PARROCO DI LEVICO, NON BENEDIRE CORONA AL CIMITERO; simil bravi di don Rodrigo?

Levico Terme TN 31/10/2012 cerimonia al cimitero militare (1148 soldati sepolti): per la prima volta il Parroco non dà la benedizione, dissuaso da insegnanti della locale scuola pubblica la cui dirigente scolastica approva la scelta.

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Pagine correlate: religione e laicità, benedizionefobia, illuminate matrici della cultura dominante

 

↑2012.10.31 Levico Terme TN, cerimonia al cimitero militare (1148 soldati sepolti): per la prima volta il Parroco non dà la benedizione, dissuaso da insegnanti della locale scuola pubblica la cui dirigente scolastica approva la scelta. (rif: religione e laicità, identità, tolleranza, democrazia, elogio delle diversità)

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Un rito che si ripete ormai da decenni e che sempre vede la presenza di autorità civili, rappresentanti di associazioni combattentistiche ..., nonché degli scolari delle elementari che, al termine, depongono un fiore ad ogni cippo ...

L'arciprete di Levico don Ernesto Ferretti si è limitato a dare lettura, per primo, di un pezzo del Corano e solo successivamente di un brano della religione cristiana. Al termine non vi è stata l'attesa benedizione. ...

Ma perché questo? Abbiamo sentito l'arciprete don Ernesto Ferretti: “Nei giorni scorsi erano venuti da me alcuni insegnanti segnalandomi i dissensi ...

... il capogruppo degli alpini Walter Pohl: «... il parroco mi ha detto che oggi è stato costretto a non farlo ... » [CzzC: pesante questo termine, direi perfino rischioso nell’eventualità che gli allusi dissuasori reagissero con una denuncia per diffamazione; peraltro anche in quest’altro articolo leggeremmo che il parroco ha affermato di essere stato impedito di impartire la benedizione da parte di alcune insegnanti.].

Il presidente provinciale dei Fanti, Enzo Libardi, aggiunge: «Non ci spettavamo una cosa del genere ... vogliamo che qualcuno prenda provvedimenti perché in futuro non si ripeta ancora una cosa così vergognosa».

La dirigente scolastica Daniela Fruet difende la scelta «L'obiettivo principale è di far riflettere i ragazzi sulla pace e la fratellanza e gli obiettivi comuni che abbiamo come Istituto».

[CzzC: guarda caso sono parole analoghe a quelle scritte sul foglietto senza data né firma che sarebbe stato consegnato ai bambini due giorni prima dell’evento; né dirigente né insegnanti si presentarono successivamente nella sala consiliare gremita di genitori col Sindaco per discutere del fattaccio; chi sarà l’autore dell’anonimo foglietto? se t’endovini cosa l’è ten dago na pika.

Siccome a parti invertite i potentatati avrebbero fatto riempire le prime pagine di giornali nazionali e fatto fare interrogazioni in Parlamento, non escludo che qualcuno in Consiglio Provinciale PAT (la scuola in Trentino è provinciale non statale), oltre che a livello più locale, abbia l’ardire di un’interrogazione atta ad accertare che quella dirigenza non abbia debordato dalle sue competenze, aggredendo (in accezione figurata, non violenta) pacifici e legittimi costumi locali secolari; i tifosi dei suddetti potenti hanno già scritto da qualche parte che non si è trattato di un attacco alla tradizione; anch’io senza essere tifoso di quei labari potrei supporre

- che non si trattò di sopruso perché la dirigenza eventualmente mandante (chi di dovere accerterà se ci sia stato un ordito al riguardo) avrebbe raccomandato ai bravi mandatari di dissuadere pacificamente il Parroco a non dare la benedizione e il Parroco avrebbe deciso liberamente e serenamente di non darla, perché mica si trovava di fronte i bravi come don Abbondio;
peraltro resterebbero da chiarire i termini di
costrizione e impedimento e il bel commento di Lucianer [CzzC: 09/11 apprendo con cordoglio che è appena scomparso],  Ciò che quella dirigente scolastica ha prodotto, con l'ingenua e forse affrettata adesione del parroco, è uno snaturamento del luogo collettivo della sepoltura;

- che non si trattò di sopruso perché gli insegnanti che parlarono al prete si mossero a titolo personale (latori solipsisti, non mandatari) e non per dissuadere il prete dal dare la benedizione, ma solo per avvisarlo che in giro c’erano dei dissensi verso la medesima, e gli lasciarono la più ampia serenità di decisione in merito.

Nel caso, invece, che si appurasse che i latori avessero effettivamente ordito la cancellazione della benedizione, mi sovverrebbe la potenza dissuasiva di qualche compagno di università e di qualche collega nei consigli di classe della scuola statale: preciso al riguardo che il mio ricordo insorgerebbe solo per associazione mentale emotiva personale, non per trasferire onta in affinità transitiva ai suddetti latori.

Suppongo inoltre che la dirigenza esplicitamente approvante la scelta abbia confrontato col progetto educativo della scuola il riflesso educativo o diseducativo che la benedizione poteva avere sui bambini presenti alla cerimonia sul cimitero, e che tra le alternative di

- non mandare quest’anno alcun bambino a portare i fiori come gli altri anni, perché alcuni genitori avrebbero dichiarato che sarebbero stati costretti a subire una sgradita benedizione,

- lasciare in classe i bambini di quei genitori, con riflessi discriminatori verso un atto buono come quello di portare fiori alle tombe,

- mandare tutti i bambini coi fiori esponendo i lamentanti a subire un torto,

- dissuadere il parroco dal dare la benedizione,

quest’ultima sia stata ritenuta la soluzione ottimale rispetto al progetto educativo dell’Istituto, come parrebbe far intendere la dirigente.

DOMANDE

che posi al settimanale diocesano Vita Trentina girabili ad enti pubblici e curiali responsabili in tema:

- Quanti sarebbero i bambini i cui genitori abbiano espressamente segnalato alla dirigenza il loro sgradimento verso quella cerimonia in caso di benedizione?

- Cosa direbbe in merito il/la presidente (genitore locale) del Consiglio di Istituto, cui spettava di essere coinvolto in merito?

- Cosa direbbero in merito i referenti islamici della zona e il tavolo delle appartenenze religiose(*)?

- Cosa direbbe in merito il GECT (Euregio Tirolo – Alto Adige -Trentino) che ha recentemente organizzato un convegno a Trento sulla cittadinanza sostanziale “per favorire attraverso i governi locali identità, partecipazione e senso d’appartenenza nel processo di integrazione degli immigrati e di convivenza”?

- La dirigenza della PAT (*) ha nulla da intraprendere rispetto al protagonismo di suoi stipendiati in merito?].

 

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(*) girate domande a ...