto, azionato con la mano dominante e sovente ripetuto con la stessa; ma se dopo il primo schiaffo lo schiavo girava la faccia dall’altra parte, il violento era costretto ad usare il palmo o la mano meno dominante. Dunque un gesto non di inerzia passiva rassegnata, ma di pur minimo contrasto alla violenza, un cercare il male minore, in attesa di un bene maggiore anche per l’offendente cui pure fa male l’odio.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 27/02/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2022.10.02 <par.barbarigo> «se qualcuno ti percuote la GUANCIA, tu porgigli anche l’altra»: ci troviamo di fronte ad un’iperbole. Ma questo che cosa vuol dire? Scontato che a fronte di un’offesa ricevuta o di un torto subìto non si voglia pagare usando la stessa moneta dell’oppressore, significa accettare l’ingiustizia con rassegnazione, senza reagire? Gesù non ha mai chiesto ai suoi discepoli di chinare la testa in segno di resa né di tollerare la malvagità. Porgere l’altra guancia non significa solo ribadire quanto radicale debba essere l’astensione dalla violenza, ma anche ribadire che, se si vuole realmente interromperne la spirale, non basta l’astensione, vogliamo che chi l’ha commessa venga sottratto dalla spirale mortifera della colpa. Sia il perdono-amore a prendere in carico l’odio e l’ingiustizia come ha fatto Gesù [CzzC: Gesù ha discolpato la folla del «crucifige, crucifige» dicendo che «non sanno quello che fanno»; però, a mio avviso, userà un diverso concetto di misericordia verso i maestri di odio che non si pentissero, checché ne dica Fr1 sull’Infero vuoto, anche se non sta a noi, ma a Lui, sapere come usarlo più o meno metaforicamente]