Più equità con la quota capitaria per le scuole equiparate

La quota capitaria darebbe alle scuole equiparate l'equità chiesta dalla UE: il finanziamento pubblico delle scuole paritarie è disatteso, serve la quota capitaria da individuare attraverso dei costi standard cr descr dscr

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↑2014.07.22 traggo da  <Avvenire.p22 che riprende Fism 19/06/2014>

Istruzione, la UE chiede più equità: parla il segretario Fism, Morgano: il finanziamento pubblico delle scuole paritarie è disatteso, serve la quota capitaria da individuare attraverso dei costi standard

XI CONGRESSO NAZIONALE FISM: 1974-2014. bilanci, orizzonti, prospettive

19/6/2014 a cura di: FISM

 

E' iniziato ieri, 18 Giugno 2014, il Congresso Nazionale della Fism che si svolgerà a Roma presso la Domus Mariae, Palazzo Carpegna, Via Aurelia 481 fino a sabato 21 Giugno e che, in occasione del 40° anniversario della Federazione, ha in programma anche gli interventi del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e di Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

 

Importanti gli interventi del segretario della Congregazione per l'educazione cattolica monsignor Vincenzo Zani, del segretario generale Luigi Morgano, del presidente nazionale Redi Sante di Pol e del consulente ecclesiastico Don Aldo Basso.

 

«La nostra Federazione è stata impegnata, lungo i quarant'anni della sua storia, sia a custodire la sua originalità sia a concorrere all'erogazione di un servizio pubblico perché diretto a tutti, a prescindere dalle convinzioni personali di ciascuno», ha affermato il segretario generale della Federazione italiana scuole materne, Luigi Morgano aprendo i lavori del Congresso nazionale.

 

«Alla grigia omologazione, che la “teoria del Gender” vorrebbe indurre nei rapporti educativi già dalla più tenera età - ha proseguito Morgano - noi rispondiamo attraverso la massima di un grande educatore: mi riferisco a don Milani e al suo celebre I care, “Mi interessa”». Tuttavia «i problemi non mancano, a cominciare dal trattamento iniquo a cui siamo sottoposti pur fornendo un servizio pubblico come ormai è codificato anche nei documenti ordinamentali». Morgano ha spiegato che «l’intervento medio annuo dello Stato nel 2013 per alunno della scuola dell’infanzia paritaria è stato di circa 420 euro. Se lo Stato italiano dovesse sostituire il servizio delle scuole dell’infanzia paritarie con quello delle scuole dell’infanzia statali, l’aggravio, per il solo pagamento del personale, sarebbe di 4 miliardi di euro annui, cui aggiungere gli investimenti per gli edifici e, a carico dei Comuni, gli oneri di gestione. È lecito domandarsi almeno a quanto ammontino oggi 380 milioni di euro del 2001, applicando le rivalutazioni del caso?».

 

«È evidente – ha detto ancora il segretario generale della Fism nella relazione di apertura - che il sostegno economico è elemento irrinunciabile della parità. L’inserimento delle scuole paritarie nel sistema nazionale di istruzione, in forza del servizio pubblico svolto, deve comportare l’equità nell’accesso al sistema, senza condizionamenti economici non solo per gli alunni, ma anche per il personale docente». È quanto ha chiesto anche l’Europa con «la Risoluzione del Parlamento europeo a favore della libertà di insegnamento del 1984 e, più di recente, la Risoluzione adottata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa nell’ottobre 2012. Il testo di tale Risoluzione stabilisce esplicitamente che “nel diritto all’educazione occorre comprendere il diritto alla libertà di scelta educativa». Purtroppo, ha osservato Morgano, «in Italia un velo di impietoso silenzio ha coperto il testo della Risoluzione, in modo ancora più subdolo qualsiasi tipo di dibattito in merito è stato bollato come ideologico e riduttivo. Quale l’esito? Il finanziamento pubblico delle scuole paritarie è ingiustificatamente e incomprensibilmente disatteso». Per queste ragioni, ha sottolineato il segretario generale della Fism, «rispetto alle iniziative parlamentari in corso di approfondimento siamo, come FISM, particolarmente attenti a seguire l’iter e gli sviluppi del disegno di legge n.260, che è all’esame della VII Commissione del Senato, dicendo le nostre opinioni e dando il nostro apporto». La Federazione, ha concluso Morgano, «condivide, con convinzione, la previsione di una quota capitaria da individuare attraverso lo studio di costi standard che costituisca elemento di chiarezza e di equità nel sostegno alle istituzioni educative e scolastiche e nei confronti delle famiglie».

 

Ricordiamo che la Fism riunisce 7.800 scuole dell’infanzia no profit paritarie di ispirazione cristiana, presenti in 4.800 comuni italiani (più della metà del totale) con quasi 500 mila alunni. Una realtà molto ramificata, con numerose esperienza di eccellenza, capace di dare una risposta alle necessità che le scuole statali non riescono a soddisfare.

 

Ogni bambino che frequenta una scuola dell’infanzia paritaria costa allo Stato circa 450 euro all’anno contro i 6.116 euro del costo di ogni alunno della scuola dell’infanzia statale. Grazie all’intero sistema delle scuole dell’infanzia paritarie (comprese quelle comunali) lo Stato ogni anno risparmia 4 miliardi di euro.

 

Assai significativa l’accoglienza dei bambini con cittadinanza non italiana nelle scuole dell’infanzia Fism che è pari al 6,4 %, molto vicino al 9,2% che è il dato nazionale per le scuole statali. Il personale delle scuole dell’infanzia Fism è pari a circa 45.000 mila unità.

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«Non più una contrapposizione tra laici e cattolici – ha concluso il presidente - ma un responsabile confronto su come liberare tutte le energie della società e porre i cittadini in grado di essere non solo passivi fruitori di servizi, ma partecipi attivi nella progettazione, realizzazione e gestione di strumenti ed istituzioni culturali e formative finalizzate al conseguimento del bene comune».

 

tratto da fism.net

 

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