03/01/2011 Da Virgilio notizie

 

Attentato in Egitto, l'imam sfida il Papa: Evitare ingerenze

 

Benedetto XVI ha definito "vile" l'attacco alla chiesta compiuto venerdì da un kamikaze che ha ucciso 21 cristiani

Roma, 2 gen. (TMNews) - Tracce di sangue sono ancora visibili sulla facciata della chiesa copta dei Santi ad Alessandria d'Egitto, dove nella notte tra venerdì e sabato scorso, un kamikaze si è fatto saltare in aria provocando la morte di 21 cristiani. Dopo gli scontri di ieri, tra giovani cristiani e agenti di polizia, l'Egitto teme che le tensioni confessionali possano aggravarsi ulteriormente. Mentre in Italia è un coro unanime di condanna.

Tutti i giornali egiziani in edicola esortano cristiani e musulmani alla moderazione, temendo che il massacro possa causare un'escalation della situazione. "Qualcuno vuole fare esplodere questo paese" e causare "una guerra civile religiosa" in Egitto, afferma il quotidiano pro-governativo Rose el-Youssef. Il giornale indipendente Al-Chourouq evoca l'ossessione di una guerra civile: "Se il piano (dei terroristi) va come previsto", l'Egitto potrebbe precipitare in una "palude simile a quella vissuta in Libano nell'aprile 1975".

Ce n’è abbastanza per chiarire che il governo egiziano considera l'episodio molto preoccupante. Dall'Italia però si vorrebbe di più. Il Papa Benedetto XVI ha definito l'attentato un gesto "vile che offende Dio e l'umanità intera". Ma dall'Egitto è giunta la reazione di Ahmed al-Tayyeb, il grande Imam di Al-Azhar, che ha criticato l'appello di papa Benedetto XVI: "perché il papa non ha chiesto la protezione dei musulmani quando venivano uccisi in Iraq?", ha chiesto l'imam responsabile della grande istituzione dell'islam sunnita con sede al Cairo.

[CzzC: esprimendo il seguente commento non vorrei disturbare il DIALOGO INTERRELIGIOSO che in particolare in casa trentina viene sostenuto con profusione di energie ed adottando la massima cautela per non disturbare la SUPERIORE sensibilità dei muslim, notoriamente indisposti ad accettare non dico l’accusa, ma nemmeno il sospetto che loro eminenti capi religiosi siano maestri di odio o quantomeno maldestri maestri di pace. Premetto comunque la mia disponibilità ad accettare in merito correzione da fratelli cattolici assisi al Tavolo trentino delle appartenenze religiose, che mi conoscono.

·     È evidente la presunzione e la proclamazione di SUPERIORITÀ di questo capo muslim (e in generale di altri capi suoi correligionari) rispetto ai capi delle altre religioni: con questo suo altolà al Papa, Ahmed al-Tayeb, gran sceicco del più importante centro dell’islam sunnita (quindi del 90% dell’islam), cancella la SINCERITÀ della sua visita al capo della Chiesa copta, Shenuda III, per la barbara strage di innocenti davanti alla chiesa in Egitto.

·     Se verifichiamo cosa abbia detto il Papa a fronte delle stragi di Natale e di Capodanno, ultime di una lunga scia di innocente sangue cristiano, troviamo che ha invitato l’umanità a non «mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell’egoismo e della violenza » a non abituarsi «a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli». Ha parlato di «discriminazioni», di «soprusi», di «intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani». Forse Ahmed al-Tayeb, ben sapendo che religione si vantano di professare i rivendicatori della paternità dei peggiori misfatti contro cristiani in preghiera, avrebbe concesso al Papa di esortare «tutti a pregare», ma non gli concede discernimenti del tipo «…che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani» o del tipo «strategia di violenze che mira ai cristiani» e soprattutto non gli concede che faccia appello all’autorità e alla responsabilità dei capi delle nazioni con la frase «non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni».

·     Ipotizzando uno scenario a parti invertite tra le religioni degli assassini e delle vittime innocenti, mai il Papa avrebbe tacciato di ingerenza un simmetrico appello di Ahmed al-Tayeb, mai gli avrebbe rinfacciato di avere taciuto su aggressioni mortali pianificate da eserciti muslim verso popolazioni cristiane (vedi Sud Sudan, Indonesia, Nigeria, e avanti a iosa); per converso, nella fattispecie attuale, in osservanza della menzogna islamicamente legittimata contro gli infedeli, Ahmed al-Tayeb finge di ignorare che il Papa a suo tempo fu uno dei pochissimi capi di stato mondiali a dichiararsi contrario alla guerra contro l’Irak e anche contro l’Afganistan, e che condannò ogni tipo di violenza, non soltanto per gli attacchi contro i cristiani.]