«Nel Pd piena accoglienza per I CATTOLICI ALLA BERGOGLIO» dice G. Cuperlo: calamita del divide contro l’unità dottrinale dei cattolici che …
… che Papa Leone enuclea nel motto del suo stemma con «in illo uno unum».
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.09.05; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2025.09.01 <stampa fb id libq Tempi> C’è chi descrive come una gaffe l’annuncio con cui Gianni Cuperlo tre giorni fa definì il sottoinsieme di cattolici per i quali sono aperte le porte del Pd: «Nel Pd piena accoglienza per i cattolici alla Bergoglio». [CzzC: più che una gaffe, a me pare lo svelarsi di quelli che sarebbero gli obiettivi più identitari del PD, tenuto conto che ogni partito cerca di conclamare maggiormente gli obiettivi che più lo distinguono dai partiti concorrenti. Cerco di spiegarmi annotando che si inizia a brandire lo spirito di Bergoglio.
Il principale partito che si può considerare “ex” di quella sinistra comunista che nella lotta di classe mirava a sostenere i diritti dei “salariati dipendenti”, ora vede che il voto di tanti di tali salariati si sposta a destra; da qui la scelta di contraddistinguersi cavalcando nuovi diritti, in particolare quelli sedicenti civili, reclamati dall’ideologia di gender pro u2g e reclamati dai “non lavoratori” sostenuti dai soldi degli altri.
È da secoli, però, che quest’ultimo obiettivo è specifico anche della “caritas” cattolica, mentre sull’ideologia di gender vari Pd-ini attaccavano il Magistero precedente quello di Bergoglio come se quelli che non votavano come voleva il PD sui suddetti obiettivi identitari ideologici fossero omofobi, poco cristiani e papa-succubi.
Poi vennero la “amoris laetitia” e la “fiducia supplicans” e il PD maturò l’illusione di essere con Zuppi&C tra i partiti preferiti dal Magistero.
Ora si ode il Magistero ribadire a politici cattolici che «nella stesura delle leggi non temano di proporre e di difendere con convinzione la dottrina-sociale, i cui fondamenti sono sostanzialmente in sintonia con la natura umana, con la legge naturale»; un magistero che «non ignora le pressioni, le direttive di partito, le colonizzazioni ideologiche a cui sono sottoposi gli uomini politici che avessero il coraggio di dire a volte “no, non posso!”, quando è in gioco la verità».
Dottrina cattolica? Legge naturale? Verità? Sono parole quantomeno “divisive” per certi partiti cui comunque interessano i voti, costasse mestare nel bacino cattolico con quel “divide” che silura sul piano pastorale il motto del Magistero di Papa Leone (“in illo uno unum”) sull’unità sostanziale, e quindi dottrinale, dei cattolici.
→ Ecco perché, più che una gaffe, ritengo quella di Cuperlo una cartina di tornasole che vira al rosso=acido.
Discernerei anche rispetto a chi commenta il suddetto Cuperlo così: «ci voleva un ex comunista per far capire al Partito democratico che senza i buoni auspici del Vaticano non si va da nessuna parte». A me pare che i comunisti protesi al bene comune abbiano il coraggio di focalizzare ben altra critica politica, e cioè che certi obiettivi identitari ideologici sono «armi di distrazione di massa».