A mio avviso Paolo Deotto strattona il Popolo di Dio con analisi poco serie e presunzione di saccenza

Sorvolo su molti spunti tacciabili di presunzione come in titolo, e mi soffermo solo sul recupero della sovranità monetaria.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 24/03/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: integralismo o fondamentalismo?

 

Da: NC    Inviato: sabato 6 ottobre 2012 08:08
A: CzzC
Oggetto: anche questo articolo è utile per una propria valutazione

SI ALLARGA IL GIRO DI DANZA ATTORNO AL TRONO DEL LODEN. NUOVO BALLERINO, ANTONIO SOCCI - di Paolo Deotto

 “Gli italiani sono sempre i primi ad accorrere in soccorso del vincitore.”

di Paolo Deotto

Il caos in cui si rotolano i partiti politici, a destra come a sinistra, favorisce senza dubbio la convinzione che la sciagura del Governo Monti debba continuare, non foss’altro per mancanza di alternative. Pochi giorni orsono parlavamo del surreale patto Casini – Fini, con benedizione esterna di Luca Cordero di Montezemolo, tutti protesi a sostenere un secondo governo Monti. Come sempre accade, a furia di ripetere la stessa cosa, tanti finiscono per crederci. Nulla di strano, quindi, se altri politici e/o intellettuali (veri o presunti) si uniscono al coro. Sarà per pigrizia mentale, sarà per quel male che pare inestirpabile e che si chiama piaggeria, sarà per quel che volete, ma la tendenza a saltare sul carro del vincitore è sempre diffusissima.

Non farebbe quindi notizia parlare di un’altra voce, ben nota, che si alza in favore della continuazione del meticoloso lavoro di demolizione del Paese intrapreso dalla gang Monti. Se però questa voce è quella di Antonio Socci, allora mi permetto di intervenire, perché Socci è uno scrittore cattolico, non è uno dei tanti politici quaquaraquà che affollano le aule parlamentari nazionali, regionali, provinciali eccetera. Socci è uno scrittore cattolico e quindi ha molte più responsabilità rispetto agli ometti politici professionali, la cui tendenza prevalente è, purtroppo, modulare la propria coscienza in base all’imperativo categorico dello “stare a galla”.

Sul blog di Antonio Socci leggiamo un articolo (pubblicato anche su “Libero”) il cui titolo è già molto discutibile: “Se la Chiesa appoggia Monti, ci sono delle ragioni serie”. Qui mi viene subito spontaneo chiedere a Socci di avere la cortesia di citare il documento della Chiesa cattolica, che impegni i fedeli all’obbedienza, in cui si prescriva ai cattolici di votare per i partiti che dichiarano di appoggiare un secondo governo Monti. Domanda retorica, perché questo documento non esiste. Il titolo allora non è corretto e i molti lettori di Socci ovviamente restano turbati o perplessi. Quanto alle ragioni per cui è auspicabile un secondo governo Monti, Socci ci dice che sarebbe l’unica soluzione per scongiurare la sciagura di un governo Bersani-Vendola.

Come ragionamento, non c’è male. Immaginate di essere condannati alla fucilazione. Vi porreste il problema se sia meglio essere fucilati con un calibro 6,50 piuttosto che con un calibro 7,62? Comunque, a costo di far rizzare i capelli in testa ai pochi ardimentosi che seguono le pagine che mi ostino a scrivere, mi sento di sostenere che se, per assurdo, l’unica scelta possibile per gli italiani fosse tra un governo Monti e un governo Bersani-Vendola, opterei per il secondo.

Permettetemi di ribadire: sto parlando per assurdo. Molto semplicemente, Bersani e Vendola sono due privi di idee e incapaci, chi per un verso chi per l’altro, il secondo è anche un confuso totale (come definire una persona che si presenta come “cattolico comunista omosessuale”?), e al Governo farebbero di sicuro solo disastri. Durerebbero ben poco (ricordate quanto durò l’ultimo governo guidato da quell’altra sciagura nazionale che risponde al nome di Romano Prodi?), né avrebbero il tempo per danneggiare più di tanto un panorama che è comunque già, per lo più, di macerie.

