modificato 06/12/2016

 

Messaggio del Papa B16° per la 46ª giornata della pace

Correlati: Fede> Chiesa> lettere pastorali

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Alcuni commentatori (mi pare soprattutto tifosi di potenti matrici della cultura dominante) sono riusciti a modificare artatamente la comprensione di questo testo, interpretandolo in modo riduttivo, banalizzante e sprezzante.

 

 

Trassi da Repubblica - esteri. Testo integrale su vatican.va

 

Benedetto XVI: "Leggi su eutanasia e aborto sono reali minacce per pace"

Nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace il Papa esorta a difendere i valori della vita e della famiglia e i diritti fondamentali, primo tra tutti quello al lavoro

 

CITTA' DEL VATICANO - Eutanasia, aborto e matrimoni gay sono gravi minacce per la pace, che non è un sogno, ma una realtà possibile se si combattono gli egoismi e le intolleranze. Nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (che sarà celebrata il primo gennaio 2013), il Papa esorta a ricercare la pace, diffondendo i diritti fondamentali dell'uomo, quali quello al lavoro e alla libertà religiosa, e difendendo i valori della vita e della famiglia. "Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita", dice Benedetto XVI.

 

Aborto ed eutanasia. Nel testo, che viene consegnato dai nunzi apostolici a tutti i capi di Stato, il Pontefice afferma che "ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all'ambiente". "Nemmeno è giusto - continua Joseph Ratzinger - codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell'essere umano e sull'abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all'aborto e all'eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita". Ma anche le unioni gay, che destabilizzano il matrimonio, mettono a rischio la pace.

 

"Come si può pensare - chiede il Pontefice alle autorità del mondo - di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell'ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri?". Per Benedetto XVI, "coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell'aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l'inseguimento di una pace illusoria". Infatti, "la fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l'uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace". Nel suo messaggio Benedetto XVI difende anche il diritto all'obiezione di coscienza dei medici e operatori sanitari riguardo all'applicazione di leggi che prevedano la legalizzazione di aborto o eutanasia. "E' anche un'importante cooperazione alla pace - sottolinea infatti - che gli ordinamenti giuridici e l'amministrazione della giustizia riconoscano il diritto all'uso del principio dell'obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l'aborto e l'eutanasia".

 

Matrimoni gay. I "tentativi" di rendere il matrimonio "fra un uomo e una donna" "giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione" sono "un'offesa contro la verità della persona umana" e "una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace", sostiene il Papa. "La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale", afferma Benedetto XVI. "Questi principi - spiega il Pontefice - non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l'umanità".

 

Secondo Benedetto XVI, "l'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa". "Tale azione - aggiunge - è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un'offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace".

 

Diritto al lavoro. Tra i diritti sociali "oggi maggiormente minacciati vi è il diritto al lavoro", scrive ancora Benedetto XVI aggiungendo che "sempre più il lavoro e il giusto riconoscimento dello statuto giuridico dei lavoratori non vengono adeguatamente valorizzati" con la motivazione che "lo sviluppo economico dipenderebbe soprattutto dalla piena libertà dei mercati". "Il lavoro - secondo il Pontefice - viene considerato così una variabile dipendente dei meccanismi economici e finanziari" mentre  in realtà bisogna "perseguire quale priorità l'obiettivo dell'accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti" e per questo sono necessarie "coraggiose e nuove politiche del lavoro per tutti". I diritti e i doveri sociali infatti "sono fondamentali per la piena realizzazione di altri, a cominciare da quelli civili e politici".

 

Basta modelli di profitto e consumo. Per uscire dalla crisi economica e finanziaria bisogna puntare a "un nuovo modello di sviluppo e di economia" non più basato, come quello degli ultimi decenni, sulla "ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo, in un'ottica individualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo per la loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività", prosegue il messaggio del Papa. "Sono necessarie persone, gruppi, istituzioni che promuovano la vita favorendo la creatività umana per trarre, perfino dalla crisi, un'occasione di discernimento e di un nuovo modello economico". Il Pontefice indica quale punto di riferimento il "principio di gratuità", come "espressione di fraternità e della logica del dono". "Concretamente, nell'attività economica - spiega Benedetto XVI - l'operatore di pace si configura come colui che instaura con i collaboratori e i colleghi, con i committenti e gli utenti, rapporti di lealtà e di reciprocità". "Egli esercita l'attività economica per il bene comune - prosegue - vive il suo impegno come qualcosa che va al di là del proprio interesse, a beneficio delle generazioni presenti e future. Si trova così a lavorare non solo per sé, ma anche per dare agli altri un futuro e un lavoro dignitoso".

 

Mercati. È "fondamentale ed imprescindibile la strutturazione etica dei mercati monetari, finanziari e commerciali", che "vanno stabilizzati e maggiormente coordinati e controllati, in modo da non arrecare danno ai più poveri", sostiene il Papa, riferendosi all'attuale crisi economica e finanziaria. "Nell'ambito economico - dice ancora Benedetto XVI - sono richieste, specialmente da parte degli Stati, politiche di sviluppo industriale ed agricolo che abbiano cura del progresso sociale e dell'universalizzazione di uno Stato di diritto e democratico".

 

Libertà religiosa. C'è anche la libertà religiosa "tra i diritti umani basilari, anche per la vita pacifica dei popoli", ribadisce il Papa, denunciando che "purtroppo, anche in Paesi di antica tradizione cristiana si stanno moltiplicando gli episodi di intolleranza religiosa, specie nei confronti del cristianesimo e di coloro che semplicemente indossano i segni identitari della propria religione".

 

Pace non è utopia. "La pace non è un sogno, non è un'utopia: è possibile. Per diventare autentici operatori di pace - scrive il Papa - sono fondamentali l'attenzione alla dimensione trascendentale e il colloquio costante con Dio". Secondo il Pontefice, "così l'uomo può vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste". Infine, Benedetto XVI esorta a superare i tecnicismi che affollano la politica: "Il mondo attuale, in particolare quello politico, necessita del supporto di un nuovo pensiero, di una nuova sintesi culturale, per superare tecnicismi ed armonizzare le molteplici tendenze politiche in vista del bene comune".

(14 dicembre 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA