ultima modifica il 01/07/2020

 

Opec: Arabia contro Russia e Iran, non contro Usa

ma sua alleata come contro Assad e contro Gheddafi

Correlati: de-dollarizzazione; wahhabismo; danni da potentati

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Mando msg ad AsiaNews ed ottengo risposta correttiva e illuminante)

 

 

 

Da: CzzC   Inviato: venerdì 28 novembre 2014 11:57
A: Asianews
Oggetto: notizia probabilmente imprecisa

Carissimi di AsiaNews,

   sono un vostro assiduo lettore, e linko sovente vostre pagine nel mio blog.

Segnalo che la parte di notizia che ho evidenziato in giallo potrebbe essere una falsità tendenziosamente diffusa da potentati intentati a nascondere la mano USA dietro la decisione Opec (share of world) di non far invertire la discesa prezzi del greggio, mirata a danneggiare soprattutto le economie dei paesi (come Russia e Iran) che si oppongono più strenuamente alle mire USA/Arabia contro Assad, come si opposero alla guerra contro Gheddafi: Russia e Iran sono tra i paesi più temuti dagli USA nel processo di de-dollarizzazione, come lo era Gheddafi e lo è Assad.

<asianews> 28/11/2014 ASIA-OPEC
Scende il prezzo del petrolio, è lotta fra Opec e Usa. Ma i mercati si rallegrano

L'oro nero valutato a 70 dollari al barile, il prezzo più basso dal 2011. Difficoltà per Gran Bretagna e Usa, il cui petrolio di scisto diviene anti-economico. Problemi anche per la Russia che rischia la recessione.

Hong Kong (AsiaNews) - Trasporti marittimi ed aerei festeggiano con un incremento delle loro azioni in borsa, ...

La decisione Opec, guidata dall'Arabia saudita, causa difficoltà a diversi produttori. Il petrolio Brent della Gran Bretagna è sceso ieri del 6,7% arrivando fino a 72,58 dollari al barile; in giugno era 115, 71.

Ma l'obbiettivo di questa guerra dei prezzi  sembra essere il petrolio di scisto, prodotto negli Usa, la cui estrazione, per essere redditizia, dovrebbe avere un prezzo di vendita di almeno 80 dollari. Invece, i Paesi del Medio oriente (Arabia saudita, Iran e Iraq) possono anche scendere fino a 30 dollari al barile.

Con tutto ciò, la riduzione del prezzo del petrolio rischia di portare ancora più crisi alla Russia. Mosca copre metà del suo budget dalle tasse su petrolio e gas. Il prezzo di 70 dollari al barile rischia di far diminuire gli introiti fino a creare alte probabilità di recessione.

Mi pare molto più vero il titolo de <lastampa>: “Riad fa la guerra a Teheran a colpi di ribassi del petrolio: Iraniani in difficoltà se il prezzo del barile resta attorno ai 75 dollari. I sauditi sospinti dagli USA così possono indebolire l’eterno rivale. Ritengo che sia solo per cautela tra alleati che lastampa non abbia esplicitato in titolo “per indebolire la Russia”, questa sì notizia vera che avete dato anche voi.

Cordiali saluti. CzzC / Portaparola.

Risposta da Padre Bernardo Cervellera di Asia News

 

Da: Padre Bernardo Cervellera Inviato: venerdì 28 novembre 2014 13:39
A: CzzC

Carissimo sig. C. Mi sembra che sulla questione dell’indebolimento della Russia siamo d’accordo. Non sull’Iran. Penso invece che questa mossa si stata voluta proprio dall’Arabia per “punire” il prolungamento dei dialoghi sul nucleare iraniano. Sempre di più gli Usa stanno cercando di aprire all’Iran, ma si trovano incatenati da una vecchia e letale amicizia con l’Arabia saudita.

Ad ogni modo, le nostre sono tutte ipotesi, ragionevoli, vicine al vero, ma non la verità, che è conservata nel cuore di quelle persone che hanno deciso di non diminuire la produzione.

Per cui prendiamo tutto con la pinza, fino a nuovi dati. Con amicizia. P.Bernardo Cervellera

che ringrazio

 

Da: CzzC   Inviato: venerdì 28 novembre 2014 14:50
A: Padre Bernardo Cervellera
che dono avere una Sua risposta!  Non aspiravo a tanto e, come sempre, Lei è illuminante. Prego affinché il Signore sostenga la Sua grande Opera, informativa ed educativa. Un abbraccio fraterno in Cristo. C.