La prosecuzione di un governo Monti, la nostra disciplinata prosecuzione in questa Europa di ladri e avventurieri col grembiulino, la nostra disciplinata permanenza nell’euro, invece completerà brillantemente quel lavoro di distruzione dell’identità cristiana del nostro popolo. L’attuale situazione di disastro economico, creata dalla finanza piratesca, altro non è, lo ribadisco, che una tappa necessaria per asservire l’Italia – che già ha perso ampie fette di sovranità -  al potere centrale della grande finanza.

È così casuale che proprio in questi giorni il governo stia studiando una progressiva riduzione delle autonomie locali, dopo lo scoppio (successo, guarda che caso, proprio al momento opportuno) di tanti squallidi scandali e scandaletti, che permettono ora di fare di ogni erba un fascio? È un caso la ripetizione ossessiva della “irreversibilità” dell’euro, ribadita anche da quel vecchio signore che sta al Quirinale, lo stesso, per capirci, che decretò la morte di Eluana Englaro rifiutando (illegittimamente) una firma a un decreto-legge? È un caso che da mesi e mesi ci stanno ossessionando su una crisi economica che non ha mai fine? È un caso che tutti i provvedimenti del Loden abbiano avuto come effetto quello di impoverire il paese?

Nulla accade “per caso”, ma forse, secondo Socci, non esiste la massoneria (che da sempre aspira al governo sopranazionale degli “illuminati”), non esiste la finanza dei pirati, non esiste una moneta finta come l’euro, che non ha alcun legame con valori reali, e che serve brillantemente a una banda di banchieri (la BCE, non scordiamocelo, è un’azienda di proprietà di privati, che hanno l’assurdo privilegio di “creare” ricchezza) per ricattare gli Stati e imporre le politiche di “austerità”, che stanno mettendo a terra le Nazioni più deboli.

Socci riprende tutti gli argomenti triti e ritriti che da mesi vengono ossessivamente ripetuti dalla stampa di regime: la credibilità internazionale dell’Italia, (che sarebbe “garantita” da un capo di Governo che saltella qua e là per l’Europa a genuflettersi davanti ai funzionari di Bruxelles e davanti alla cancelliera del IV Reich), il debito pubblico (come mai il Giappone, con un debito pubblico ben più pesante del nostro, non è nei pasticci come noi?), l’ineluttabilità della permanenza nella UE e della rinuncia alla sovranità monetaria. Eccetera.

Senza Monti ci aspetta “il baratro”. Perfetto. Anche Socci, come tutti gli altri del coro pro-Monti non ci spiega perché mai senza Monti si debba cadere nel baratro, ma tant’è: ormai la politica si fa con frasi ad effetto, senza lo straccio di una cifra precisa, con la minaccia di oscure e terribili catastrofi per chi sgarra. Per ora l’unica cosa certa, sicura e palpabile è la miseria diffusa, la disoccupazione alle stelle, e la perdita progressiva della libertà, con uno Stato sempre più di polizia, ma in particolare di polizia tributaria, visto che “l’evasore” è il mostro contro cui il Loden ha indirizzato i suoi strali. Il “parassita”.

La prosecuzione di questo manicomio e di questa truffa è la salvezza dell’Italia?

Ma poiché Socci, ribadisco, non è un signor nessuno, ma un famoso scrittore cattolico, gli vorrei chiedere quanto gli garbi questa UE che a suo tempo rifiutò di riconoscere le radici cristiane dell’Europa, ma in compenso si adopera in difesa dei “nuovi diritti”: aborto, matrimonio tra omosessuali, adozione da parte dei felici sposini, e consimili schifezze, tra le quali si fa strada anche l’eutanasia, che naturalmente potrà permettere un grosso risparmio sulle spese sanitarie…

Guardiamo in faccia la realtà: se non usciamo da questa truffa, andremo comunque in rovina. Se ne usciamo, di certo le potenti gang che dominano l’Europa ce la faranno pagare. Su questo non facciamoci illusioni. Ma se restiamo in questa Europa, possiamo mettere la parola fine all’Italia civile e cattolica. Se invece abbiamo il coraggio di cercare altre vie, prima fra tutte il recupero della sovranità monetaria (perché nulla potremo fare sotto il ricatto permanente dei banchieri), potremo ricominciare. Ricominceremo con le pezze sul sedere, ma da uomini liberi e soprattutto non da pagani omologati per real decreto di sua maestà Euro.

