modificato 28/01/2017

 

Faremo i conti alla FINE

Correlati: frase indicatrice che potenti matrici ci covano; providet qui praevidet

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Faremo i conti alla fine: a prima vista parrebbe una frase sensata, come dire che la chiusura di cassa si fa a fine giornata. Ma, a seconda del contesto, potrebbe essere un’indicazione ingannevole o minacciosa, e perfino configurare un indicatore di affinità con potenti matrici della cultura dominante, tipicamente cattofobiche

 

 

1. Quando sarebbe ingannevole il faremo i conti alla fine?

- Quando i cassieri dovevano attendere fine giornata per vedere se quadravano, i clienti dovevano uscire ore prima di loro, perché c’erano da fare i conti finali e sovente i cassieri perdevano ore a cercare la causa di una squadratura; da quando i terminali di cassa impongono quadratura di ogni transazione, salvo errori nella conta dei soldi i cassieri non vanno incontro a sorprese e chiudono cassa in pochi minuti.

- Povere le aziende che dovessero aspettare settimane per sapere se l’esercizio chiude in attivo o in passivo: oggi l’azienda sana lavora su BUDGET (pensa a quanto sia stata ingannevole la sanità calabra che non aveva bilancio), pianificando fin dall’inizio dell’anno quanto saranno le entrate e le uscite, e il budget viene monitorato con revisione almeno trimestrale per azionare tempestivi interventi correttivi sulle uscite se le entrate non conformassero le previsioni di budget.

- Sono ingannatori gli stati, come quello italiano, che hanno aumentato il debito pubblico a dismisura, privatizzando vantaggi per alcuni divenuti ora anziani, mentre i conti alla FINE (quelli dello smisurato debito pubblico) tarpano ali e futuro degli attuali giovani con un’ immane ingiustizia generazionale: quando i conti si fanno la fine anziché all’inizio, a pagarli è sovente qualcuno diverso da chi eventualmente ladrasse prima della fine.

2. Perché il faremo i conti alla fine aliterebbe talvolta come le potenti matrici?

- Tra le qualità che le connotano ho evidenziato quella di privatizzare i guadagni e socializzare le perdite, la qual cosa richiede come condizione necessaria proprio il rimandare i conti alla fine, trascurando il controllo sul budget per quanto attiene la congruenza tra obiettivi e azioni pianificate per raggiungerli. Se si facessero i controlli preventivi nel durante anziché fare i conti alla fine, i guadagni sarebbero quelli preventivati, salvo occorrenza di eventi imprevedibili.

- Tra le qualità che connotano le suddette matrici della cultura dominante aggiunsi/2014 quella di criminalizzare l’avversario, la qual cosa potrebbe essere configurata da un intentatore che spingesse l’avversario ad un’impresa destinata a sicuro mal esito, illudendolo con alta probabilità di buon esito e con rimando dei conti alla fine: ad esempio?

- Illudere Saddam che invadere il Kwait sarebbe stata una passeggiata

- se ingenui cattolici venissero a tal punto illusi da intentare nel 2012 un altro referendum abrogativo della legge 194, tale gesto configurerebbe un attacco alla libertà di coscienza dei pro-choice tanto criminale da legittimare per reazione un contrattacco micidiale al diritto di obiezione dei medici pro-life.

3. Perché il faremo i conti alla fine sarebbe contrario alla esperienza cristiana?

Sarebbero innumerevoli le prove al riguardo, ma ne cito solo 2:

Deus Caritas est e l’amore responsabile si prende cura di chi gli è affidato, mira al bene da raggiungere schivando i pericoli, come una saggia madre farebbe per il suo pargolo; ma non c’è la provvidenza? La madre saggia ha fede non fideismo imprevidente.

- Ti ricordi la parabola evangelica dell’esercito soverchiante con cui andare a trattare anziché andare al macello? Sottende il principio del male minore, ben previsto dal catechismo della chiesa cattolica