Cosa era il SERVIZIO PORTAPAROLA di Avvenire quando vi collaborai?

Ha preso avvio nel 2002 sullo slancio impresso dal convegno nazionale “Parabole madiatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione”, organizzato dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI.

[CzzC: vedi anche il decalogo del portaparola; ma vedi anche giornalisti, come Roberto Beretta di Avvenire, che ne sparlarono così: Lo chiamavano Portaparola Chiesa, mass-media, comunicazione, ... ma di qui ad arrivare al faraonico e dirigista progetto ...]

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[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 13/01/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: portaparola sfida educativa, Testimoni digitali, comunicazione; chi contro il servizio Portaparola

 

↑2016.08.09 Stop del servizio Portaparola nella mia Parrocchia: chiedo per l’ennesima volta a servizio Diffusione di Avvenire l’avvisatura per email anziché cartacea: risposta ...

 

2002.09.09 sabato <vatican> discorso di GP2° ai partecipanti al convegno per gli operatori della comunicazione e della cultura, promosso dalla conferenza episcopale italiana

 

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Trassi da alcuni siti Parrocchiali (ad es1, es2, poi resisi raggiungibili) e dal primo incontro nazionale del servizio Portaparola

 

Il Progetto Portaparola ha preso avvio nel 2002 sullo slancio impresso dal convegno nazionale “Parabole madiatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione”, organizzato dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI. Da allora Avvenire, il quotidiano dei cattolici, si è fatto interprete e organizzatore di questo progetto comunicativo: diffondere nelle comunità cristiane un’attenzione e una sensibilità nuove verso i mass media, all’altezza cioè del loro crescente impatto sulla coscienza della gente. Cattolici inclusi. Passaggio indispensabile per svegliare questa coscienza è la creazione in ognuna delle 26 mila parrocchie italiane di almeno un animatore della cultura e delle comunicazioni sociali: il  Portaparola , da mettere in rete con gli altri nella sua diocesi.

 

A questo Portaparola spetta di adoperarsi per una vera e propria pastorale delle comunicazioni sociali e della cultura e di allearsi con operatori e iniziative messe a punto per risvegliare lo spirito critico dei credenti, la loro intelligenza ispirata dalla fede, la loro capacità di maturare giudizi autonomi e originali e il loro pensiero illuminato dal Vangelo più che dal pensiero mediatico corrente.

 

Strumenti per l’attività del Portaparola sono tutti i media cattolici: il quotidiano nazionale Avvenire, il settimanale diocesano, le riviste cattoliche, Tv e radio, locali e nazionali o anche solo la Messa domenicale, avendo coscienza che la scelta di un programma televisivo o di un giornale non è ininfluente sulla formazione della coscienza.

 

Un nuovo impulso ai compiti che spettano al Portaparola viene dato dal " Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa – Comunicazione e missione” – presentato nell’autunno 2004. È il testo di riferimento per il tema della pastorale della comunicazione della Chiesa italiana (al capitolo VI sono definiti il profilo e le finalità di questa nuova figura pastorale che si impegna a diffondere Avvenire e i media cattolici, sensibilizza la comunità parrocchiale sull’importanza di un uso critico dei mezzi di comunicazione sociale e sperimenta nuovi percorsi di evangelizzazione attraverso l’uso di tutti i media).