Questo interessa in qualche modo allo scrittore cattolico Socci? Oppure vogliamo ragionare ancora in stile democristiano quello stesso stile che permise di sfasciare la famiglia, col divorzio, e di legalizzare l’omicidio, con l’aborto?

Per quale arcana ragione dovremo rassegnarci a finire divorati nel baratro (quello sì che si aprirà) del crollo di questo schifo di società liberale e massona, che crede in un solo dio, il danaro, e che nella sua furia vuole trascinare con sé quante più vittime possibili?

Se Socci volesse chiarire questi piccoli quesiti, gli sarei davvero grato.

 

Da: CzzC Inviato: sabato 6 ottobre 2012 23:10
A: NC
Oggetto: Paolo Deotto: un altro che strattona il Popolo di Dio con analisi poco serie e presunzione di saccenza

Mi pare che già ebbi modo di documentarti come ci siano valide ragioni per diffidare di certe analisi di P.Deotto.

Qui, sorvolo su molti spunti di analoga ragione (ho poco tempo), e mi soffermo solo sul recupero della sovranità monetaria.

“Ma se restiamo in questa Europa, possiamo mettere la parola fine all’Italia civile e cattolica. Se invece abbiamo il coraggio di cercare altre vie, prima fra tutte il recupero della sovranità monetaria (perché nulla potremo fare sotto il ricatto permanente dei banchieri), potremo ricominciare. Ricominceremo con le pezze sul sedere, ma da uomini liberi e soprattutto non da pagani omologati per real decreto di sua maestà Euro”.

Se la nostra Italietta uscisse dall’Euro con 2 Tera euro di debito pubblico, frutto anche dei profittatori creatori dell’attuale conflitto generazionale che la pensano come P.D., anche un semplice ragioniere capirebbe che sarebbe un disastro pazzesco e duraturo: l’Italia della liretta con le pezze sul sedere dovrebbe inevitabilmente dichiarare insolvenza del suo debito, perché i tassi schizzerebbero al oltre il 15%, come fece l’Argentina (che però può contare sui proventi del petrolio), per poi vivere sotto il ricatto permanente del tradimento dei risparmiatori che le negherebbe per decenni la fiducia degli investitori: in tale contesto l’IT vivrebbe in miseria, a meno che non tornasse ad investire indebitandosi a tassi greci (>20%) con prestiti altrui e ricreando così dopo pochi anni di apparente benessere un altro immane debito pubblico, insolvibile, e, dunque, nuovo fallimento, e così via, finché qualcuno con centinaia di milioni di abitanti non solo ci imporrà più austerity di oggi, ma semplicemente ci priverà della libertà comprandoci terre e apparato produttivo a prezzi di svendita oppure con una semplice invasione punitiva per la troppa fregatura che avremmo dato agli investitori mondiali fallendo.

Mi sentirei di affermare al contrario che, se NON restiamo in Europa, possiamo mettere la parola fine all’Italia civile e dunque anche a quella cattolica. Dobbiamo invece restare in questa Europa e batterci civilmente aiutando i nostri sani politici a frenare ed invertire l’allontanamento del nostro continente dalle sue radici cristiane, a cominciare dalla nostra Italia che si sta secolarizzando a prescindere da lira/euro, e a ripianare con anni di spending review almeno la metà del debito pubblico accumulato dai PRIVILEGI che si attribuirono i nostri coetanei sulle spalle dei nostri figli: non a caso la regola di Maastricht per entrare nell’euro era che il debito pubblico fosse al massimo il 60% non il 120% del PIL, regola che l’Europa eccezionò per noi contando sulla nostra promessa di far scendere il debito al livello degli altri in qualche lustro, promessa disattesa per la ingordigia dei suddetti PRIVILEGIATI (“i diritti acquisito non si toccano” dicevano) coccolati da politici che temevano di non essere eletti se avessero promesso la necessaria austerity, invece che il bengodi frutto di debiti, come sta prospettando il nostro P.D. Solo chi, come ad esempio Monti, non mira ad essere rieletto può avere la forza per fare le riforme e la spending review indispensabili alla sopravvivenza economica di quest’Italia superindebitata da scellerati predecessori di governo, inciuciati con gli avidi di privilegi da acquisire a prescindere dal pareggio di bilancio, tanto pagheranno i posteri ...

 

Ciao. CzzC