Cattani su VT: attuale Chiesa unicamente famiglia e scuole cattoliche (valori non negoziabili?)

VT2011 #13 p38: per l'attuale Chiesa l'unico modo x essere fedeli a Cristo sarebbe battersi per leggi in favore delle scuole cattoliche e della famiglia. Continua qui

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.10.28; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: ermeneutica di rottura rispetto a vedute e timbri del magistero petrino

 

2025.10.28 <vatican cgf fb> Lettera ApostolicaDisegnare nuove mappe di speranza” di Papa Leone XIV in occasione del LX anniversario della Dichiarazione conciliare Gravissimum educationis, promulgata da Paolo VI il 28.10.1965. Il documento sottolinea l'importanza dell'educazione e si interseca con altre costituzioni conciliari, come la Lumen gentium e la Gaudium et spes, per sostenere un approccio all'educazione che integri sia la dimensione secolare sia quella spirituale. [CzzC: la suddetta Lettera Apostolica nomina tante volte le scuole cattoliche come le nominava la Gravissimum educationis; le nominava una volta questo articolo sulla conferenza stampa che nel 2015 presentava la Fondazione pontificia intitolata Gravissimum Educationis istituita per aggiornarne gli insegnamenti alle sfide attuali educando all’umanesimo solidale e inclusivo].

 

2011.03.28 Piergiorgio Cattani su VT pag.38: Dialogo aperto

La scelta religiosa

Molte volte in queste mie riflessioni mi sono interrogato su che cosa significhi essere cristiani oggi e che cosa voglia dire testimoniare concretamente il Dio della Bibbia e di Gesù Cristo. [CzzC: se mi permetti, caro Piergiorgio, avrei bisogno anch’io di interrogarti in pro aiuto al discernimento del tuo ammaestramento cattolico, ponendoti alcune domande nel contesto che qui descrivo]. Per qualcuno, possessore della verità e sicuro delle sue convinzioni, queste domande non hanno senso: per chi invece non frequenta i primi banchi delle sinagoghe ma .... [CzzC: ti chiederei per favore i tre nomi cattolici più significativi che corrispondessero al qualcuno qui così da te inteso].

Rimane il nodo della testimonianza cristiana. Che cosa significa parlare di Gesù oggi? Mi soffermo su quegli elementi di criticità che, dal mio punto di vista, rendono la nostra testimonianza, cioè quella della Chiesa, poco attraente e inascoltata da molte persone. [CzzC: ti chiederei se ricordi il nome di almeno una decina di santi così poco attraenti e inascoltati da molte persone che finirono martiri in nome della fede in Colui che non promise loro gli applausi della cultura dominante].

Se essa parla secondo verità di ragione e secondo la legge naturale perché gli uomini non la ascoltano? Il loro animo è così rovinato e perverso da farli andare contro la ragione? Il nichilismo è così diffuso? Forse, ma è ugualmente diffusa l'incapacità dei cristiani di parlare del Dio di Gesù Cristo.

[CzzC: ti chiederei se ritieni che esista una #LeggeNaturale cui fare riferimento universalmente].

È tragico pensare che la testimonianza di fede oggi deve passare soprattutto per una dimensione politica. Ridurre Gesù a un politico è stata la critica della Chiesa alla teologia della liberazione. In Italia oggi invece tutto è politica ... [CzzC: senti chi parla ...] ... Purtroppo la contiguità con questa dimensione politica caratterizza la Chiesa in questo tempo: l'unico modo per essere fedeli a Cristo è battersi affinché il Parlamento legiferi in favore delle scuole cattoliche, adotti provvedimenti in favore della famiglia, tuteli a parole la dignità dei malati terminali e delle persone sofferenti (che hanno ottimi avvocati difensori in chi è in perfetta salute, non ha problemi economici e ha una bella e numerosa famiglia).

Tutte battaglie sicuramente importanti ma che riducono in maniera drastica l'universalità della buona novella di Gesù di Nazaret. Una Chiesa sulla difensiva che si gioca tutto in una dimensione politica [CzzC: ti chiederei se tu giochi sempre senza maglietta politica e/o partitica] non fa altro che acuire in molti quell'immagine di durezza, di giuridismo e di poca attitudine alla misericordia, immagine non certo positiva.

Credo che questa riduzione alla dimensione pubblica sia la scoria di una tentazione neo-temporalistica che non ha ancora fatto i conti con la fine dello Stato pontificio e con la democrazia laica e pluralista. Questo retaggio temporalista [CzzC: ti chiederei se non ti trovi assonante col Leitmotiv L1] poteva essere colto nella virata verso il sociale che ha caratterizzato settori della Chiesa negli anni settanta del Novecento; e oggi esso si esprime soprattutto nella presenza massiccia della Chiesa in tematiche etiche e segnatamente bioetiche.

Il neotemporalismo si palesa nella volontà di essere presenti e visibili nella società come autorità a cui tutti, credenti e non credenti, devono portare rispetto e ossequio. Poiché la fede cristiano-cattolica (nell'interpretazione della Chiesa romana) non è in contraddizione con la ragione, ma la contiene (come una sorta di gioco di cerchi concentrici, laddove la ragione è il cerchio più piccolo contenuto nella fede cattolica che è il cerchio più grande), chi ha fede è rappresentativo anche di chi non l'ha e può quindi imporgli, per il suo bene, una visione del mondo che anche il non credente, se giudica in base alla ragione, non può non trovare coerente. [CzzC: siccome non vorrei che ti scudassi anche come direttore di Unimondo per irridere il magistero petrino della fides et ratio, come se concepire la fede amica della ragione volesse significare imporre le proprie ragioni agli altri, ti chiederei

un esempio concreto che configuri l’imposizione papista nella fattispecie

- se per caso intendi adottare  la tecnica dell’attacco controsimmetrico per dissimulare la vera imposizione in essere, attuata dai potenti matrici, cioè impedire la presenza della Chiesa nel sociale se non in servilismo allo stato nei settori ammessi da questo, e per il resto, solo sacrestia]

Una visione che riduce al minimo la possibilità di un dialogo franco da cui magari si potrebbe imparare anche qualcosa.

Se oggi qualcuno leggesse attentamente il Vangelo accuserebbe Gesù di aver optato per una inconcludente “scelta religiosa”: dicendo ai discepoli di rimanere nel segreto, non andando a trattare con i potenti Caifa e Erode, non buttandosi direttamente in politica e addirittura proibendo a Pietro di difenderlo con le armi nel momento dell'arresto. Gesù invece parlava del Regno vicino, di una conversione, della remissione dei peccati, di un Dio padre che dà la vita per gli amici ma anche per chi lo tradisce, dell'amore fra tutti gli uomini. Gesù parla dei fiori, si rivolge ai bambini, incontra prostitute e eretici, muore in croce, vinto e indifeso, affidandosi solamente a Dio. E così compie la sua missione e redime il mondo. Ma oggi qualcuno riterrebbe questa via perdente e minimalista, neppure in grado di difendere con la forza la presunta civiltà cristiana europea minacciata. [CzzC: ti chiederei se non paresse anche a te un vecchio trucco quello di ridurre il Cristianesimo alla carità solamente materiale, fintando di ignorare la caritas in veritate e che Gesù investì espressamente i suoi apostoli del compito educativo-missionario, mandandoli in tutto il mondo ad insegnare la verità, non solo la carità materiale... «mandateci in giro nudi, ma lasciateci la libertà di educare» diceva un mio apprezzato maestro di fede.]