Angelo Casati: mi manca l’aria, come se faticassi ad annusare il vento ai piani alti ecclesiali

Don Angelo Casati 09/05/1931 col fuoco della profezia soffiato dallo spirito CV2°: «io il vento l’ho respirato a pieni polmoni nella stagione del Concilio, oggi mi manca l’aria. Come se faticassi ad annusare il vento ai piani alti. I documenti ecclesiali sono pesanti, logorroici. Sono tomi»

Casati sulla soglia; l’alfabeto di don Angelo Casati

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 28/02/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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↑2010.09.05 trassi da Vita Trentina Pag 4: Attualità

Parla Padre Angelo Casati

“Oggi ci mancano fuoco e vento”

Don Angelo Casati, già parroco di San Giovanni in Laterano a Milano, animatore del sito www.sullasoglia.it ha dialogato con Gigi Pedrazzi in un intenso dibattito. Don Angelo, qui a Roncegno utilizzate le immagine bibliche del fuoco e del vento. Le ritrova oggi nella Chiesa?

Forse sono impietoso, io il vento l’ho respirato a pieni polmoni nella stagione del Concilio, oggi mi manca l’aria. Come se faticassi ad annusare il vento ai piani alti. I documenti ecclesiali sono pesanti, logorroici. Sono tomi. Li confronto con i vangeli, quattro, poche pagine e stracolme di vento, di profezia, ti fanno alzare la testa. Purtroppo la mancanza di vento e di fuoco, per una sorta di clonazione si riproduce, se lo Spirito non ci fa vigilanti, anche nelle fasce più basse.

Si può trovare ancora il fuoco della profezia nella Chiesa?

Là dove il confronto è con il Vangelo sì. Purtroppo quando una chiesa dimentica la sua dimensione di pellegrina e si insedia corposamente pesantemente nella storia, troppi interessi dell’ istituzione le fanno velare la vocazione profetica. Succede allora che le sue parole, interessate agli appoggi terreni, agli inchini umani, alle venerazioni degli atei devoti, perdano il fuoco della profezia, suonino pallide e ovvie, niente di dissimile dalla mentalità mondana. Ma non aveva forse detto lui, il suo Signore: “Ma tra voi non così”. Non dunque alla maniera del mondo.

In che direzione bisognerebbe muoversi per dare e trovare speranza?

Segni di speranza esistono, non fanno notizia, purtroppo visibile è solo la chiesa degli apparati o delle adunate oceaniche. Occorre dare fiducia alle comunità che tenaci tengono acceso il fuoco della Parola, del Vangelo, senza arroccamenti con uno sguardo veramente cattolico, cioè universale.

Presenza dei cattolici nella vita pubblica: è giusto partire dalla propria identità e rivendicare la propria appartenenza o ricominciare da altri presupposti?

Penso che non sia decisivo sbandierare appartenenze. Credo che, come insegna il Vangelo, sia chiesto anche ai politici cattolici di stare nella società, immersi come il lievito nella pasta, a fianco di tutti coloro che sono mossi dalla passione, insegnataci dal Vangelo, per l’uomo, chiunque sia, soprattutto per i deboli coloro che non hanno nessuno che li difenda, testimoniando un Dio che è padre non di pochi, ma di tutti, difensore del povero, dell’orfano e della vedova.

[CzzC: una settimana prima sempre su Vita Trentina le due sparate di Grigolli e Cristelli contro Cl, invocanti il vate Gad Lerner]