Alcune immagini di presepe fatto in casa

foto inviate 2012.01.06 alla Parrocchia di S. Caterina, a seguito di questo articolo su Vita Trentina.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 05/01/2019; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Presepi, feste e segni cristiani, la Festa del Natale cristiano; Auguri di Buon Natale

 

Da: CzzC  Inviato: venerdì 6 gennaio 2012 20:42
A: Parrocchia S. Caterina (Rovereto)
Oggetto: Presepio in famiglia

Rev. Padre Gianni,

   lessi di questo articolo su Vita Trentina e, apprezzando la Sua iniziativa, Le mando il link ad alcune foto.

Perché ho collezionato queste immagini del mio Presepe per S.Caterina?

Non tanto per partecipare al vostro “concorso presepi in famiglia”, ma nell’eventualità che Lei, Padre Gianni, desiderasse visionarle anche solo come semplice testimonianza dell’interesse per il Presepe nelle famiglie della nostra città. La grotta è ancora quella che costruii nel Natale del 1978 quando mia moglie era in attesa del nostro primo figlio Paolo, ora padre dei nostri primi due nipotini: il più grande ha 2 anni e mezzo ed è in grado di apprezzare il Presepe, mentre noi adulti siamo aiutati a ridestare il gusto del Natale come la prima volta, come ci invita a meditare una delle più belle riflessioni che ricevemmo da amici con gli auguri di Natale:

<vatican> «ridurre la festa a un puro atto di pietà, a devozione sentimentale? Saremmo tentati di non aspettarci granché dal Natale, ma a chi è data la grazia più grande che si possa immaginare - vederlo all’opera in segni e fatti che lo documentano presente - è impossibile cadere nel rischio di celebrare la nascita di Gesù come un “devoto ricordo ”. Non ci è consentito! E non perché siamo più bravi degli altri fratelli uomini, non perché non siamo fragili come tutti, ma perché siamo riscattati di continuo da questo nostro venir meno per la forza di Uno che accade ora e che revoca la nostra condanna. È solo con questi fatti negli occhi che potremo guardare il Natale: non con una nostalgia devota, non col sentimento naturale che sempre provoca in noi un bambino che nasce e neppure con un vago sentimento religioso, ma in forza di una esperienza (perché tutto il resto non produce altro che una riduzione di “quella” nascita). Dove si rivela veramente chi è quel Bambino è in questa esperienza reale: il figlio di Elisabetta ha sussultato di gioia nel suo grembo. È il rinnovarsi continuo di questo avvenimento che ci impedisce di ridurre il Natale e che ce lo può fare gustare come la prima volta».

Buon proseguimento del Suo lavoro pastorale nel 2012!

CzzC