MONTE BALDO, nel regno della BIODIVERSITÀ: libro «FLORA ILLUSTRATA DEL MONTE BALDO»

Le Alpi ospitano la maggior parte della biodiversità in Europa e il Baldo (lo 0,2% del territorio alpino) ospita il 43% di tutte le specie floristiche delle Alpi: da scoprire con lo splendido libro in titolo.

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2023.03.03 <vitatrentina> Nasce “BaldaMemoria”, un archivio digitale che raccoglie 712 video e fotografie del Monte Baldo; è suddiviso in 14 aree tematiche: scuola, ritratti familiari, grande guerra, lavoro, turismo, ambiente, religiosità, architettura di montagna, vita quotidiana, cartoline, emigrati, sport, profughi; ne parlano il sindaco Dante Dossi e l’assessore alla cultura Cecilia Nubola.

 

2010.08.14 traggo da <CoopTraConsumatori2010.04> l’articolo in titolo” MONTE BALDO, nel regno della BIODIVERSITÀ, con riferimento al libro "Flora illustrata del Monte Baldo"

... Non è l'incipit di una guida escursionistica ma quello di una storia di scienza, biodiversità, eccellenza. Il Baldo è una catena prealpina con un'escursione altitudinale notevole (dal Lago di Garda alla Cima Valdritta) che determina una marcata variabilità ambientale: dalla fascia submediterranea, dominata dal leccio e dall'olivo, alle vette, con paesaggi tipicamente alpini. La particolare posizione geografica ha fatto sì che il Monte Baldo non sia mai stato del tutto sommerso durante le glaciazioni, diventando una zona di rifugio e differenziazione, dove si sono sviluppate molte specie floristiche endemiche.

In appena 390 kmq (lo 0,2 % del territorio alpino) ospita il 43% di tutte le specie floristiche delle Alpi; innumerevoli cultori della botanica infatti lo hanno battuto per studiarlo negli ultimi 450 anni. Svela ora i suoi segreti lo splendido volume "Flora illustrata del Monte Baldo" (1240 pagine, Ed. Osiride), presentato in novembre alla Sala Conferenze del Mart a Rovereto, da Sandro Pignatti e Cesare Lasen, botanici di caratura nazionale. La sala era stracolma, la gente è rimasta attenta per due ore, fino alla fine; in tanti hanno persino dovuto rinunciare ad entrare. Tutto per...i fiori! Questo dimostra che anche un'opera specialistica attira l'attenzione dei cittadini, perché il Monte Baldo è riconosciuto come un valore dalla gente che abita sulle sue pendici e dai trentini e perché il piccolo Museo Civico di Rovereto ha prodotto l'eccellenza di un gruppo di botanici di levatura nazionale e alpina.

L'opera è stata curata da tre botanici: Filippo Prosser (che per la sua capacità di comunicare è conosciuto anche tra i profani e che ha il coraggio civile di affermare le ragioni della conservazione oltre il contesto scientifico), Alessio Bertelli e Francesco Festi. Nel 2007 Prosser e Bertelli, hanno scoperto anche una nuova specie sul Monte Baldo, la Brasska repanda baldensis: le sorprese non mancano, abbiamo ancora molto da capire in casa nostra. Capire per tutelare..

Il volume è stato realizzato con il contributo delle Casse Rurali di Brentonico e di Bassa Val-lagarina e Alto Garda, con una collaborazione radicata sul territorio. Prova ne sia la passione e la conoscenza delle piante del Baldo dimostrata alla presentazione dal Presidente della Cassa Rurale di Brentonico.

Dal punto di vista scientifico, si tratta di un lavoro importante. È infatti il primo tentativo di una flora completa per le piante vascolari del Monte Baldo e la prima flora pubblicata in Italia che riporti una tale massa di elementi informativi. La sezione di botanica del Museo ha lavorato per cinque anni alla realizzazione del libro. "La ricerca sistematica sul campo ha avuto inizio negli anni '80. Realizzare il volume ci ha permesso di allargare le ricerche" - ha spiegato Filippo Prosser. Il Monte Baldo del resto ha una grande storia alle spalle. Qui è nata infatti la ricerca floristica europea, con i primi studi del XVI secolo. Nel 1554 è stato pubblicato una prima famosa opera, di Francesco Calzolari e Ulisse Aldrovandi.

Alla base del nuovo lavoro c'è un archivio informatizzato di 175.000 dati, di cui oltre 141.000 raccolti nell'ultimo ventennio dalla sezione botanica del Museo e da oltre 100 collaboratori; è stata effettuata poi la valutazione critica di molti altri dati, da più di 600 pubblicazioni e da campioni d'erbario. L'opera traccia la storia dell'esplorazione floristica del Baldo, illustra il metodo di ricerca e i risultati rilevati.

Sono presentate le 1952 specie spontanee o naturalizzate la cui presenza è considerata sicura, tra Provincia di Verona e Trento. Circa 292 specie nella parte trentina sono inserite nella Lista Rossa delle specie minacciate. Altre specie si sono estinte negli ultimi secoli. "In Veneto sono molte di più, perché là abbiamo meno habitat di quota, adatti alle specie tipicamente alpine. In Trentino la situazione critica è soprattutto alle quote medio basse, dove l'impatto antropico è maggiore."spiega Prosser. Per ciascuna entità si trova una fotografia, una descrizione e una mappa di distribuzione a punti e altri elementi conoscitivi (primo segnalatore per il Monte Baldo, livello di minaccia, escursione altitudinale). La parte iconografica è arricchita da 26 tavole a colori e 40 disegni al tratto. Completa il volume l'elenco delle località di ogni fotografia, una bibliografia di oltre 1000 voci, un indice analitico di 5390 voci, con i principali sinonimi e nomi comuni. Il libro è un lavoro scientifico di prim'ordine. Il Monte Baldo è uno scrigno di biodiversità. Del resto le Alpi ospitano la maggior parte della biodiversità in Europa. Qualcosa da imparare, molto da difendere. (L'autrice ringrazia per la collaboratone scientifici Filippo Prosser)