Perfino un educatore islamico sostiene che la cristianità è sotto assedio in Gran Bretagna

Londra, leader islamico difende il crocifisso. Critiche per la decisione di vietare a un’infermiera di portare una catenina con il simbolo del cristianesimo

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 28/12/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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↑2010.04.11 trassi da Avvenire pag.24. LONDRA. La cristianità è sotto assedio in Gran Bretagna. Lo sostiene Dr Taj Hargey, presidente del Centro di educazione islamica di Oxford. In una lettera alla stampa, Hargey ha risposto con preoccupazione alla decisione di un ospedale del Devon di impedire a un’infermiera di indossare una catenina con crocifisso al collo. « La religione nazionale britannica – ha scritto il musulmano – non è mai stata così marginalizzata e derisa come in questo momento, soprattutto dalle istituzioni che la dovrebbero proteggere » . « Sono musulmano – ha continuato –, ma anche da non cristiano posso vedere chiaramente il modo vergognoso in cui la fede nazionale viene erosa.

  Bandire un crocifisso è come deridere il nostro prezioso diritto alla libertà religiosa » . « Si tratta di un vero e proprio affronto alla nostra libertà di espressione religiosa – ha proseguito Hargey – quella libertà che un tempo rappresentava una pietra miliare della nostra democrazia. Non mi sento di esagerare quando sostengo che un’ondata virulenta di secolarismo si è gettata sulla nostra società e il bersaglio di questa ondata è il cristianesimo » .

  Qualche giorno fa un’infermiera di Exeter ha perso una battaglia in tribunale per continuare a indossare la croce al collo sul posto di lavoro. Shirley Chaplin, 54 anni, ha deciso di fare appello ma il caso ha fatto riemergere il dibattito sulla discriminazione nei confronti dei credenti cristiani. Nello stesso ospedale, infatti, alcuni medici donna musulmani hanno il permesso di indossare il velo. La vicenda si collega inoltre a quella di un’altra infermiera bandita dalle corsie perché offriva ai pazienti di pregare per loro.  

Elisabetta Del Soldato