I LEGISLATORI cattolici e il CORAGGIO di dire a volte «non posso!», quando è in gioco la verità

L14 2025.08.28 ai politici: «non è facile, in particolare in certe società occidentali in cui Cristo e la sua Chiesa sono emarginati, spesso ignorati, a volte ridicolizzati. Non ignoro neppure le pressioni, le direttive di partito, le «colonizzazioni ideologiche» a cui gli uomini politici sono sottoposti. Devono avere coraggio … solo l’unione con Gesù crocifisso vi darà questo coraggio di soffrire in suo nome … Lo aveva detto ai suoi discepoli: Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo (Gv 16, 33)».

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.08.30; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: la legge di natura è cangiante? Quantomeno a seconda di come soffia lo spirito del mondo? Neototalitarismi, certi sedicenti diritti civili

 

 

2025.08.28 <vatican news or> Papa L14 alla delegazione di rappresentanti politici e personalità civili della Val de Marne (diocesi di Créteil/FR):

«Siete dunque chiamati a rafforzarvi nella fede, ad approfondire la dottrina - in particolare la dottrina sociale - che Gesù ha insegnato al mondo, e a metterla in pratica nell’esercizio delle vostre funzioni e nella stesura delle leggi. I suoi fondamenti sono sostanzialmente in sintonia con la natura umana, la legge naturale che tutti possono riconoscere, anche i non cristiani, persino i non credenti. Non bisogna quindi temere di proporla e di difenderla con convinzione: è una dottrina di salvezza che mira al bene di ogni essere umano, all’edificazione di società pacifiche, armoniose, prospere e riconciliate.

Sono ben consapevole che l’impegno apertamente cristiano di un responsabile pubblico non è facile, in particolare in certe società occidentali in cui Cristo e la sua Chiesa sono emarginati, spesso ignorati, a volte ridicolizzati. Non ignoro neppure le pressioni, le direttive di partito, le «colonizzazioni ideologiche» - per riprendere una felice espressione di Papa Francesco -, a cui gli uomini politici sono sottoposti. Devono avere coraggio: il coraggio di dire a volte «no, non posso!», quando è in gioco la verità.

Anche qui, solo l’unione con Gesù - Gesù crocifisso! - vi darà questo coraggio di soffrire in suo nome. Lo ha detto ai suoi discepoli: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv 16, 33).

[CzzC: forte e chiara questa catechesi! Deluderà qualche teorico de «la legge naturale è cangiante»?

30Ago NC commenta/fb trascrivendo la PARABOLA DEI TALENTI (Levi D’Alfeo 25,14-30). Replico contestualizzando con alcune premesse:

a) Levi D’Alfeo è l’evangelista Matteo, figlio di Alfeo

b) penso che il finale punitivo della parabola dei talenti non sia stato formulato da Gesù letteralmente come appare, ma sia stato enfatizzato postumo da qualche bacchettone dimentico della misericordia usata da Gesù verso ben più incalliti peccatori;

c) questo mio a seguire è solo un tentativo fallibile di interpretare il nesso, non esplicitato da NC, tra la catechesi di L14 e la parabola dei talenti

d) la suddetta catechesi trattava di leggi rivolgendosi a uomini politici cattolici, non di peccato parlando ai confessori.

Ipotesi di NESSO tra la parabola dei talenti

e la suddetta catechesi di Papa Leone XIV.

1) Ritengo che con la parabola dei talenti Gesù intendesse insegnare l'importanza di investire i propri doni, facendoli fruttare con intraprendenza e creatività; tra i doni più preziosi metterei l’intelligenza responsabile capace di discernere l’utile dal dannoso in riferimento al bene comune.

2) Ritengo che per legge naturale il papa intendesse, ben oltre le leggi biologiche, le leggi politiche mirate a tutelare quel bene che «tutti possono riconoscere, anche i non cristiani, persino i non credenti», leggi che dovrebbero rispettare fondamenti universali da mettere al riparo anche rispetto al criterio di maggioranza: non a caso esiste la dichiarazione dei diritti umani (ancorché non universale) e non a caso la Chiesa ha indicato un valore non negoziabile, quello della libertà di coscienza, che riflette l’Art.18 della suddetta dichiarazione.

3) Ritengo che il Papa non toglierebbe patente di cattolicità a politici cattolici che avessero votato la legge 194, ma penso che chiederebbe di riconfrontarsi con la dottrina ai politici cattolici che proposero candidato presidente della Repubblica quello Stefano Rodotà, che così aveva sentenziato «Oggi, a più di trent’anni dall’approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza, la possibilità dell’obiezione di coscienza dei medici andrebbe semplicemente abolita» e che si era battuto per sottrarre i soldi pubblici alle scuole paritarie cattoliche.

4) Ritengo, peraltro, che il Papa redarguirebbe come sciupatori del dono dell’intelligenza quei cattolici che volessero intentare un nuovo referendum abrogativo della 194, fintantoché tale legge rispettasse il suddetto valore non negoziabile (diritto all’obiezione di coscienza).

5) Ritengo che il Papa non toglierebbe patente di cattolicità a politici cattolici che avessero votato la legge che inserisce nei registri pubblici le coppie di fatto, ma penso che chiederebbe di confrontarsi meglio con la dottrina a quei cattolici che sostengono l’attuale disegno di legge Zan-Scalfarotto, il quale, reizzando l'opinione in disaccordo, potrebbe far criminalizzare come omofobi coloro che si opponessero all’utero in affitto e i genitori che volessero sottrarre i figli minorenni dalle lezioni in classe pagate a docenti esterni di stampo Arcigay.

6) Ritengo che il Papa non negherebbe la Comunione ai cattolici lgbt, ma suppongo che chiederebbe di confrontarsi meglio con la dottrina a quei politici cattolici che votassero leggi equiparanti in tutto e per tutto al matrimonio cattolico le varie forme di matrimonio per tutti ed estendessero il significato della parola famiglia a qualunque forma di unione, ancorché tale equiparazione sia stata esclusa perfino da un a votazione dell’assemblea dell’ONU.

7) Ritengo che il Papa non toglierebbe patente di cattolicità ad autorità politiche o civili che scrivessero su settimanali cattolici «la legge di natura è cangiante», ma penso che chiederebbe loro di usare meglio l’intelligenza catechetica affinché esplicitassero che si deve difendere ad oltranza il suddetto valore non negoziabile da cui discende il diritto alla libertà di espressione e di educazione anche su questioni eticamente sensibili, dove il politically correct tende a classificare come odio il disaccordo rispetto al suo mainstream.

8) Ritengo che il Papa non toglierebbe patente di cattolicità a professori universitari cattolici che chiedessero la benedizione della loro coppia gay, ma ritengo che chiederebbe loro di ri-confrontarsi intelligentemente e responsabilmente con la dottrina, prima di ri-pubblicarsi in video dove pretendono di meritare tale benedizione «perché sono le loro coppie gay ad essere benedizione per la Chiesa».