MINYA/Egitto e monastero Anba Samuel: martirio di cristiani massacrati da islamisti

Ne annoto alcuni: 2017.05.26  Copti pellegrini mitragliati sul bus dopo rifiuto a convertirsi all’islam; tra le vittime molti bambini. Erano diretti al monastero di Anba Samuel (San Samuele), vicino alla città di Minya

 [Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità,  modificata 14/05/2018; col colore grigio distinguo i  miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2018.05.14 <tempi> Le spoglie dei martiri copti decapitati dallIsis arrivano oggi in Egitto; i resti dei cristiani ritrovati nell’ottobre del 2017 dovrebbero essere sepolti nella chiesa dedicata ai «martiri della fede e della patria» costruita nel villaggio di Al Our (Minya). ). [CzzC: il prof Campanini continua a sermonare che non è vero che l’islam si sia imposto con la spada: alla sua ideologia converrebbe dire così, mentre l’esperienza osserverebbe che ancora tenta di imporsi con la spada]

 

↑2017.05.26 Egitto: Copti pellegrini mitragliati sul bus dopo rifiuto a convertirsi all’islam. <ansa repubbl avvenire>: tra le vittime molti bambini. Dieci uomini armati hanno intercettato i mezzi, diretti al monastero di Anba Samuel (San Samuele), vicino alla città di Minya, nel deserto dell’Alto Egitto: hanno sparato sui passeggeri mentre uno di loro filmava il massacro. Decine i feriti.

 

2015.03.02 <espresso> San Milad Saber e i suoi venti compagni: la loro storia è la stessa degli Atti dei Martiri del primi secoli. Uccisi dalla spada dell'islam [CzzC: checché ne dica prof Campanini] per puro odio della loro fede cristiana. Il martirologio della Chiesa copta li ricorderà il 15 febbraio, giorno nel quale fu reso pubblico dal califfato il video della loro uccisione. Nel video tutti hanno potuto notare che nel momento della decapitazione alcuni di loro invocavano in arabo il nome di Gesù e sussurravano preghiere. Quello di cui più distintamente si sono percepite le parole è stato Milad Saber, figlio di contadini di un villaggio del Medio Egitto. Lui era celibe, mentre la maggior parte dei suoi compagni erano sposati, con uno o più figli piccoli. Quindici provenivano da Al-Our e sei da cinque altri villaggi della stessa zona, nei dintorni della cittadina di Samalut. Più di ottanta loro compagni sono tuttora in Libia, provenienti da questi stessi villaggi.