È saggio il «via le mascherine» proprio mentre vediamo salire al 20% la variante delta?

consideriamo che per la variante delta c'è rischio aumentato di ospedalizzazione (hazard ratio: 2,61) rispetto alla alfa e c'è pure rischio aumentato di terapia intensiva (hazard ratio è 1,67).

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 06/01/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2021.06.27 Traggo da <s24h*> Da domani, 28 giugno, cessa l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, sebbene come al solito con una lunga serie di eccezioni, precisazioni e raccomandazioni. Un semplice sì o no sarebbe stato meglio (probabilmente) e più comprensibile (sicuramente).

Nel momento attuale dell’epidemia, con il rischio (meglio dire la certezza) di una rapida crescita dei casi legati alla variante delta, la decisione suscita molte perplessità: perché di fatto l’eliminazione delle mascherine comporta una più facile diffusione di una variante che sappiamo essere molto più diffusiva delle precedenti. Una facilitazione di cui il Sars-CoV-2 non ha bisogno. Abbiamo di fronte due possibilità teoriche:

1) L’aumento dei casi da variante delta all’interno di un numero totale di nuovi positivi stabile o in riduzione.

2) L’aumento dei casi da variante delta con un numero totale di nuovi positivi in crescita (l’esempio inglese porta in questa direzione).

Nella prima ipotesi avremo un peso percentuale crescente delle infezioni da variante delta, senza però ricadute al rialzo sull’andamento epidemico attuale. Nel secondo non solo la variante diventerà prevalente, ma spingerà verso l’alto anche il numero delle infezioni, dei ricoveri e dei decessi. Proprio come sta accadendo in Uk: anche se la giovane età dei contagiati e l’elevata copertura vaccinale mitigano (non annullano) l’incremento dei ricoveri e dei decessi su valori più contenuti rispetto alle ondate precedenti. In ogni caso il “via le mascherine” cade in un momento delicato, con la variante delta ormai prossima al 20% a livello nazionale: con l’Iss che torna a ipotizzare, se necessario, il ritorno delle zone rosse e la possibilità di rimettere le mascherine (ieri il professor Brusaferro). Vediamo qualche numero.

Punto primo, la capacità diffusionale: la variante delta ha un R0 di 5,0 (stime conservative) contro il 3,0 della variante alfa. Questo significa che un singolo positivo, dopo 5 passaggi, può generare 3.906 contagiati contro 364.

Punto secondo, la pericolosità dell’infezione: i due studi più approfonditi, condotti in Uk sui casi confermati nel periodo marzo-maggio 2021, stimano che chi contrae la malattia indotta da variante delta ha un rischio aumentato di ospedalizzazione (hazard ratio: 2,61) rispetto ai contagiati dalla variante precedente: ossia ogni 100 ricoverati con la variante alfa, ne abbiamo 261 con quella delta. Per quanto riguarda il rischio di ricorrere a cure intensive l’hazard ratio è 1,67: ogni 100 ricoverati in terapia intensiva a causa della variante alfa, ne abbiamo 167 a causa della variante delta.

A titolo personale, pur con il ciclo vaccinale completato da tempo, da domani continueremo a indossare la mascherina Ffp2 togliendola solo quando la distanza da altre persone non conosciute sarà (stabilmente) di molto superiore al metro prescritto.

Le epidemie non si combattono con misure popolari, che peraltro rischiano di essere provvisorie come è accaduto in passato con zone gialle e bianche tornate rapidamente rosse, ma con misure necessarie: che possibilmente limitino la circolazione del virus invece di favorirla.

*[CzzC: mi perdoni s24h se trascrivo gran parte dell'articolo dalla pagina https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/ perché l'indomani essa verrebbe sovrascritta dall'articolo relativo ai dati covid del 28Giu2021: ritengo il suddetto estratto importante da comunicare ad amici e vorrei che lo potessero leggere e meditare anche nei giorni successivi]