modificato 01/08/2016

 

Aiutare i ribelli moderati anti Assad equivale ad aiutare Isis

Correlati: Isis, Turchia, Obama, Siria, danni

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

31/07/2015 <tempi>: Obama ribadisce la volontà di continuare con la Turchia ad aiutare (soldi, armi e addestramento) i cosiddetti “ribelli moderati” contro Assad. Sembrano una risposta ad Obama le seguenti parole del patriarca greco-cattolico di Antiochia Gregorios III Laham (intervista ad Aide à l’Église en détresse) con le quali spiega perché l’Occidente continua a essere responsabile della guerra che sconvolge la Siria dal 2011. «Quando l’Occidente aiuta direttamente i [ribelli] moderati in Siria, aiuta indirettamente lo Stato Islamico. Se voi un giorno date dei soldi ai gruppi deboli e moderati, quegli stessi soldi si ritroveranno il giorno dopo nelle mani dei gruppi più forti. Noi vediamo questa cosa accadere ogni giorno».

A marzo, ad esempio, i jihadisti di Jabhat al-Nusra (legati ad Al-Qaeda e finanziati dalla Turchia) hanno sbaragliato il primo gruppo di ribelli a cui gli Stati Uniti hanno fornito armi pesanti letali nel 2014, sequestrando missili TOW anti-carro e altri aiuti militari americani. Emblematico il messaggio che hanno diffuso: «Grazie America, ora le vostre armi le abbiamo noi».

[CzzC: il problema non è che Obama e Erdogan siano ingenui: sanno bene quale sia la destinazione effettiva dei loro aiuti, mentre la destinazione ufficiale transitoria (ai ribelli moderati) servirebbe per dissimulare l’inconfessabile strategia, che ad Obama scappò di confessare per lapsus.

Vedi anche <sussidiario> per i guai creati da Obama in geopolitica, articolo che condivido in buona parte, ma non del tutto perché mescola errori veri con errori apparenti: non credo che Obama si ricreda sul progetto di insidiare e assediare la Russia e (dunque Assad), né a quello di contrastare un’eventuale sinergia euro-rublo (e dunque crisi Ucraina), nemmeno se ciò potesse servire per frenare l’espansionismo cinese; inoltre l’articolo manca di citare un protagonista delle destabilizzazioni in medio oriente: gli integralisti sionisti che mica poco contano nella finanza e strategia Us]